Momento di difficoltà : crisi di passaggio all'età adulta o qualcosa di più?
Buongiorno dottori,
sono un ragazzo di vent'anni. Vi voglio raccontare quanto mi è accaduto nell'ultimo anno, sperando di poter ricevere ulteriori rassicurazioni sulla non gravità della mia situazione.
Lo scorso anno, l'ultimo delle scuole superiori, nonostante l'incombenza degli esami di maturità che avrebbe dovuto incutermi stress e preoccupazione (come, invece, era accaduto negli anni precedenti nonostante non fossero in vista gli esami), ho attraversato un periodo molto positivo, di assoluta serenità e di risveglio di emozioni e sensibilità. Sentivo (lo so che non è un'affermazione scientifica, ed empiricamente dimostrabile come forse voi medici volete, ma vi giuro che è stato così) di crescere interiormente grazie all'ascolto dela musica di Franco Battiato (vi assicuro, ad ogni nuovo ascolto sentivo corde profonde che venivano toccate, non è una sensazione facile da spiegare...sono quelle sensazioni "spirituali" che solo la musica riesce a trasmettere) e al rapporto con un mio amico. Insomma, avevo iniziato a fare ripetizioni ad un mio amico e con lui si era sviluppata una fortissima empatia sentimentale. Forse noi giovani siamo un po' inesperti di sentimenti, però veramente sentivo un grande trasporto verso di lui , per me era una specie di fratello, o forse un amore, non lo so. Correvo ad ogni sua richiesta, cercavo di aiutarlo e di fare di tutto per farlo star bene. In più avevo messo fuori una serie di qualità positive, con cui cercavo di aiutare e di dar forza ai miei compagni per la maturità. Poi, arriva il momento della scelta universitaria. Ero un po' combattuto perchè da un lato le mie corde più profonde volevano stare ancora vicino a questo amico, dall'altro però razionalmente mi rendevo conto che non potevo rimanere attaccato a vita alla stessa persona (ho la tendenza a prediligere rapporti intimi e selettivi piuttosto che a quelli di gruppo e di comitiva). Insomma, decido di sotenere il test d'ammissione per un'università fuori casa, e quando ottengo il risultato (positivo) sento dentro una strana sensazione (anche qui...nulla di strettamente scientifico, sento però "il cuore che si chiude"...si vede che ho una visione un po' metafisica della vita?). Insomma, faccio gli esami di maturità, li passo con il massimo dei voti, però finita la scuola mi sento strano. Le cose che prima mi davano piacere ora mi sono totalmente indifferenti. In più sento una strana tensione alle gambe (che non se ne va nemmeno con lo sport) e assenza di piacere nella masturbazione insieme a disfunzione erettile. Mi dico : "va bene, adesso a settembre inizio l'università e mi riprenderò". Ho iniziato l'università, ma nulla da fare. Nonostante abbia cercato di stringere nuove amicizie, non avevo l' "appoggio emotivo" per capire ciò che piace e ciò che non piace. In più, ogni tanto, compariva un bruttissimo senso di oppressione toracica, e dopo un po' di tempo senso di dolore al petto e in testa. Altre volte, senso di pianto nel petto. (caratteri esauriti)
sono un ragazzo di vent'anni. Vi voglio raccontare quanto mi è accaduto nell'ultimo anno, sperando di poter ricevere ulteriori rassicurazioni sulla non gravità della mia situazione.
Lo scorso anno, l'ultimo delle scuole superiori, nonostante l'incombenza degli esami di maturità che avrebbe dovuto incutermi stress e preoccupazione (come, invece, era accaduto negli anni precedenti nonostante non fossero in vista gli esami), ho attraversato un periodo molto positivo, di assoluta serenità e di risveglio di emozioni e sensibilità. Sentivo (lo so che non è un'affermazione scientifica, ed empiricamente dimostrabile come forse voi medici volete, ma vi giuro che è stato così) di crescere interiormente grazie all'ascolto dela musica di Franco Battiato (vi assicuro, ad ogni nuovo ascolto sentivo corde profonde che venivano toccate, non è una sensazione facile da spiegare...sono quelle sensazioni "spirituali" che solo la musica riesce a trasmettere) e al rapporto con un mio amico. Insomma, avevo iniziato a fare ripetizioni ad un mio amico e con lui si era sviluppata una fortissima empatia sentimentale. Forse noi giovani siamo un po' inesperti di sentimenti, però veramente sentivo un grande trasporto verso di lui , per me era una specie di fratello, o forse un amore, non lo so. Correvo ad ogni sua richiesta, cercavo di aiutarlo e di fare di tutto per farlo star bene. In più avevo messo fuori una serie di qualità positive, con cui cercavo di aiutare e di dar forza ai miei compagni per la maturità. Poi, arriva il momento della scelta universitaria. Ero un po' combattuto perchè da un lato le mie corde più profonde volevano stare ancora vicino a questo amico, dall'altro però razionalmente mi rendevo conto che non potevo rimanere attaccato a vita alla stessa persona (ho la tendenza a prediligere rapporti intimi e selettivi piuttosto che a quelli di gruppo e di comitiva). Insomma, decido di sotenere il test d'ammissione per un'università fuori casa, e quando ottengo il risultato (positivo) sento dentro una strana sensazione (anche qui...nulla di strettamente scientifico, sento però "il cuore che si chiude"...si vede che ho una visione un po' metafisica della vita?). Insomma, faccio gli esami di maturità, li passo con il massimo dei voti, però finita la scuola mi sento strano. Le cose che prima mi davano piacere ora mi sono totalmente indifferenti. In più sento una strana tensione alle gambe (che non se ne va nemmeno con lo sport) e assenza di piacere nella masturbazione insieme a disfunzione erettile. Mi dico : "va bene, adesso a settembre inizio l'università e mi riprenderò". Ho iniziato l'università, ma nulla da fare. Nonostante abbia cercato di stringere nuove amicizie, non avevo l' "appoggio emotivo" per capire ciò che piace e ciò che non piace. In più, ogni tanto, compariva un bruttissimo senso di oppressione toracica, e dopo un po' di tempo senso di dolore al petto e in testa. Altre volte, senso di pianto nel petto. (caratteri esauriti)
[#1]
Gentile utente
ciò che descrive potrebbe appartenere ad un disturbo depressivo che andrebbe indagato, diagnosticato e trattato, eventualmente.
