Dap e demoralizzazione secondaria
Egregi medici,
per circa 8 anni ho sofferto di attacchi di panico (per lungo tempo, senza capire di cosa si trattasse); ad essi si sono poi affiancati altri sintomi che riconducevo a qualcosa di simile ad una depressione (ansia, pessimo umore, mancanza di motivazione, voglia di dormire durante il giorno...). Mi sono allora deciso a rivolgermi ad uno psichiatra il quale mi ha diagnosticato un disturbo da attacchi di panico unito a demoralizzazione secondaria. La terapia farmacologica proposta era di sertralina 50 mg 2 volte al giorno e pramipexolo 0,18 mg 2 volte al giorno. I risultati furono ottimi e piuttosto rapidi: scomparsa degli attacchi di panico nel giro di poche settimane e miglioramento dell'umore e della motivazione altrettanto (o addirittura forse più) rapidi. Progressivamente (nell'arco di circa 2 anni), d'accordo con il medico, abbiamo diminuito le dosi eliminando il pramipexolo e diminuendo la sertralina ad una compressa al giorno (status quo). Ho rilevato che (circostanza riferita al medico) scalando la sertralina, nessun effetto compariva; scalando invece il pramipexolo, progressivamente si riaffacciava la sonnolenza diurna unita ad una difficoltà ad addormentarmi notturna.
Ad oggi, a circa 3 anni dall'inizio della terapia, non ho più avuto attacchi di panico e non ho più episodi di ansia, ma purtroppo ho grosse difficoltà a trovare motivazione nelle cose che faccio (non ho "voglia di fare") e spesso desidero dormire svariate ore anche durante il giorno (oltre che di notte) e questa condizione dura per svariati giorni o settimane (anche se fortunatamente non è costante nel tempo): ciò costituisce al momento grave ostacolo all'attività che svolgo (studente/dottorando).
Mi sono trasferito all'estero per motivi di studio (e conto di rimanerci per lungo tempo) e questo non mi semplifica i rapporti col medico che mi aveva in cura (che non vedo da circa un anno), peraltro in una città diversa da quella in cui risiedo in Italia.
Consigli?
Grazie per la cortese attenzione.
per circa 8 anni ho sofferto di attacchi di panico (per lungo tempo, senza capire di cosa si trattasse); ad essi si sono poi affiancati altri sintomi che riconducevo a qualcosa di simile ad una depressione (ansia, pessimo umore, mancanza di motivazione, voglia di dormire durante il giorno...). Mi sono allora deciso a rivolgermi ad uno psichiatra il quale mi ha diagnosticato un disturbo da attacchi di panico unito a demoralizzazione secondaria. La terapia farmacologica proposta era di sertralina 50 mg 2 volte al giorno e pramipexolo 0,18 mg 2 volte al giorno. I risultati furono ottimi e piuttosto rapidi: scomparsa degli attacchi di panico nel giro di poche settimane e miglioramento dell'umore e della motivazione altrettanto (o addirittura forse più) rapidi. Progressivamente (nell'arco di circa 2 anni), d'accordo con il medico, abbiamo diminuito le dosi eliminando il pramipexolo e diminuendo la sertralina ad una compressa al giorno (status quo). Ho rilevato che (circostanza riferita al medico) scalando la sertralina, nessun effetto compariva; scalando invece il pramipexolo, progressivamente si riaffacciava la sonnolenza diurna unita ad una difficoltà ad addormentarmi notturna.
Ad oggi, a circa 3 anni dall'inizio della terapia, non ho più avuto attacchi di panico e non ho più episodi di ansia, ma purtroppo ho grosse difficoltà a trovare motivazione nelle cose che faccio (non ho "voglia di fare") e spesso desidero dormire svariate ore anche durante il giorno (oltre che di notte) e questa condizione dura per svariati giorni o settimane (anche se fortunatamente non è costante nel tempo): ciò costituisce al momento grave ostacolo all'attività che svolgo (studente/dottorando).
Mi sono trasferito all'estero per motivi di studio (e conto di rimanerci per lungo tempo) e questo non mi semplifica i rapporti col medico che mi aveva in cura (che non vedo da circa un anno), peraltro in una città diversa da quella in cui risiedo in Italia.
Consigli?
Grazie per la cortese attenzione.
[#1]
Non è molto chiaro se lei stia tuttora seguendo la terapia completa,cioè sertralina + pramimexolo. Se sì, la strada più semplice da battere è quella del rinforzo della dose del pramipexolo, che è attivo sui sintomi "perdita di motivazione" e "sonnolenza". Sempre però consultando prima lo psichiatra che la conosce, visto che il pramipexolo non è esente da effetti collaterali.
Cordiali saluti
dott. Paolo Carbonetti
Cordiali saluti
dott. Paolo Carbonetti
Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-
[#2]
Utente
Dr. Carbonetti,
grazie per la risposta, quasi immediata.
Mi scuso se non sono stato chiaro circa la terapia seguita/che sto seguendo.
La terapia iniziale è stata via via "ridotta" eliminando il pramipexolo (dopo circa 1 anno se non ricordo male) e scalando gradualmente la sertralina (da 2 compresse al giorno ad una, in circa 2 anni).
Preciso che durante l'anno di assunzione del pramipexolo, non ho riscontrato alcun effetto collaterale.
Cordiali saluti
grazie per la risposta, quasi immediata.
Mi scuso se non sono stato chiaro circa la terapia seguita/che sto seguendo.
La terapia iniziale è stata via via "ridotta" eliminando il pramipexolo (dopo circa 1 anno se non ricordo male) e scalando gradualmente la sertralina (da 2 compresse al giorno ad una, in circa 2 anni).
Preciso che durante l'anno di assunzione del pramipexolo, non ho riscontrato alcun effetto collaterale.
Cordiali saluti
[#3]
Sembra allora che la cosa più semplice sia di reintrodurre il pramipexolo alle dosi precedenti. Gli effetti avversi possono essere di tipo comportamentale (comportamenti compulsivi),ma sono rari. Mi raccomando però senta prima il suo psichiatra,magari per telefono,visto che ora lei è all'estero.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 5.6k visite dal 20/07/2009.
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