Zolpeduar 5mg quale strategia a breve termine per curare insonnia: approccio vincente?
Gentili dottori,
Sono un uomo di 30 anni, attualmente in buona salute fisica. A causa di un periodo particolarmente stressante e prolungato (oggettivamente difficile da sostenere per chiunque, sia per i ritmi che per la durata), è ormai lungo tempo che riposo male la notte.
Durante il giorno reggo mediamente bene (almeno esteriormente), ma alla sera stress e ansia sono ormai difficilmente controllabili. Il mio problema non è addormentarmi: lo faccio in pochi minuti, arrivando stremato alla sera. È mantenere il sonno. Dopo poco mi sveglio e non prendo più sonno per ore (avviene in media 1-2 volte a settimana in forma pesante). I giorni restanti la cosa è più lieve, ma il sonno è comunque di scarsa qualità: mi giro continuamente e, ripreso a dormire, minimi rumori (spesso suoni trigger come versi di volatili di lieve intensità) mi svegliano daccapo.
Non sono stupito di quanto accade: il carico di stress è troppo per me. Sento tuttavia di avere ancora l'energia che serve per chiudere alcuni dei capitoli che mi causano stress nei mesi successivi, così da alleggerire il carico. Per farlo, però, ho bisogno nell'immediato di riposare meglio.
Ho chiesto consulto al medico curante.
Una soluzione temporanea (che non sfrutti "metodi naturali", ahimè non funzionano su di me!) che mi aiuti di qui alle prossime 3-4 settimane a dormire. Dopo, il carico di stress rimarrà alto, ma un poco più gestibile e conto di poter fare a meno di aiuti farmacologici. Mi è stato prescritto ZOLPEDUAR 5mg, da prendere 30-60 min prima di coricarmi. Nessuna informazione aggiuntiva.
Come soluzione di medio-lungo periodo mi sono ripromesso di cercare un aiuto psicologico, che mi aiuti a razionalizzare alcune delle scelte che mi hanno portato a questa prolungata situazione di stress. A razionalizzare ed affrontare al meglio ciò che verrà. Ho già contattato uno psicoterapeuta e conto di avere un primo appuntamento a breve.
DOMANDE:
1) Vi sembra un approccio adeguato, in generale? Specie quello farmacologico
2) Una delle mie richieste al medico è stata l'esigenza di essere ben vigile durante il giorno. Faccio lavori di concetto, di stampo logico-matematico, e sarebbe difficile svolgere la mia attività con ridotte facoltà cognitive (sonno o farmaci che sia... ) .
3) Considerando il 15/02/23 come scadenza della maggiore componente di stress (entro quella data devo impegnarmi molto, dopo quella data posso mollare un po' il tiro e vorrei smettere di assumere il farmaco), quando mi consigliate di iniziare col sonnifero e quando smettere per ottimizzare la performance/efficacia della terapia? Ad esempio, consigliate di smettere alcuni giorni prima del giorno X? O smettere dopo? Vorrei evitare ansie/insonnia/effetti collaterali proprio a ridosso della data.
4) Come "uscire" dalla terapia, per evitare crisi d'astinenza o simili, soprattutto se a ridosso della data X?
Grazie di cuore a chi mi dedicherà del tempo gratuito.
A Napoli è "un caffè pagato", che ricambierò col prossimo.
Sono un uomo di 30 anni, attualmente in buona salute fisica. A causa di un periodo particolarmente stressante e prolungato (oggettivamente difficile da sostenere per chiunque, sia per i ritmi che per la durata), è ormai lungo tempo che riposo male la notte.
Durante il giorno reggo mediamente bene (almeno esteriormente), ma alla sera stress e ansia sono ormai difficilmente controllabili. Il mio problema non è addormentarmi: lo faccio in pochi minuti, arrivando stremato alla sera. È mantenere il sonno. Dopo poco mi sveglio e non prendo più sonno per ore (avviene in media 1-2 volte a settimana in forma pesante). I giorni restanti la cosa è più lieve, ma il sonno è comunque di scarsa qualità: mi giro continuamente e, ripreso a dormire, minimi rumori (spesso suoni trigger come versi di volatili di lieve intensità) mi svegliano daccapo.
Non sono stupito di quanto accade: il carico di stress è troppo per me. Sento tuttavia di avere ancora l'energia che serve per chiudere alcuni dei capitoli che mi causano stress nei mesi successivi, così da alleggerire il carico. Per farlo, però, ho bisogno nell'immediato di riposare meglio.
Ho chiesto consulto al medico curante.
Una soluzione temporanea (che non sfrutti "metodi naturali", ahimè non funzionano su di me!) che mi aiuti di qui alle prossime 3-4 settimane a dormire. Dopo, il carico di stress rimarrà alto, ma un poco più gestibile e conto di poter fare a meno di aiuti farmacologici. Mi è stato prescritto ZOLPEDUAR 5mg, da prendere 30-60 min prima di coricarmi. Nessuna informazione aggiuntiva.
Come soluzione di medio-lungo periodo mi sono ripromesso di cercare un aiuto psicologico, che mi aiuti a razionalizzare alcune delle scelte che mi hanno portato a questa prolungata situazione di stress. A razionalizzare ed affrontare al meglio ciò che verrà. Ho già contattato uno psicoterapeuta e conto di avere un primo appuntamento a breve.
DOMANDE:
1) Vi sembra un approccio adeguato, in generale? Specie quello farmacologico
2) Una delle mie richieste al medico è stata l'esigenza di essere ben vigile durante il giorno. Faccio lavori di concetto, di stampo logico-matematico, e sarebbe difficile svolgere la mia attività con ridotte facoltà cognitive (sonno o farmaci che sia... ) .
3) Considerando il 15/02/23 come scadenza della maggiore componente di stress (entro quella data devo impegnarmi molto, dopo quella data posso mollare un po' il tiro e vorrei smettere di assumere il farmaco), quando mi consigliate di iniziare col sonnifero e quando smettere per ottimizzare la performance/efficacia della terapia? Ad esempio, consigliate di smettere alcuni giorni prima del giorno X? O smettere dopo? Vorrei evitare ansie/insonnia/effetti collaterali proprio a ridosso della data.
4) Come "uscire" dalla terapia, per evitare crisi d'astinenza o simili, soprattutto se a ridosso della data X?
Grazie di cuore a chi mi dedicherà del tempo gratuito.
A Napoli è "un caffè pagato", che ricambierò col prossimo.
[#1]
La terapia può essere temporanea ma non risolutiva.
La gestione della terapia deve essere fatta esclusivamente dal prescrittore o da un medico che la visiti di persona.
Una terapia più specifica ed a lungo termine non agisce sulla riduzione delle funzioni cognitive.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
La gestione della terapia deve essere fatta esclusivamente dal prescrittore o da un medico che la visiti di persona.
Una terapia più specifica ed a lungo termine non agisce sulla riduzione delle funzioni cognitive.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Una situazione del genere va inquadrata nel complesso dei suoi sintomi. Un sonnifero non mi pare strategicamente una soluzione, solo un rimedio per un sintomo (difficoltà ad addormentarsi) utilizzabile a breve termine. Lascerei perdere un approccio in cui già c'è un'interpretazione sul perché della situazione attuale,. Menziona il sonnifero, l'"aiuto" psicologico ma non invece una terapia psichiatrica, che mi sembrerebbe la prima cosa dati i sintomi riguardanti la sfera dell'ansia, insonnia etc.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 3.8k visite dal 27/01/2023.
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