Le fasi di passaggio possono indurre tali sintomi ma, dopo la prima fase di adattamento, non dovrebbero essere perduranti nel tempo.
ciò che descrive potrebbe appartenere ad un disturbo depressivo che andrebbe indagato, diagnosticato e trattato, eventualmente.
Le fasi di passaggio possono indurre tali sintomi ma, dopo la prima fase di adattamento, non dovrebbero essere perduranti nel tempo.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Ex utente
La ringrazio per la risposta dottore. Aggiungo la parte che volevo inserire prima ma che ho dovuto omettere per l'esaurimento dei caratteri.
Scusate se mi dilungo. Insomma, stavo descrivendo i sintomi. Assenza di emozioni. La musica, che prima mi faceva letteralmente sognare, mi era all'improvviso diventata quasi indifferente. Ho tenuto dentro per un po' tutto fino al mese di maggio. Poi ho iniziato a parlarne, prima in famiglia, poi con mia zia psichiatra e poi con il mio medico di famiglia. Mia zia psichiatra ha detto che non c'è da preoccuparsi perchè non sono cose gravi ed irreversibili. Lei lo dice consocendo il mio temperamento, suppongo, di persona sensibile e riflessiva. Lo stesso ha detto il mio medico curante. Fatto sta che io ho preso paura (mentalmente, s'intende, perchè non ho avuto la SENSAZIONE di paura) leggendo su internet di disturbi schizoaffettivi, disturbi schizofrenici e quant'altro. Mia zia dice che sono un ipocondriaco a pensare a cose di questo tipo. Dice che la discriminante tra malattie gravi e malattie lievi dal punto di vista mentale è lo stato di lucidità e vigilanza del paziente. E dice che io sono perfettamente lucido e vigile nel descrivere il mio stato. Però io sono sempre un po' preoccupato perchè leggo che i prodromi della schizofrenia possono comparire proprio nella mia età. Preciso che in famiglia, dalla parte di mio papà, c'è una zia che ha problemi di questo tipo. Ha iniziato con un'instabilità dell'umore, e poi si sono verificati fenomeni allucinatori (mi pare che ogni tanto senta le voci). Però vive da sola in casa (non in una casa di cura), e mi pare che la sua diagnosi sia disturbo border line. La zia psichiatra mi ha detto però che sono casi totalmente diversi. Ripeto, adesso sono si lucido mentalmente, ma ho ancora questa tensione alle gambe, assenza di piacere e di emozioni (anche se mia zia psichiatra dice che secondo lei le emozioni sono solo un po' attutite), e disturbi sessuali. Insomma, sono un po' confuso e non ho la gioia di vivere. Vorrei tornare a provare emozioni e sentimenti. Sto assumendo fluoxetina 20 mg al giorno, ma il senso del piacere non ce l'ho. Se mi verrà in mente altro aggiungerò in seguito. Grazie
Scusate se mi dilungo. Insomma, stavo descrivendo i sintomi. Assenza di emozioni. La musica, che prima mi faceva letteralmente sognare, mi era all'improvviso diventata quasi indifferente. Ho tenuto dentro per un po' tutto fino al mese di maggio. Poi ho iniziato a parlarne, prima in famiglia, poi con mia zia psichiatra e poi con il mio medico di famiglia. Mia zia psichiatra ha detto che non c'è da preoccuparsi perchè non sono cose gravi ed irreversibili. Lei lo dice consocendo il mio temperamento, suppongo, di persona sensibile e riflessiva. Lo stesso ha detto il mio medico curante. Fatto sta che io ho preso paura (mentalmente, s'intende, perchè non ho avuto la SENSAZIONE di paura) leggendo su internet di disturbi schizoaffettivi, disturbi schizofrenici e quant'altro. Mia zia dice che sono un ipocondriaco a pensare a cose di questo tipo. Dice che la discriminante tra malattie gravi e malattie lievi dal punto di vista mentale è lo stato di lucidità e vigilanza del paziente. E dice che io sono perfettamente lucido e vigile nel descrivere il mio stato. Però io sono sempre un po' preoccupato perchè leggo che i prodromi della schizofrenia possono comparire proprio nella mia età. Preciso che in famiglia, dalla parte di mio papà, c'è una zia che ha problemi di questo tipo. Ha iniziato con un'instabilità dell'umore, e poi si sono verificati fenomeni allucinatori (mi pare che ogni tanto senta le voci). Però vive da sola in casa (non in una casa di cura), e mi pare che la sua diagnosi sia disturbo border line. La zia psichiatra mi ha detto però che sono casi totalmente diversi. Ripeto, adesso sono si lucido mentalmente, ma ho ancora questa tensione alle gambe, assenza di piacere e di emozioni (anche se mia zia psichiatra dice che secondo lei le emozioni sono solo un po' attutite), e disturbi sessuali. Insomma, sono un po' confuso e non ho la gioia di vivere. Vorrei tornare a provare emozioni e sentimenti. Sto assumendo fluoxetina 20 mg al giorno, ma il senso del piacere non ce l'ho. Se mi verrà in mente altro aggiungerò in seguito. Grazie
[#6]
Ex utente
Ah poi dimenticavo, un giorno proprio in un momento di forte stress, mi è venuto in mente un pensiero bruttissimo di cui mi vergogno profondamente, cioè quello di poter fare del male a mia mamma, che è la persona che più al mondo fa per me. Fortunatamente è capitato solo quella volta. Perchè? Preciso che mentre sto scrivendo queste cose sto respirando affannosamente e pure sudando...madonna che paura.
[#7]
Ex utente
Uffa non mi capacito di come l'anno scorso avessi nel cuore certe bellissime sensazioni di piacere, calma, tranquillità, pace interiore e ora non più. Volevo un bene dell'anima a quel mio amico e il distacco è stato elaborato dalla mia interiorità come un lutto. Ma non è che queste cose causano danni irreversibili al cervello? Ritornerò come prima, a provare di nuovo piacere ed emozioni? Io amo la vita.....
[#9]
Ex utente
Ah poi mia zia (psichiatra) dice che il senso di oppressione toracica e il respiro affannoso sono emozioni, e dice che io mi sbaglio perchè per emozioni intendo solo quelle positive. Dice che quando parlo di "anedonia" uso un termine troppo forte. E poi mi ha consigliato di non leggere enciclopedie mediche o sintomi vari. Però io vi ho scritto perchè il protrarsi di questo stato è un po' frustrante....
