Possibile violazione del codice deontologico?
Salve, sono in cura presso un CSM.
Dopo un paio di anni senza prendere farmaci, cosa mai andata giù a mia madre, e di giudizi positivi da parte del mio psichiatra, a causa di gravi problematiche famigliari ho avuto un episodio di agitazione, che ho subito riferito al medico.
Mia madre ha approfittato della cosa ed è riuscita a fare allontanare lo psichiatra che mi aveva in cura, cosa che aveva tentato di fare altre volte.
Già al primo appuntamento il nuovo psichiatra premeva perché assumessi un farmaco, pur riferendo un quadro clinico complessivamente positivo nella mia cartella.
Rifiuto di prendere i farmaci.
Vengo successivamente convocato al CSM, e mi ritrovo nello studio il primario, che non mi aveva mai visitato e alla cui presenza non avevo dato consenso.
Il primario è rimasto anche quando gli ho chiesto di uscire.
Il primario e il nuovo medico, da una seduta all altro, cambiano la mia diagnosi, e da una settimana all altra passo da sano a psicotico!
Chiedo spiegazioni circa la diagnosi e mi viene risposto che penso di avere tutti contro, cosa peraltro non corrispondente al vero.
Dietro minaccia di TSO, vengo costretto all iniezione di un antipsicotico, sui cui effetti collaterali i medici hanno mentito quando li ho chiesti.
Inoltre mi è stata iniettata una dose del 50percento a quella massima consigliata.
Mi rivolgo subito a uno psichiatra privato che già mi conosce e che afferma non sussistono i presupposti per la diagnosi di psicosi.
Presento il certificato rilasciato al CSM ma lo ignorano.
Malgrado i pesanti effetti collaterali vengo costretto ad altre iniezioni.
Inoltre, per mesi lo psichiatra spinge per un ricovero volontario, e respinge i miei tentivi di staccarmi dal CSM per essere seguito solo dal mio psichiatra privato, arrivando a dire "io non la lascio andare via".
Minacciò di rivolgermi ai carabinieri se insistono.
Sembrano desistere, ma al successivo colloquio con lo psicologo questo mi riferisce che aveva parlato col primario e che questi intendeva procedere col TSO se non fossi tornato al CSM.
Fingo collaborazione, contatto psichiatra privato che sostiene non ci siano le basi per il TSO e mi consiglia di andarmene e rivolgermi a un avvocato, cosa che faccio.
Viene inviata diffida.
La cosa sembra finita ma dopo alcuni mesi, in cura presso un altro CSM, scopro che la mia cartella presso l altro CSM è ancora aperta, il mio caso ancora discusso e il primario contatta, a mia insaputa, i miei famigliari.
Inoltre mia madre ha fatto inviare segnalazioni riguardanti me al CSM, da parte di uno psichiatra che mi ha visto l ultima volta 4 anni fa! Non sono stato avvertito di queste segnalazioni, ho scoperto la cosa chiedendo copia della cartella clinica.
Questi comportamenti non violano il codice deontologico?
Vanno segnalati all ordine?
Dopo un paio di anni senza prendere farmaci, cosa mai andata giù a mia madre, e di giudizi positivi da parte del mio psichiatra, a causa di gravi problematiche famigliari ho avuto un episodio di agitazione, che ho subito riferito al medico.
Mia madre ha approfittato della cosa ed è riuscita a fare allontanare lo psichiatra che mi aveva in cura, cosa che aveva tentato di fare altre volte.
Già al primo appuntamento il nuovo psichiatra premeva perché assumessi un farmaco, pur riferendo un quadro clinico complessivamente positivo nella mia cartella.
Rifiuto di prendere i farmaci.
Vengo successivamente convocato al CSM, e mi ritrovo nello studio il primario, che non mi aveva mai visitato e alla cui presenza non avevo dato consenso.
Il primario è rimasto anche quando gli ho chiesto di uscire.
Il primario e il nuovo medico, da una seduta all altro, cambiano la mia diagnosi, e da una settimana all altra passo da sano a psicotico!
Chiedo spiegazioni circa la diagnosi e mi viene risposto che penso di avere tutti contro, cosa peraltro non corrispondente al vero.
Dietro minaccia di TSO, vengo costretto all iniezione di un antipsicotico, sui cui effetti collaterali i medici hanno mentito quando li ho chiesti.
Inoltre mi è stata iniettata una dose del 50percento a quella massima consigliata.
Mi rivolgo subito a uno psichiatra privato che già mi conosce e che afferma non sussistono i presupposti per la diagnosi di psicosi.
Presento il certificato rilasciato al CSM ma lo ignorano.
Malgrado i pesanti effetti collaterali vengo costretto ad altre iniezioni.
Inoltre, per mesi lo psichiatra spinge per un ricovero volontario, e respinge i miei tentivi di staccarmi dal CSM per essere seguito solo dal mio psichiatra privato, arrivando a dire "io non la lascio andare via".
Minacciò di rivolgermi ai carabinieri se insistono.
Sembrano desistere, ma al successivo colloquio con lo psicologo questo mi riferisce che aveva parlato col primario e che questi intendeva procedere col TSO se non fossi tornato al CSM.
Fingo collaborazione, contatto psichiatra privato che sostiene non ci siano le basi per il TSO e mi consiglia di andarmene e rivolgermi a un avvocato, cosa che faccio.
Viene inviata diffida.
La cosa sembra finita ma dopo alcuni mesi, in cura presso un altro CSM, scopro che la mia cartella presso l altro CSM è ancora aperta, il mio caso ancora discusso e il primario contatta, a mia insaputa, i miei famigliari.
Inoltre mia madre ha fatto inviare segnalazioni riguardanti me al CSM, da parte di uno psichiatra che mi ha visto l ultima volta 4 anni fa! Non sono stato avvertito di queste segnalazioni, ho scoperto la cosa chiedendo copia della cartella clinica.
Questi comportamenti non violano il codice deontologico?
Vanno segnalati all ordine?
[#1]
Più che un questione di codice deontologico sembra più una problematica di mancato rispetto della privacy
https://wa.me/3908251881139
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Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 820 visite dal 17/04/2023.
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