Depressione mascherata e ansia
Buongiorno.
Mia madre di 76 anni,affetta da Morbo di Parkinson da circa dieci, ha avuto una frattura del femore in febbraio.
Dopo circa venti giorni, il neurologo dell'Ospedale dove era ricoverata per la riabilitazione ha ritenuto, dopo una visita di tre minuti, che non avesse il Morbo di PArkinson e quindi le ha stravolto la cura ottenedo come risultato una completa dissociazione con allucinazioni e insonnia.
Dopo averla riportata a casa e aver provato di tutto, senza risultato, per farla dormire, alla fine con dei farmaci omeopatici indicati dal farmacista è tornata lentamente alla normalità e a dormire.
Dopo circa un mese, però, e dopo una caduta, per fortuna senza conseguenze, mentre cercava di cucinare, ha cominiciato a manifestare una serie di sintomi quali: difficoltà respiratorie, mal di testa, mal di stomaco, difficoltà digestive, senso di oppressione toracico, paura di stare da sola anche per pochi secondi, sensazione di scivolamento di sè e degli oggetti intorno, che sono andati gradatamente ma nettamente peggiorando, con ritorno dell'insonnia che da pochi giorni era sparita.
Dopo varie visite che hanno evidenziato una non riconducibilità a fattori fisici, ci siamo rivolti ad uno psichiatra che le ha diagnosticato una depressione, prescrivendole 10 gocce di PErcitale 40 mg da prendere 5 la mattina e 5 la sera.
Dopo circa due settimane in cui tutti i sintomi sono nettamente peggiorati, con aggiunta di qualcuno nuovo, lo psichiatra ha sospeso il Percitale, sostituendolo da circa 3 settimane prima con 1/2 compressa di Mirtazapina 30 mg e poi con 3/4.
Ora va meglio, ma non va bene: ore del giorno in cui sta bene si alternano ad altre in cui non riesce a respirare, anche se comunque è meglio di prima, ed ha forti dolori ai piedi che- come mi dice lei- pizzicano, pungono, mozzicano come se qualcuno li strappasse; è agitata, ha giramenti di testa, sente le gambe tirare, ha la sensazione di gonfiarsi e scoppiare, continua ad aver paura di stare sola e di cadere dalla sedia e ancora, anche se meno spesso, ha la sensazione di scivolamento di sè e delle cose intorno e una sensazione di stanchezza e pesantezza, oltre al desiderio di farla finita.
Gli altri farmaci che prende sono: MAdopar 100+25 (2 e 1/2 al dì); Stalevo (1 al dì); Blopress 16 (1/2 al dì); Lobivon (1/4 al dì); Vessel (1 al dì).
Domani ho di nuovo appuntamento con lo psichiatra, ma mi sembra un po' superficiale.
La terapia è adeguata? Ci sono possibili interazioni con gli altri farmaci?
Sono normali effetti collaterali e, se sì, diminuiscono?
Chiedo scusa per il dilungamento e ringrazio chi vorrà rispondermi.
Mia madre di 76 anni,affetta da Morbo di Parkinson da circa dieci, ha avuto una frattura del femore in febbraio.
Dopo circa venti giorni, il neurologo dell'Ospedale dove era ricoverata per la riabilitazione ha ritenuto, dopo una visita di tre minuti, che non avesse il Morbo di PArkinson e quindi le ha stravolto la cura ottenedo come risultato una completa dissociazione con allucinazioni e insonnia.
Dopo averla riportata a casa e aver provato di tutto, senza risultato, per farla dormire, alla fine con dei farmaci omeopatici indicati dal farmacista è tornata lentamente alla normalità e a dormire.
Dopo circa un mese, però, e dopo una caduta, per fortuna senza conseguenze, mentre cercava di cucinare, ha cominiciato a manifestare una serie di sintomi quali: difficoltà respiratorie, mal di testa, mal di stomaco, difficoltà digestive, senso di oppressione toracico, paura di stare da sola anche per pochi secondi, sensazione di scivolamento di sè e degli oggetti intorno, che sono andati gradatamente ma nettamente peggiorando, con ritorno dell'insonnia che da pochi giorni era sparita.
Dopo varie visite che hanno evidenziato una non riconducibilità a fattori fisici, ci siamo rivolti ad uno psichiatra che le ha diagnosticato una depressione, prescrivendole 10 gocce di PErcitale 40 mg da prendere 5 la mattina e 5 la sera.
Dopo circa due settimane in cui tutti i sintomi sono nettamente peggiorati, con aggiunta di qualcuno nuovo, lo psichiatra ha sospeso il Percitale, sostituendolo da circa 3 settimane prima con 1/2 compressa di Mirtazapina 30 mg e poi con 3/4.