[#10]
Ex utente
Altra cosa...ma non è che queste cose poi peggiorano? Non è che mi un giorno o l'altro mi sveglio con le allucinazioni? Perchè quando penso a questo stato penso che posso peggiorare.....boh, mia zia dice di no però. Dice che i miglioramenti sono graduali. Assumo la fluoxetina da un mese. Passerà? Speriamo....
[#13]
Ex utente
Gentili dottori,
mi scuso per la raffica di risposte a grappolo che ho scaricato.
Ero in un momento di ansia per la mia situazione, dettato dalle letture dei sintomi dei vari disturbi dello spettro schizofrenico che mi avevano suscitato un po' di angoscia.
Il mio medico di famiglia e la psichiatria (mia parente, come ho scritto) mi hanno detto assolutamente di non pensare a disturbi importanti come lo schizoaffettivo, e anzi mi hanno consigliato di chiedere sempre a loro spiegazioni su dubbi di natura medica e di non ricorrere all'utilizzo di internet. Per cercare di far capire il mio stato, in questo momento non sto male, ma non posso nemmeno dire di star bene, nel senso che nel petto non provo quelle emozioni e sensazioni di benessere e piacere che provavo prima, ad esempio, ascoltando la musica oppure andando al mare o in bicicletta. Camminando, mi pare di sentire un senso di tensione alle gambe, e anche l'orgasmo raggiunto attraverso l'autoerotismo è veramente poco soddisfacente. Pensavo di iscrivermi a qualche corso di meditazione o di yoga, o magari qualche trattamento reiki. A questo proposito, volevo sentire la vostra opinione, perchè ho letto esperienze di persone che sono incorse in disturbi psichici dopo essere state trattate con reiki.
mi scuso per la raffica di risposte a grappolo che ho scaricato.
Ero in un momento di ansia per la mia situazione, dettato dalle letture dei sintomi dei vari disturbi dello spettro schizofrenico che mi avevano suscitato un po' di angoscia.
Il mio medico di famiglia e la psichiatria (mia parente, come ho scritto) mi hanno detto assolutamente di non pensare a disturbi importanti come lo schizoaffettivo, e anzi mi hanno consigliato di chiedere sempre a loro spiegazioni su dubbi di natura medica e di non ricorrere all'utilizzo di internet. Per cercare di far capire il mio stato, in questo momento non sto male, ma non posso nemmeno dire di star bene, nel senso che nel petto non provo quelle emozioni e sensazioni di benessere e piacere che provavo prima, ad esempio, ascoltando la musica oppure andando al mare o in bicicletta. Camminando, mi pare di sentire un senso di tensione alle gambe, e anche l'orgasmo raggiunto attraverso l'autoerotismo è veramente poco soddisfacente. Pensavo di iscrivermi a qualche corso di meditazione o di yoga, o magari qualche trattamento reiki. A questo proposito, volevo sentire la vostra opinione, perchè ho letto esperienze di persone che sono incorse in disturbi psichici dopo essere state trattate con reiki.
[#14]
Ex utente
Quindi, per riepilogare, mi sento poco "sensibile" rispetto al mio stato precedente. Probabilmente, perchè ho perso un punto di riferimento affettivo a cui volevo molto bene. Però, sinceramente, non credevo di reagire così, anche perchè questa persona potrei continuare a vederla, però dentro di me il rapporto era talmente forte che la mia scelta di cambiare paese mi ha provocato questa reazione. Quasi come se fosse un lutto, cosa che in realtà non è. Ora, sia su consiglio del medico di famiglia che su quello della psichiatra parente (di cui mi fido tantissimo!), sto assumendo 20 mg al giorno di Fluoxetina. Sinceramente, però, non ho visto miglioramenti nella mia sensibilità, che valuto attraverso quelle "sensazioni" che sento con la musica. Ho iniziato il trattamento il 20 giugno, e mi hanno consigliato di proseguirlo per un altro mese prima di valutare una sospensione in caso di mancata risposta. Voi cosa ne pensate? E se posso, un ulteriore dubbio (scusate l'ipocondria) : la fluoxetina può avere tra gli effetti collaterali a lungo termine un eventuale impoverimento della capacità di provare affetti e sentimenti? Grazie mille.
[#15]
Secondo me,
e' un errore rivolgersi ai propri parenti per far impostare un trattamento che richiede tempi lunghi e, soprattutto, in assenza di una diagnosi precisa.
Non e' utile fare in questo modo e deve sentire il parere di un altro psichiatra, possibilmente non parente e che non conosca sua zia.
e' un errore rivolgersi ai propri parenti per far impostare un trattamento che richiede tempi lunghi e, soprattutto, in assenza di una diagnosi precisa.
Non e' utile fare in questo modo e deve sentire il parere di un altro psichiatra, possibilmente non parente e che non conosca sua zia.
[#16]
Ex utente
Gentile dr. Ruggiero,
anzitutto la ringrazio per la risposta.
Avevo già valutato l'idea di sentire il parere di un altro psichiatra, e nelle prossime settimane lo farò. Anche perchè con i parenti si è un po' inibiti nel raccontare particolari particolarmente intimi e profondi del proprio Se. Comunque, anche il medico di base (non è un parente!) e non solo mia zia mi ha rassicurato sulla non gravità della mia situazione. Se come diagnosi lei intende un foglio scritto, no questo non ce l'ho, però mi hanno detto che il mio è un episodio depressivo reattivo con sfumature ansiose, e che ho un buon funzionamento, e in generale mi hanno detto di non pensare a disturbi importanti come la schizoaffetività. Infatti, vedo che quando penso a queste cose, non subito, ma dopo un po', inizio a stare peggio e a respirare affannosamente.
