Cura farmacologica bulimia e disturbo ciclotimico
Gentili dottori,
sono una donna di 33 anni e da 17 anni soffro di bulimia (alternata a fasi di remissione più o meno lunghe) e umore prevalentemente molto basso.
Per molti anni ho tentato di risolvere il mio dca con la psicoterapia, rivolgendomi a diversi professionisti, che utilizzavano diversi approcci.
Con grande sforzo, sono riuscita, in passato, ad interrompere fasi bulimiche (spesso da sola, tramite l'uso di manuali di auto-aiuto).
Stavolta però è molto più difficile, e sto avendo la peggior ricaduta mai avuta, che va avanti da un anno intero (5-6 abbuffate compensate a settimana).
Da ottobre scorso, ho tentato di nuovo con l'auto-aiuto per 1 mese, poi mi sono rivolta ad un team di psicoterapeuti esperti di dca (che utilizzano la cbt-e) che mi ha seguito per altri 3 mesi, concordando infine, sull'interruzione della terapia, poiché inefficace, nonostante il mio impegno, per approdare, finalmente, dallo psichiatra, che mi ha diagnosticato un disturbo ciclotimico di lieve entità.
Ormai da quasi 4 mesi sto seguendo la farmacoterapia (in totale, 8 mesi continuativi che lotto), senza aver notato alcun risultato.
Assumo lamictal 50 mg, che in un primo periodo è stato associato ad escitalopram (fino ad un dosaggio massimo di 15 mg, a cui siamo arrivati in modo mooolto graduale).
Non avendo rilevato alcun effetto, il medico ha sostituito l'escitalopram con 20 mg di fluoxetina, che assumo ormai da 3 settimane.
Non avvertendo ancora effetti positivi (ancora 5-6 abbuffate settimanali, umore basso, abulia, eccessiva fatica anche nello svolgere attività tipicamente considerate piacevoli, ecc), ho parlato con lo psichiatra, sperando che mi aumentasse il dosaggio, visto che siamo arrivati alle fatidiche 3 settimane.
Lui ha risposto di aspettarne altre 2.
Mi fido del mio medico, ma temo che sia eccessivamente premuroso nel mantenere i dosaggi farmacologici bassi, e io sono esausta e non riesco più a ribellarmi a questo schifo che mi devasta fisicamente e mentalmente.
Vi chiedo, quindi, un consiglio: alla luce dei dati bibliografici, delle vostre valutazione empiriche e della mia storia clinica, ritenete sia opportuno che solleciti il mio medico per aumentare il dosaggio oppure siete concordi nella necessità di aspettare ancora?
Ho bisogno della speranza di sapere che posso stare meglio, perché per quanto sappia bene che ci sono persone messe peggio di me, sento che sto sprecando la mia vita, passando le mie giornate ad abbuffarmi, vomitare o pensare a quanto sia brutto il mio corpo... tutte cose che mi tolgono energie per vivere una vita normale e soddisfacente.
Grazie
sono una donna di 33 anni e da 17 anni soffro di bulimia (alternata a fasi di remissione più o meno lunghe) e umore prevalentemente molto basso.
Per molti anni ho tentato di risolvere il mio dca con la psicoterapia, rivolgendomi a diversi professionisti, che utilizzavano diversi approcci.
Con grande sforzo, sono riuscita, in passato, ad interrompere fasi bulimiche (spesso da sola, tramite l'uso di manuali di auto-aiuto).
Stavolta però è molto più difficile, e sto avendo la peggior ricaduta mai avuta, che va avanti da un anno intero (5-6 abbuffate compensate a settimana).
Da ottobre scorso, ho tentato di nuovo con l'auto-aiuto per 1 mese, poi mi sono rivolta ad un team di psicoterapeuti esperti di dca (che utilizzano la cbt-e) che mi ha seguito per altri 3 mesi, concordando infine, sull'interruzione della terapia, poiché inefficace, nonostante il mio impegno, per approdare, finalmente, dallo psichiatra, che mi ha diagnosticato un disturbo ciclotimico di lieve entità.
Ormai da quasi 4 mesi sto seguendo la farmacoterapia (in totale, 8 mesi continuativi che lotto), senza aver notato alcun risultato.
Assumo lamictal 50 mg, che in un primo periodo è stato associato ad escitalopram (fino ad un dosaggio massimo di 15 mg, a cui siamo arrivati in modo mooolto graduale).
Non avendo rilevato alcun effetto, il medico ha sostituito l'escitalopram con 20 mg di fluoxetina, che assumo ormai da 3 settimane.
Non avvertendo ancora effetti positivi (ancora 5-6 abbuffate settimanali, umore basso, abulia, eccessiva fatica anche nello svolgere attività tipicamente considerate piacevoli, ecc), ho parlato con lo psichiatra, sperando che mi aumentasse il dosaggio, visto che siamo arrivati alle fatidiche 3 settimane.
Lui ha risposto di aspettarne altre 2.
Mi fido del mio medico, ma temo che sia eccessivamente premuroso nel mantenere i dosaggi farmacologici bassi, e io sono esausta e non riesco più a ribellarmi a questo schifo che mi devasta fisicamente e mentalmente.
Vi chiedo, quindi, un consiglio: alla luce dei dati bibliografici, delle vostre valutazione empiriche e della mia storia clinica, ritenete sia opportuno che solleciti il mio medico per aumentare il dosaggio oppure siete concordi nella necessità di aspettare ancora?
Ho bisogno della speranza di sapere che posso stare meglio, perché per quanto sappia bene che ci sono persone messe peggio di me, sento che sto sprecando la mia vita, passando le mie giornate ad abbuffarmi, vomitare o pensare a quanto sia brutto il mio corpo... tutte cose che mi tolgono energie per vivere una vita normale e soddisfacente.
Grazie
[#1]
Deve aspettare ancora
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 661 visite dal 03/06/2023.
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