Ora va meglio, ma non va bene: ore del giorno in cui sta bene si alternano ad altre in cui non riesce a respirare, anche se comunque è meglio di prima, ed ha forti dolori ai piedi che- come mi dice lei- pizzicano, pungono, mozzicano come se qualcuno li strappasse; è agitata, ha giramenti di testa, sente le gambe tirare, ha la sensazione di gonfiarsi e scoppiare, continua ad aver paura di stare sola e di cadere dalla sedia e ancora, anche se meno spesso, ha la sensazione di scivolamento di sè e delle cose intorno e una sensazione di stanchezza e pesantezza, oltre al desiderio di farla finita.
Gli altri farmaci che prende sono: MAdopar 100+25 (2 e 1/2 al dì); Stalevo (1 al dì); Blopress 16 (1/2 al dì); Lobivon (1/4 al dì); Vessel (1 al dì).
Domani ho di nuovo appuntamento con lo psichiatra, ma mi sembra un po' superficiale.
La terapia è adeguata? Ci sono possibili interazioni con gli altri farmaci?
Sono normali effetti collaterali e, se sì, diminuiscono?
Chiedo scusa per il dilungamento e ringrazio chi vorrà rispondermi.
[#1]
Gentile utente,
all'eta' di sua madre parlare di "depressione mascherata" o di sintomi esclusivamente di tipo depressivo non mi sembra corretto.
Infatti, nell'anziano si confondono numerosi fattori tra di essi non ultimi i problemi relativi alla sfera cognitiva ed al deterioramento fisiologico di questi tempi.
E' frequente che gli anziani possano sviluppare tali sintomi in seguito a ricoveri ospedalieri oppure in seguito a malattie.
A mio parere, e' certamente utile la valutazione psichiatrica ed eventualmente una variazione di trattamento, fermo restando che la condizione richiede una valutazione integrata.
all'eta' di sua madre parlare di "depressione mascherata" o di sintomi esclusivamente di tipo depressivo non mi sembra corretto.
Infatti, nell'anziano si confondono numerosi fattori tra di essi non ultimi i problemi relativi alla sfera cognitiva ed al deterioramento fisiologico di questi tempi.
E' frequente che gli anziani possano sviluppare tali sintomi in seguito a ricoveri ospedalieri oppure in seguito a malattie.
A mio parere, e' certamente utile la valutazione psichiatrica ed eventualmente una variazione di trattamento, fermo restando che la condizione richiede una valutazione integrata.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Utente
Gentile Dr. Ruggiero,
innanzitutto grazie per la sua risposta.
Problemi della sfera cognitiva e deterioramento fisiologico possono manifestarsi anche dopo un periodo di totale ripresa?
Credo anche io che sarebbe utile una valutazione integrata, però non so esattamente con quali specialisti.
Noi viviamo in provincia di L'Aquila e la neurologa che segue mia madre da anni al momento riesco a contattarla solo al cellulare e con le linee disturbate, per cui i colloqui non sono molto produttivi.
Forse sarebbe utile una visita geriatrica?
E comunque chi dovrebbe essere l'elemento di raccordo tra i vari specialisti ai fini della valutazione integrata?
Ogni medico che ho contattato, dall'ortopedico allo pneumologo al dermatologo allo psichiatra, si occupa solo della propria branchia e del disturbo che la riguarda,
spesso non mi hanno neanche chiesto se mia madre prendesse degli altri farmaci per altre patalogie.
Mi sembrano tutti tasselli isolati ed io non ho le competenze per metterli insieme, visto che non sono un medico.
Potrebbe essere così gentile da spiegarmi cosa intende esattamente per valutazione integrata e come concretamente possa realizzarsi? Mi sto scoraggiando.
innanzitutto grazie per la sua risposta.
Problemi della sfera cognitiva e deterioramento fisiologico possono manifestarsi anche dopo un periodo di totale ripresa?
Credo anche io che sarebbe utile una valutazione integrata, però non so esattamente con quali specialisti.
Noi viviamo in provincia di L'Aquila e la neurologa che segue mia madre da anni al momento riesco a contattarla solo al cellulare e con le linee disturbate, per cui i colloqui non sono molto produttivi.
Forse sarebbe utile una visita geriatrica?
E comunque chi dovrebbe essere l'elemento di raccordo tra i vari specialisti ai fini della valutazione integrata?
Ogni medico che ho contattato, dall'ortopedico allo pneumologo al dermatologo allo psichiatra, si occupa solo della propria branchia e del disturbo che la riguarda,
spesso non mi hanno neanche chiesto se mia madre prendesse degli altri farmaci per altre patalogie.
Mi sembrano tutti tasselli isolati ed io non ho le competenze per metterli insieme, visto che non sono un medico.
Potrebbe essere così gentile da spiegarmi cosa intende esattamente per valutazione integrata e come concretamente possa realizzarsi? Mi sto scoraggiando.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 4.2k visite dal 27/07/2009.
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