Certo, se posso sfogarmi, rimane un po' la frustrazione del vedere annullata la propria volontà, nel senso che qualsiasi cosa faccia per provare qualche emozione e sensazione di benessere non sembra andare a buon fine. Non mi sono di certo seduto sugli allori in quest'anno, ho dato 7 esami con risultati buoni e ho frequentato un'associazione di volontariato. Ma niente, l'assenza di emozioni, la tensione alle gambe e l'assenza di sensazioni di benessere (più in generale, un senso di vuoto interiore) non si sono attenuati. Non so se l'ho scritto in precedenza, ma nei momenti di maggiore sofferenza sentivo un forte senso di dolore al petto, altre volte un senso di oppressione toracica. E, se può essere utile, proprio nei primi mesi dell'esperienza universitaria sognai questa cosa : io ero in una corriera, e l'autista voleva alzarsi in volo per andare alla velocità della luce, ma io lo frenavo perchè avevo paura. Ho raccontato il sogno a mia zia, e lei mi ha detto che in realtà ero io che guidavo l'autobus, e che questo sogno è il chiaro segno di un conflitto. Se può servire ad inquadrare meglio la mia situazione, le voglio raccontare un altro episodio abbastanza critico (più intenso di questo, anche se meno lungo). In terza superiore, ebbi un insegnante di lettere tremenda, che per tutto l'anno sottopose la classe ad un tremendo stress, tant'è che alla fine dell'anno scolastico ci furono 5 respinti, e altrettanti cambiarono scuola. Io mi stressai molto, comunque alla fine le valutazioni furono buone. Insomma,passò l'estate e prima dell'inizio della quarta superiore (verso la fine di agosto) iniziai a sentire un tremendo senso di oppressione alla testa, di notte mi svegliavo in preda alle sudorazioni (reazioni neurovegetative, mi dissero), e anche allora avevo poco appetito e, se non ricordo male, scarso senso di piacere come ora. Dato il solito vizietto di cercare su internet, andai a cercare i sintomi della mia situazione, e mi convinsi di avere un tumore al cervello. Facemmo, per sicurezza, la risonanza encefalica, e non risultò niente. Qualche giorno dopo la risonanza, il tutto miracolosamente svanì e iniziai a sentirmi bene. Quel periodo durò circa un mese e mezzo. Ora il malessere è meno intenso rispetto a quella volta, però sta perdurando da più di un anno. Mi chiedo, da assoluto profano, se anche questa volta non sia il caso di attendere la remissione spontanea della sintomatologia, data la scarsa efficacia della Fluoxetina. Il medico di famiglia consigliava magari di provare con un altro SSRI, la Paroxetina ad esempio. E sull'efficacia di pratiche come la meditazione o lo yoga cosa mi dice? La ringrazio molto per la sua gentilezza e disponibilità.
anzitutto la ringrazio per la risposta.
Avevo già valutato l'idea di sentire il parere di un altro psichiatra, e nelle prossime settimane lo farò. Anche perchè con i parenti si è un po' inibiti nel raccontare particolari particolarmente intimi e profondi del proprio Se. Comunque, anche il medico di base (non è un parente!) e non solo mia zia mi ha rassicurato sulla non gravità della mia situazione. Se come diagnosi lei intende un foglio scritto, no questo non ce l'ho, però mi hanno detto che il mio è un episodio depressivo reattivo con sfumature ansiose, e che ho un buon funzionamento, e in generale mi hanno detto di non pensare a disturbi importanti come la schizoaffetività. Infatti, vedo che quando penso a queste cose, non subito, ma dopo un po', inizio a stare peggio e a respirare affannosamente.
Certo, se posso sfogarmi, rimane un po' la frustrazione del vedere annullata la propria volontà, nel senso che qualsiasi cosa faccia per provare qualche emozione e sensazione di benessere non sembra andare a buon fine. Non mi sono di certo seduto sugli allori in quest'anno, ho dato 7 esami con risultati buoni e ho frequentato un'associazione di volontariato. Ma niente, l'assenza di emozioni, la tensione alle gambe e l'assenza di sensazioni di benessere (più in generale, un senso di vuoto interiore) non si sono attenuati. Non so se l'ho scritto in precedenza, ma nei momenti di maggiore sofferenza sentivo un forte senso di dolore al petto, altre volte un senso di oppressione toracica. E, se può essere utile, proprio nei primi mesi dell'esperienza universitaria sognai questa cosa : io ero in una corriera, e l'autista voleva alzarsi in volo per andare alla velocità della luce, ma io lo frenavo perchè avevo paura. Ho raccontato il sogno a mia zia, e lei mi ha detto che in realtà ero io che guidavo l'autobus, e che questo sogno è il chiaro segno di un conflitto. Se può servire ad inquadrare meglio la mia situazione, le voglio raccontare un altro episodio abbastanza critico (più intenso di questo, anche se meno lungo). In terza superiore, ebbi un insegnante di lettere tremenda, che per tutto l'anno sottopose la classe ad un tremendo stress, tant'è che alla fine dell'anno scolastico ci furono 5 respinti, e altrettanti cambiarono scuola. Io mi stressai molto, comunque alla fine le valutazioni furono buone. Insomma,passò l'estate e prima dell'inizio della quarta superiore (verso la fine di agosto) iniziai a sentire un tremendo senso di oppressione alla testa, di notte mi svegliavo in preda alle sudorazioni (reazioni neurovegetative, mi dissero), e anche allora avevo poco appetito e, se non ricordo male, scarso senso di piacere come ora. Dato il solito vizietto di cercare su internet, andai a cercare i sintomi della mia situazione, e mi convinsi di avere un tumore al cervello. Facemmo, per sicurezza, la risonanza encefalica, e non risultò niente. Qualche giorno dopo la risonanza, il tutto miracolosamente svanì e iniziai a sentirmi bene. Quel periodo durò circa un mese e mezzo. Ora il malessere è meno intenso rispetto a quella volta, però sta perdurando da più di un anno. Mi chiedo, da assoluto profano, se anche questa volta non sia il caso di attendere la remissione spontanea della sintomatologia, data la scarsa efficacia della Fluoxetina. Il medico di famiglia consigliava magari di provare con un altro SSRI, la Paroxetina ad esempio. E sull'efficacia di pratiche come la meditazione o lo yoga cosa mi dice? La ringrazio molto per la sua gentilezza e disponibilità.
[#17]
Ex utente
Ora non vi arrabbiate, ma un altro pensiero che sono riuscito a concepire oggi è stato il seguente. Avendo acquistato (e letto) il libro "Psicofarmaci" dello psichiatra Michele Conte, ho letto del disturbo schizoaffettivo e della cura con Risperidone. Allora, ho pensato : speriamo di non dover prendere il Risperidone già da ora, perchè altrimenti c'è il rischio di sviluppare quella brutta cosa che si chiama discinesia tardiva.
[#18]
Gentile utente,
Lei ha già ricevuto una terapia, e quindi una diagnosi. Non deve essere rassicurato su queste preoccupazioni gratuite prive di una logica alla loro origine. Deve curarsi ma credo facendo inquadrare il discorso in maniera più specifica da uno specialista.
Quindi eviti di cercare o discutere informazioni tecniche di cui non conosce il senso, e di cui tratterrà solo le parole, le espressioni e gli spezzoni che le incutono timore.
Non vedo perché vada a leggere libri sul disturbo schizoaffettivo e "della cura con risperidone" (perché le sarà rimasto impresso proprio il disturbo schizoaffettivo e il farmaco risperidone tra le tante cose deriva da una sua fissazione su questo tema).
