Lamictal , topamax ed antiepilettici nella cura del disturbo bipolare
Gentili Dottori Psichiatri, ho già posto questo quesito senza ottenere una risposta esaustiva.
Studi recenti hanno dimostrato che il litio possiede oltre alle proprietà terapeutiche sul disturbo bipolare, anche precise capacità protettive ed antidegenerative a livello neuronale, protegge dalla degenerazione della substantia nigra è favorente la rigenerazione cellulare, anche in età avanzata.
In pratica protegge da malattie senili neurologiche.
Dato che, come nel mio caso, moltissimi psichiatri usano ormai altri presidi farmacologici per curare il disturbo bipolare, vorrei sapere: in modo chiaro.
Gli antiepilettici Lamictal o Topamax o quant'altro hanno di FATTO una qualche valenza protettiva ANALOGA! A volte essere paziente non significa accettare passivamente la terapia proposta, ma avere risposte esaustive.
Che non possono sempre girare intorno alla domanda.
Perché richiedono un SÌ, un NO o uno schietto non lo so.
La franchezza è alla base, a mio avviso, di ogni tipo di rapporto medico/paziente o così dovrebbe essere.
Viceversa non si va da nessuna parte.
E se il curante non risponde, a chi si domanda?
?
Grazie.
Cordiali saluti
Studi recenti hanno dimostrato che il litio possiede oltre alle proprietà terapeutiche sul disturbo bipolare, anche precise capacità protettive ed antidegenerative a livello neuronale, protegge dalla degenerazione della substantia nigra è favorente la rigenerazione cellulare, anche in età avanzata.
In pratica protegge da malattie senili neurologiche.
Dato che, come nel mio caso, moltissimi psichiatri usano ormai altri presidi farmacologici per curare il disturbo bipolare, vorrei sapere: in modo chiaro.
Gli antiepilettici Lamictal o Topamax o quant'altro hanno di FATTO una qualche valenza protettiva ANALOGA! A volte essere paziente non significa accettare passivamente la terapia proposta, ma avere risposte esaustive.
Che non possono sempre girare intorno alla domanda.
Perché richiedono un SÌ, un NO o uno schietto non lo so.
La franchezza è alla base, a mio avviso, di ogni tipo di rapporto medico/paziente o così dovrebbe essere.
Viceversa non si va da nessuna parte.
E se il curante non risponde, a chi si domanda?
?
Grazie.
Cordiali saluti
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Non è un girare intorno alla domanda, è che quel concetto che esprime, cioè potere protettivo contro le malattie neurodegenerative, già suona strano. O ci riferiamo ad un uso, ad una malattia, a degli studi, oppure "in generale" non significa niente.
Se già inizia parlando di franchezza, è come offendere a priori chi non le risponde come vuole. Il che fa pensare che ci sia una risposta che Lei vuole e che forse non esiste perché si pone male la domanda.
Le due cose malposte sono: a) su che cosa il litio sarebbe protettivo, metta magari un link ad uno studio di quelli a cui si riferisce, e capiamo; b) gli antiepilettici come gruppo sono un po' eterogenei, quindi non è detto che ci siano dati su tutti, ammesso che ce ne sia su qualcuno.
Se già inizia parlando di franchezza, è come offendere a priori chi non le risponde come vuole. Il che fa pensare che ci sia una risposta che Lei vuole e che forse non esiste perché si pone male la domanda.
Le due cose malposte sono: a) su che cosa il litio sarebbe protettivo, metta magari un link ad uno studio di quelli a cui si riferisce, e capiamo; b) gli antiepilettici come gruppo sono un po' eterogenei, quindi non è detto che ci siano dati su tutti, ammesso che ce ne sia su qualcuno.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2k visite dal 27/02/2023.
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