Notti insonni e urla continue

Buongiorno, scrivo per un parere che riguarda mia mamma: 89 anni, attualmente in trattamento con Cardicor 2, 5 mg, Olpress 10 mg, Amlopol 5 mg.
Quando si mette a letto ha spesso la sensazione di soffocare e di mancanza di respiro, poi girandosi sul fianco le passa. Passa le notti insonni, per lunghi periodi urla e non ha pace: si gira e si rigira, tira via le coperte, vuole alzarsi per mettersi sulla poltrona, ma dopo poco vuole tornare a letto e così via in maniera continua, senza interruzione. Chiama persone che oramai sono morte: madre, padre. Vede situazioni che non esistono. Ha paura, vuole costantemente qualcuno accanto da toccare e a cui stringere la mano. Durante il giorno queto succede solo in certi momenti, in altri è relativamente sotto controllo, ma comunque è costantemente insofferente: dolori dappertutto, non vuole sentire voci e le dà fastidio qualsiasi rumore, tende sempre a tornare a letto, ma dopo un po' magari chiama perché vuole alzarsi e continua a tratti ad urlare. Quando le chiedo perché grida a squarciagola mi risponde che non può trattenersi: deve gridare!
Una specialista a cui ci siamo rivolti, ha prescritto Quetiapina 25 mg una la mattina e una la sera, ma dopo i primi giorni in cui sembrava funzionare, in realtà le crisi si sono manifestate lo stesso. Sospesa la Quetiapina, ha provato con Depakin soluzione 150 mg al mattino, 150 mg al pomeriggio e 350 mg la sera, ma nei tre giorni di prova le cose forse sono andate anche peggio. Adesso ha prescritto Talofen gocce 10 gocce la sera, ma io non so se provare o fermarmi.
So bene che non è questa la sede per prescrizioni, l’unica cosa che chiedo è se qualcuno di voi professionisti potesse inquadrarmi la patologia di cui soffre mia madre e magari la categoria di farmaci o i principi attivi su cui bisogna indirizzarsi per farla vivere tranquilla e farla riposare la notte. Vi ringrazio anticipatamente.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.5k 1k
I trattamenti ricevuto hanno avuto origine da una diagnosi o meno?



Dr. F. S. Ruggiero


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Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 221
I sintomi e segni che lei riferisce sono caratteristici di un disturbo organico cerebrale (demenza, ma non solo: per questo il collega le chiede la diagnosi). Purtroppo questi disturbi rispondono molto poco o per nulla ai farmaci sedativi, alcuni dei quali , come le benzodiazepine, sono anzi controproducenti. Quetiapina, Depakin e Talofen sono tutti potenzialmente benefici. Però nel caso della quetiapina era forse opportuno provare dosi maggiori (a meno di controindicazioni),mentre riguardo al Depakin occorre più tempo dei tre giorni della vostra prova.

Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-

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Utente
Utente
La diagnosi della specialista eè stata: psicosi organica, demenza senile, sospetta epilessia.

Mi rivolgo al dott. Carbonetti, che ringrazio per la sua celere e cortese risposta:
effettivamente il medico di famiglia aveva suggerito di provare con dosi maggiori di quetiapina, la specialista invece mi diceva di non insistere con più di due e di provare altro, come poi avevo descritto. Personalmente avevo provato a chedere se magari dando le due compresse di quetiapina insieme alla sera (piuttosto che una la sera e un la mattina) le cose potevano migliorare; ...ma poi, come dicevo, si è passati all'altra prova.
Il Talofen, come scrivevo, non l'ho iniziato perchè oramai sono piuttosto sconfortato e oltretutto ho visto che ha un mare di controindicazioni anche molto pesanti, molte di più di quelle della quetiapina e del depakin.
Cosa converrebbe fare a questo punto?

p.s. Da ignorante, in questi giorni, mi chiedevo se per mia madre avrebbe senso riprendere con le compresse di Cymbalta che ha preso per anni fino a un paio di anni fa quando gliele avevano sospese perchè aveva inziato una cura per un parkinsonismo e ci dicevano che non erano compatibili con la Levodopa. Il parkinsonismo è stato successivamente smentito e la levodopa non la prende più oramai da quasi un anno. Ricordo che quando prendeva Cymbalta, mai madre stava dicretamente bene.
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Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 221
Per il Talofen deve stare tranquillo perchè è un farmaco molto maneggevole e sicuro.
Riguardo al Cymbalta, ora il problema non è più la depressione ma purtroppo la demenza.
Però ci sono alcuni studi che sostengono l'efficacia, in queste forme di confusione agitata, del citalopram, che è un altro antidepressivo, e una prova potrebbe essere fatta. La decisione ultima spetta comunque al medico che segue la signora.

Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-

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Utente
Utente
Dott. Carbonetti, la ringrazio ancora.
Mi scusi se mi permetto ancora di chiederle un paio di cose, se può:

Il Citalopram (prescritto allora da uno specialista) mia madre l'ha preso da aprile 2021 fino a novembre 2021 quando ha avuto una crisi ed è rimasta in uno stato soporoso per tre giorni. Poi miracolosamente si è ripresa. Da allora, non glielo abbiamo più dato perchè il medico di famiglia diceva che visto che non riusciva a dormire la notte, il Citalopram la faceva stare più sveglia ed era meglio provare a toglierlo. Guardando lo stato tragico di mia madre in questi giorni mi chiedo se quell'interruzione non abbia creato ulteriori danni.

E mi chiedo se avere interrotto la Quetiapina (anche se si trattava di due compresse una al mattino e una alla sera) prese per un periodo di un paio di mesi (e nella prima fase soltanto una compressa), così di botto per provare altri farmaci, non abbia creato danni, nel senso che adesso grida ed è irrequieta praticamente sempre, con momenti in cui è un pugno di nervi, mentre prima avvaniva sempre la notte e sporadicamente il giorno.

E che tutto questo non sia un effetto collaterale dovuto alle interruzioni dei farmaci.

Mi scuso ancora e grazie
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Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 221
Non lo credo. Purtroppo i sintomi di queste patologie tendono di per sé ad aggravarsi.

Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-

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Utente
Utente
La ringrazio ancora e le auguro buona domenica
[#8]
Utente
Utente
Aggiorno la situazione: da un paio di settimane stiamo seguendo la terapia di una psichiatra:
Levopraid 15 gocce al mattino e a pranzo (aumentate gradualmente partendo da 7)
Trittico 20 gocce la sera (aumentate gradualmente partendo da 10)
Sereprile di compressa al mattino, a pranzo e mezza oppure la sera
Mia madre continua a stare male e la notte continua a non dormire, con l’aggiunta che adesso è dissociata, perché chiama cose con nome diverso dal loro, scambia gli ambienti, fa su di me cose che pensa di fare su di sé (tipo provare a togliere la maglia), ecc.
A questo punto, ho deciso (ditemi quello che volete, ma la pena di vedere mia madre distruggersi da settimane, la subiamo noi tutti!) di riprendere con i farmaci che mia madre prendeva fino a tre mesi fa e con i quali era relativamente sotto controllo: CIPRALEX e QUETIAPINA e di aumentare magari il dosaggio di Quetiapina che allora era stato forse troppo basso. Cambio anche il medico di famiglia che mi ha portato fuori strada allora.
Sui bugiardini del Levopraid e del Sereprile non parla di problemi legati alla sospensione, mentre su quello del Trittico c’è scritto che bisogna sospendere in modo graduale per evitare problemi. Posso introdurre il Cipralex e la Quetiapina, mentre scalo il Trittico o ciò può essere pericoloso? E se posso, in che modo scalare il Trittico? Se non addirittura mantenerlo insieme al Cipralex e al Trittico?
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Utente
Utente
.......visto che non posso cancellare la replica precedente, correggo qui un errore che ho riscontrato alla fine della replica precedente:

.......Se non addirittura mantenerlo insieme al Cipralex e alla Quetiapina?
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Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 221
La mia idea è che non deve fare da solo. Si faccia guidare da uno specialista esperto in farmacologia. In linea teorica il Trittico può essere associato a Quetiapina e Cipralex, ma questo non è un consiglio diretto a lei!

Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-

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Utente
Utente
Si so bene che devo affidarmi a un medico. Ne parlerò col nuovo medico di famiglia, lunedì vado a fare il cambio.
Le resto grato per le sue cortesi risposte.