Quindi interrompa questo inutile affollamento di informazioni di cui non capisce granché e vada a farsi visitare da uno psichiatra.
Lei ha già ricevuto una terapia, e quindi una diagnosi. Non deve essere rassicurato su queste preoccupazioni gratuite prive di una logica alla loro origine. Deve curarsi ma credo facendo inquadrare il discorso in maniera più specifica da uno specialista.
Quindi eviti di cercare o discutere informazioni tecniche di cui non conosce il senso, e di cui tratterrà solo le parole, le espressioni e gli spezzoni che le incutono timore.
Non vedo perché vada a leggere libri sul disturbo schizoaffettivo e "della cura con risperidone" (perché le sarà rimasto impresso proprio il disturbo schizoaffettivo e il farmaco risperidone tra le tante cose deriva da una sua fissazione su questo tema).
Quindi interrompa questo inutile affollamento di informazioni di cui non capisce granché e vada a farsi visitare da uno psichiatra.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#23]
Ex utente
Dopo l'agitazione di questi giorni, finalmente anche i miei genitori, che avevano in buona fede voluto tenere lontano il problema (derubricandolo come crisi esistenziale, ma evidentemente per i miei genitori non è stato facilissimo accettare i problemi del figlio), si sono resi conto che effettivamente c'è qualcosa che non va, e quindi vogliono partecipare anche loro alla gestione della situazione.
I fatti sono che, nonostante le terapie con SSRI, questo stato tale per cui mi sembra di essere prigioniero nel mio corpo senza potermi mettere in contatto con nulla nel mondo esterno, non si è dissolto.
E' ovvio che non avendo ricevuto risposte soddisfacenti fino ad oggi, poi io mi metta a ricercare con insistenza soluzioni al mio stato. Questa non è ossessività, perchè l'ossessivo fondamentalmente credo che ripeta i propri costrutti mentali senza che ve ne sia bisogno, ma nel mio caso io non sto bene, e quindi vado alla ricerca di qualcosa sulla base di sintomi ben definiti.
Ora, io mi chiedo se un paio di vaccinazioni antinfluenzali fatte (una alla fine del 2007, e una alla fine del 2008), non possano avere influenzato questo stato.
Io ricordo che, dopo l'antinfluenzale del 2007 (probabilmente circa una decina di giorni dopo), iniziai ad avere pensieri con un tono depressivo (lo ricordavo, ma ne ho avuto conferma recuperando quello che allora scrissi in un forum on-line, di cui è rimasto traccia).
Può essere che la vaccinazione abbia contribuito a slatentizzare il lato "depressivo" della forte relazione umana che all'epoca stavo vivendo.
Inoltre, nei mesi successivi (gennaio-giugno 2008), ebbi una forma di orticaria che mi compariva quasi ogni sera. Difficilmente ciò poteva essere dovuto a cambiamenti nell'alimentazione (gli alimenti che in famiglia abbiamo mangiato sono sempre stati i medesimi), ma molto più probabilmente ciò era dovuto ad una somatizzazione della forte esperienza affettiva che allora stavo vivendo (e forse il vaccino, ripeto, ha spostato il pensiero sul lato depressivo).
Poi, e questo lo ricordo bene, dopo che c'erano già stati i primi forti episodi di malessere (oppressione toracica, tensione alle gambe, pianto senza motivo), alla fine del 2008 mi vaccinai nuovamente, e forse questo ha alterato la mia percezione del dolore emotivo. Fu infatti dopo questo vaccino che io iniziai a percepire, ad intermittenza, fino al mese di maggio 2009, un forte dolore emotivo ed un forte senso di confusione mentale.
In un altro forum, un neurochimico, il dr. Paolo Mainardi, ha ipotizzato quanto segue :
e vaccinazioni possono aumentare eventuali processi infiammatori intestinali.
Su Gastroenterology del 2010 (139 pag 2102-2112) Bercik et al riportano che processi infiammatori intetsinali modificano la biochimica cerebrale e causano stati ansiosi depressivi.
Questo stati sono dovuti a deficit di serotonina cerebrale, come è noto dal 1965. La serotonina cerebrale è sintetizzata solo a partire dal triptofano, ammino acido essenziale, quindi introdotto solo con la dieta.
Frasi come "farsela sotto dalla paura" o "vomitare dallo spavento" ci fanno capire con quale rapidità siamo in grado di modificare la flora intestinale a seguito di stress. Una flora disbiotica decarbossila eccessivamente gli ammino acidi proteci, il triptofano in indolo e scatolo i cui livelli urinari sono marker della disbiosi.
Se lei si facesse analizzare le urine troverebbe elevati livelli di indolo e scatolo, che corrispondono a bassi livelli plasmatici di tiptofano.
Questo ammino acido controlla la sintesi di neuropeptidi, tra cui l'NPY responsabile della soglia del dolore.
Comunque al più presto ripartirò con una nuova visita psichiatrica, spero comunque di poter avere qualche vostro suggerimento.
I fatti sono che, nonostante le terapie con SSRI, questo stato tale per cui mi sembra di essere prigioniero nel mio corpo senza potermi mettere in contatto con nulla nel mondo esterno, non si è dissolto.
E' ovvio che non avendo ricevuto risposte soddisfacenti fino ad oggi, poi io mi metta a ricercare con insistenza soluzioni al mio stato. Questa non è ossessività, perchè l'ossessivo fondamentalmente credo che ripeta i propri costrutti mentali senza che ve ne sia bisogno, ma nel mio caso io non sto bene, e quindi vado alla ricerca di qualcosa sulla base di sintomi ben definiti.
Ora, io mi chiedo se un paio di vaccinazioni antinfluenzali fatte (una alla fine del 2007, e una alla fine del 2008), non possano avere influenzato questo stato.
Io ricordo che, dopo l'antinfluenzale del 2007 (probabilmente circa una decina di giorni dopo), iniziai ad avere pensieri con un tono depressivo (lo ricordavo, ma ne ho avuto conferma recuperando quello che allora scrissi in un forum on-line, di cui è rimasto traccia).
Può essere che la vaccinazione abbia contribuito a slatentizzare il lato "depressivo" della forte relazione umana che all'epoca stavo vivendo.
Inoltre, nei mesi successivi (gennaio-giugno 2008), ebbi una forma di orticaria che mi compariva quasi ogni sera. Difficilmente ciò poteva essere dovuto a cambiamenti nell'alimentazione (gli alimenti che in famiglia abbiamo mangiato sono sempre stati i medesimi), ma molto più probabilmente ciò era dovuto ad una somatizzazione della forte esperienza affettiva che allora stavo vivendo (e forse il vaccino, ripeto, ha spostato il pensiero sul lato depressivo).
Poi, e questo lo ricordo bene, dopo che c'erano già stati i primi forti episodi di malessere (oppressione toracica, tensione alle gambe, pianto senza motivo), alla fine del 2008 mi vaccinai nuovamente, e forse questo ha alterato la mia percezione del dolore emotivo. Fu infatti dopo questo vaccino che io iniziai a percepire, ad intermittenza, fino al mese di maggio 2009, un forte dolore emotivo ed un forte senso di confusione mentale.
In un altro forum, un neurochimico, il dr. Paolo Mainardi, ha ipotizzato quanto segue :
e vaccinazioni possono aumentare eventuali processi infiammatori intestinali.
Su Gastroenterology del 2010 (139 pag 2102-2112) Bercik et al riportano che processi infiammatori intetsinali modificano la biochimica cerebrale e causano stati ansiosi depressivi.
Questo stati sono dovuti a deficit di serotonina cerebrale, come è noto dal 1965. La serotonina cerebrale è sintetizzata solo a partire dal triptofano, ammino acido essenziale, quindi introdotto solo con la dieta.
Frasi come "farsela sotto dalla paura" o "vomitare dallo spavento" ci fanno capire con quale rapidità siamo in grado di modificare la flora intestinale a seguito di stress. Una flora disbiotica decarbossila eccessivamente gli ammino acidi proteci, il triptofano in indolo e scatolo i cui livelli urinari sono marker della disbiosi.
Se lei si facesse analizzare le urine troverebbe elevati livelli di indolo e scatolo, che corrispondono a bassi livelli plasmatici di tiptofano.
Questo ammino acido controlla la sintesi di neuropeptidi, tra cui l'NPY responsabile della soglia del dolore.
Comunque al più presto ripartirò con una nuova visita psichiatrica, spero comunque di poter avere qualche vostro suggerimento.
[#24]
Gentile utente,
Approccio sbagliato. Lei continua a fare "l'esperto" e poi a dire che non ha ricevuto risposte soddisfacenti. Con questo approccio non ne avrà.
Peggio ancora è l'autodocumentazione su materie in cui l'unica cosa che fa sono collegamenti da Lei decisi in base a elementi che attirano la sua attenzione, con una logica che non è disposto evidentemente a mettere in discussione. Non si capisce allora se voglia una soluzione o voglia dare Lei suggerimenti. O collaborare con i professionisti alla comprensione delle cose, che direi di evitare. Si limiti a farsi dare indicazioni.
"non è ossessività, perchè l'ossessivo fondamentalmente credo che ripeta i propri costrutti mentali senza che ve ne sia bisogno, ma nel mio caso io non sto bene, e quindi vado alla ricerca di qualcosa sulla base di sintomi ben definiti."
Non è questa l'ossessività. Tanto per fare un esempio di come poi uno si scelga da solo dove sta il problema, cosa è e cosa non è, il tutto senza averne colto i connotati, cosa che infatti non spetta a chi voglia curarsi.
Deve seguire un professionista di sua scelta, cure o non cure, senza imporre punti di vista o curiosità del momento.
Approccio sbagliato. Lei continua a fare "l'esperto" e poi a dire che non ha ricevuto risposte soddisfacenti. Con questo approccio non ne avrà.
Peggio ancora è l'autodocumentazione su materie in cui l'unica cosa che fa sono collegamenti da Lei decisi in base a elementi che attirano la sua attenzione, con una logica che non è disposto evidentemente a mettere in discussione. Non si capisce allora se voglia una soluzione o voglia dare Lei suggerimenti. O collaborare con i professionisti alla comprensione delle cose, che direi di evitare. Si limiti a farsi dare indicazioni.
"non è ossessività, perchè l'ossessivo fondamentalmente credo che ripeta i propri costrutti mentali senza che ve ne sia bisogno, ma nel mio caso io non sto bene, e quindi vado alla ricerca di qualcosa sulla base di sintomi ben definiti."
Non è questa l'ossessività. Tanto per fare un esempio di come poi uno si scelga da solo dove sta il problema, cosa è e cosa non è, il tutto senza averne colto i connotati, cosa che infatti non spetta a chi voglia curarsi.
Deve seguire un professionista di sua scelta, cure o non cure, senza imporre punti di vista o curiosità del momento.
[#25]
Ex utente
(Approccio sbagliato. Lei continua a fare "l'esperto" e poi a dire che non ha ricevuto risposte soddisfacenti. Con questo approccio non ne avrà.)
Non faccio l'esperto e non mi considero tale, sebbene gli SSRI, che di certo non mi sono auto-prescritto, non hanno avuto effetti.
(Peggio ancora è l'autodocumentazione su materie in cui l'unica cosa che fa sono collegamenti da Lei decisi in base a elementi che attirano la sua attenzione, con una logica che non è disposto evidentemente a mettere in discussione)
Io metto in discussione tutto, semplicemente ho riportato alcuni eventi che sono seguiti alla vaccinazione (orticaria, senso di dolore emotivo dopo la vaccinazione dell'anno successivo) e ho chiesto se possano avere avuto una correlazione con il mio stato.
Sarei ben lieto di mettere tutto in discussione e di non pensarci più, risparmierei tempo e lo impiegherei per studiare.
(Tanto per fare un esempio di come poi uno si scelga da solo dove sta il problema)
Ho parlato di ossessività semplicemente perchè mi era stata fatta una diagnosi in questo senso, non perchè l'abbia scelta io.
(Deve seguire un professionista di sua scelta, cure o non cure, senza imporre punti di vista o curiosità del momento.)
Ripartirò da una nuova visita, come detto sopra.
Non faccio l'esperto e non mi considero tale, sebbene gli SSRI, che di certo non mi sono auto-prescritto, non hanno avuto effetti.
(Peggio ancora è l'autodocumentazione su materie in cui l'unica cosa che fa sono collegamenti da Lei decisi in base a elementi che attirano la sua attenzione, con una logica che non è disposto evidentemente a mettere in discussione)
Io metto in discussione tutto, semplicemente ho riportato alcuni eventi che sono seguiti alla vaccinazione (orticaria, senso di dolore emotivo dopo la vaccinazione dell'anno successivo) e ho chiesto se possano avere avuto una correlazione con il mio stato.
Sarei ben lieto di mettere tutto in discussione e di non pensarci più, risparmierei tempo e lo impiegherei per studiare.
(Tanto per fare un esempio di come poi uno si scelga da solo dove sta il problema)
Ho parlato di ossessività semplicemente perchè mi era stata fatta una diagnosi in questo senso, non perchè l'abbia scelta io.
(Deve seguire un professionista di sua scelta, cure o non cure, senza imporre punti di vista o curiosità del momento.)
Ripartirò da una nuova visita, come detto sopra.
[#26]
Ex utente
Vorrei anche aggiungere che, se io mi autodocumento, lo faccio anche per cercare di capire quello che mi accade, non perché mi consideri un esperto. Ad esempio, ho ritenuto giusto riportare alcuni eventi seguiti alle vaccinazioni perché potrebbero esserci alcune correlazioni con quanto accaduto. Poi ovviamente io non sono un medico e quindi non mi permetto di valutare il significato di determinati sintomi, ma il vero problema e' che anche tra medici le opinioni non sono univoche e quindi può essere giusto sentire l'altra campana
[#27]
"Sarei ben lieto di mettere tutto in discussione e di non pensarci più, risparmierei tempo e lo impiegherei per studiare."
No, invece sto cercando di spiegarLe che non si esce dai problemi mettendo in discussione "tutto". Anche perché non troverà mai risponde soddisfacenti o definite al 100%su quasi nessun quesito possibile.
Purtroppo autodocumentarsi non significa capire il senso pratico delle cose, o il valore e il peso delle informazioni. La persona che si documenta di più non cambia la sua condizione di paziente che riesce o non riesce a interagire con i medici e a spiegarsi o a indurre corretti approcci su di sé. Se mai il contrario, il rischio è esattamente il contrario.
Sull'ossessività ha capito il contrario. E' Lei che metteva in discussione che fosse una sua caratteristica, e per farlo faceva un ragionamento su cosa è l'ossessività e cosa non è.
Sostanzialmente non le sta bene che le si dica che pone questioni malposte, e che il punto non è avere risposte a tutte le questioni che le vengono in mente, non importa con quale documentazione da Lei raccolta o pescata in rete. Non è così che funziona un processo diagnostico, e non può sostituire alla clinica medica i dossier che può compilare sulle ipotesi da Lei stesso fatte.
Sarebbe, visto che programma una nuova visita, da evitare tutto questo. E di accettare che non si passi dalle risposte ai suoi dubbi quando si programma e si gestisce una cura.
No, invece sto cercando di spiegarLe che non si esce dai problemi mettendo in discussione "tutto". Anche perché non troverà mai risponde soddisfacenti o definite al 100%su quasi nessun quesito possibile.
Purtroppo autodocumentarsi non significa capire il senso pratico delle cose, o il valore e il peso delle informazioni. La persona che si documenta di più non cambia la sua condizione di paziente che riesce o non riesce a interagire con i medici e a spiegarsi o a indurre corretti approcci su di sé. Se mai il contrario, il rischio è esattamente il contrario.
Sull'ossessività ha capito il contrario. E' Lei che metteva in discussione che fosse una sua caratteristica, e per farlo faceva un ragionamento su cosa è l'ossessività e cosa non è.
Sostanzialmente non le sta bene che le si dica che pone questioni malposte, e che il punto non è avere risposte a tutte le questioni che le vengono in mente, non importa con quale documentazione da Lei raccolta o pescata in rete. Non è così che funziona un processo diagnostico, e non può sostituire alla clinica medica i dossier che può compilare sulle ipotesi da Lei stesso fatte.
Sarebbe, visto che programma una nuova visita, da evitare tutto questo. E di accettare che non si passi dalle risposte ai suoi dubbi quando si programma e si gestisce una cura.
[#32]
Ex utente
Ho una nuova informazione che mi è venuta in mente:
tra luglio e agosto 2008, quindi vicino all'inizio di questa situazione, ricordo di aver avuto dei vermetti nella zona anale e nelle feci...però allora non andai dal medico, anche perchè era in ferie e mi ero riproposto di non disturbarlo per ogni minima cosa.
tra luglio e agosto 2008, quindi vicino all'inizio di questa situazione, ricordo di aver avuto dei vermetti nella zona anale e nelle feci...però allora non andai dal medico, anche perchè era in ferie e mi ero riproposto di non disturbarlo per ogni minima cosa.
[#33]
Gentile utente,
Cioè Lei avrebbe avuto dei vermi nell'ano e nelle feci e non batté ciglio all'epoca, mentre adesso improvvisamente se lo ricorda. Le sembrerebbe una minima cosa per cui disturbare un medico ? Uno vede dei vermi nelle feci e non ritiene di disturbare il medico ?
"Ho una nuova informazione che mi è venuta in mente"
Questo naturalmente potrebbe ripetersi senza fine.
Cioè Lei avrebbe avuto dei vermi nell'ano e nelle feci e non batté ciglio all'epoca, mentre adesso improvvisamente se lo ricorda. Le sembrerebbe una minima cosa per cui disturbare un medico ? Uno vede dei vermi nelle feci e non ritiene di disturbare il medico ?
"Ho una nuova informazione che mi è venuta in mente"
Questo naturalmente potrebbe ripetersi senza fine.
[#35]
Ex utente
La zia psichiatra mi ha appena detto che non dovrebbero esserci collegamenti, riferendomi che al massimo quei parassiti potrebbero causare stanchezza.
Mi ha detto comunque che sono frequenti in estate, e possono dipendere dall'alimentazione (allora infatti era estate).
Mi ha detto che, per essere sicuro, dovrei fare l'esame parassitologico delle feci, ma non crede ci siano legami con la mia situazione.
Insomma, mi ha abbastanza tranquillizzato.
Mi ha detto comunque che sono frequenti in estate, e possono dipendere dall'alimentazione (allora infatti era estate).
Mi ha detto che, per essere sicuro, dovrei fare l'esame parassitologico delle feci, ma non crede ci siano legami con la mia situazione.
Insomma, mi ha abbastanza tranquillizzato.
[#36]
Ex utente
Quello che allora non volli fare, anche perchè era periodo di ferie, era correre subito dal medico al primo giorno del sintomo.
Poi non è che stessi a pensare sempre ai vermi!
Probabilmente dopo qualche giorno se ne andarono (altrimenti gli avrei visti!). Se non se ne fossero andati, penso che avrei consultato il medico.
Poi non è che stessi a pensare sempre ai vermi!
Probabilmente dopo qualche giorno se ne andarono (altrimenti gli avrei visti!). Se non se ne fossero andati, penso che avrei consultato il medico.
[#37]
Ex utente
Dottore,
quello che le sto per scrivere può essere che abbia un senso, che ovviamente lascio a lei valutare. Solamente le trascrivo i dati.
Ho trovato i risultati di alcune analisi del sangue fatte nel settembre 2006, e di quelle fatte il 24/01/2008.
Nel 2006 le feci perchè ebbi, e in quel caso durarono per un mese, un periodo di forti manifestazioni psicosomatiche (in quel caso, più intense di quelle di quest'ultima fase. Lì avevo continuo mal di testa, senso di pressione alla testa, sudorazioni (diurne e notturne)-
Gli esami dell'epoca evidenziarono un aumento degli eosinofili (leggo 8%, con limite massimo 6%).
Gli esami fatti il 24/01/2008 (fatti perchè, appunto, mi sentivo un po' svogliato, stanco, in più c'era l'orticaria, ecco perchè io parlo del vaccino, perchè questo è accaduto dopo la vaccinazione antinfluenzale)hanno evidenziato ugualmente un aumento degli eosinofili (0,73 x 10^3/microL , mentre il massimo era 0,4). In quell'occasione erano alte anche le Alfa-2-globuline al 12,3% (max 12%) .
Io credo che già allora iniziassi a non stare proprio perfettamente, con alcuni stati talvolta depressivi (me li ricordo bene) anche se poi la piena coscienza che nel mio sentire qualcosa era cambiato ce l'ho avuta più tardi.
Lascio questi dati, se vorrà, alla sua interpretazione.
quello che le sto per scrivere può essere che abbia un senso, che ovviamente lascio a lei valutare. Solamente le trascrivo i dati.
Ho trovato i risultati di alcune analisi del sangue fatte nel settembre 2006, e di quelle fatte il 24/01/2008.
Nel 2006 le feci perchè ebbi, e in quel caso durarono per un mese, un periodo di forti manifestazioni psicosomatiche (in quel caso, più intense di quelle di quest'ultima fase. Lì avevo continuo mal di testa, senso di pressione alla testa, sudorazioni (diurne e notturne)-
Gli esami dell'epoca evidenziarono un aumento degli eosinofili (leggo 8%, con limite massimo 6%).
Gli esami fatti il 24/01/2008 (fatti perchè, appunto, mi sentivo un po' svogliato, stanco, in più c'era l'orticaria, ecco perchè io parlo del vaccino, perchè questo è accaduto dopo la vaccinazione antinfluenzale)hanno evidenziato ugualmente un aumento degli eosinofili (0,73 x 10^3/microL , mentre il massimo era 0,4). In quell'occasione erano alte anche le Alfa-2-globuline al 12,3% (max 12%) .
Io credo che già allora iniziassi a non stare proprio perfettamente, con alcuni stati talvolta depressivi (me li ricordo bene) anche se poi la piena coscienza che nel mio sentire qualcosa era cambiato ce l'ho avuta più tardi.
Lascio questi dati, se vorrà, alla sua interpretazione.
[#38]
Gentile utente,
Dunque, mi sembra assurdo stabilire se una cosa successa 3 anni fa che non è stata definita da nessuno, e che stranamente Lei non andò a riferire (un ipocondriaco che però in presenza di vermi nelle feci decide di evitare di consultare il medico su consiglio dei familiari per non infastidirlo), debba essere chiarita per vaghe ipotesi in questa sede.
Lei deve far riferimento ad un medico che la segua per un problema, non collegando tutto a tutto.
Lei non ha bisogno di rassicurazioni da parenti psichiatri (una rassicurazione non è neanche una interpretazione, ha una valenza puramente psicologica e denota allora un rapporto con i sintomi e gli elementi che non è centrato sui sintomi e e gli elementi stessi, ma sul dubbio con cui si vanno a ripescare), se mai di indicazioni da specialisti non parenti.
Un consulto iniziato parlando di crisi adolescenziali di ora e finito con presunti parassiti nelle feci di 3 anni fa non ha senso a mio avviso di proseguire.
Inoltre ha già avuto risposta nell'apposita area.
Non credo che momento comunque stia utilizzando questo spazio in una maniera che può esserle utile, così è un moltiplicatore di dubbi, più consulti chiede e meno la situazione le è chiara. Anche perché alterna momenti in cui chiede interpretazioni a scatola cinese, ad altri in cui autodetermina il perché e il per come di ogni cosa. Questo non ha utilità alcuna.
Dunque, mi sembra assurdo stabilire se una cosa successa 3 anni fa che non è stata definita da nessuno, e che stranamente Lei non andò a riferire (un ipocondriaco che però in presenza di vermi nelle feci decide di evitare di consultare il medico su consiglio dei familiari per non infastidirlo), debba essere chiarita per vaghe ipotesi in questa sede.
Lei deve far riferimento ad un medico che la segua per un problema, non collegando tutto a tutto.
Lei non ha bisogno di rassicurazioni da parenti psichiatri (una rassicurazione non è neanche una interpretazione, ha una valenza puramente psicologica e denota allora un rapporto con i sintomi e gli elementi che non è centrato sui sintomi e e gli elementi stessi, ma sul dubbio con cui si vanno a ripescare), se mai di indicazioni da specialisti non parenti.
Un consulto iniziato parlando di crisi adolescenziali di ora e finito con presunti parassiti nelle feci di 3 anni fa non ha senso a mio avviso di proseguire.
Inoltre ha già avuto risposta nell'apposita area.
Non credo che momento comunque stia utilizzando questo spazio in una maniera che può esserle utile, così è un moltiplicatore di dubbi, più consulti chiede e meno la situazione le è chiara. Anche perché alterna momenti in cui chiede interpretazioni a scatola cinese, ad altri in cui autodetermina il perché e il per come di ogni cosa. Questo non ha utilità alcuna.
[#39]
Ex utente
Comunque, cerco di avere un atteggiamento positivo (altrimenti è la fine!). Mi sembra che le possibilità siano tante (ora ho letto che alcuni pazienti hanno risolto con una sorta di pacemaker cerebrale), e tra farmaci, medicine omeopatiche, omotossicologia, medicine aliene (!), qualcosa dovrà pur venire fuori.
Questo consulto ha ricevuto 39 risposte e 10.6k visite dal 23/07/2009.
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