Peggioramento sintomi dopo due mesi di terapia
Salve.
Sono una donna di 35 anni, faccio psicoterapia da un anno e mezzo e ultimamente lo psichiatra del csm mi ha prescritto dei farmaci per aiutarmi ad affrontare una depressione che stava diventando insostenibile + ansia.
Inizialmente mi aveva prescritto Zoloft ma dopo tre settimane, dal momento che stavo peggio di prima, mi ha sostituito Zoloft con Brintellix a basso dosaggio.
Attualmente sono al secondo mese di Brintellix 10mg, Topiramato 50mg e quando ho attacchi di panico posso prendere Rivotril.
Scrivo perché non ho ottenuto alcun beneficio da questa terapia a parte un generale rilassamento dei nervi.
Mi sento più calma (e nonostante tutto a volte di notte ho attacchi di panico) ma sempre depressa.
Quello che però mi preoccupa è che i pensieri sul suicidio si sono intensificati.
Molto.
Ho dovuto chiedere sedute extra alla mia psicologa per non finire a buttarmi dalla finestra.
L'unica cosa che mi tiene ancora qui sono i miei figli ma so che non può durare ancora a lungo.
Ne ho parlato con lo psichiatra ma non ritiene che ci sia molto altro da fare coi farmaci in quanto è la terapia psicologica che deve fare il grosso del lavoro.
A volte il desiderio di morire è un pensiero così opprimente che mi immobilizza per ore.
Se mi muovessi lo farei per farmi del male e in quei giorni sono costretta a mandare i bambini dai nonni.
C'è purtroppo già stato un suicidio in famiglia (mio padre) con diagnosi di disturbo bipolare e borderline ma lo psichiatra non trova correlazione con la mia situazione.
La mia domanda per voi: come è possibile che con i farmaci io stia peggio di prima?
I farmaci non servono a dare almeno un po' di respiro?
Ho letto che sia Rivotril che Topiramato portano come effetti collaterali proprio ansia, depressione e ideazione suicida ma lo psichiatra esclude fermamente questa cosa.
Sono una donna di 35 anni, faccio psicoterapia da un anno e mezzo e ultimamente lo psichiatra del csm mi ha prescritto dei farmaci per aiutarmi ad affrontare una depressione che stava diventando insostenibile + ansia.
Inizialmente mi aveva prescritto Zoloft ma dopo tre settimane, dal momento che stavo peggio di prima, mi ha sostituito Zoloft con Brintellix a basso dosaggio.
Attualmente sono al secondo mese di Brintellix 10mg, Topiramato 50mg e quando ho attacchi di panico posso prendere Rivotril.
Scrivo perché non ho ottenuto alcun beneficio da questa terapia a parte un generale rilassamento dei nervi.
Mi sento più calma (e nonostante tutto a volte di notte ho attacchi di panico) ma sempre depressa.
Quello che però mi preoccupa è che i pensieri sul suicidio si sono intensificati.
Molto.
Ho dovuto chiedere sedute extra alla mia psicologa per non finire a buttarmi dalla finestra.
L'unica cosa che mi tiene ancora qui sono i miei figli ma so che non può durare ancora a lungo.
Ne ho parlato con lo psichiatra ma non ritiene che ci sia molto altro da fare coi farmaci in quanto è la terapia psicologica che deve fare il grosso del lavoro.
A volte il desiderio di morire è un pensiero così opprimente che mi immobilizza per ore.
Se mi muovessi lo farei per farmi del male e in quei giorni sono costretta a mandare i bambini dai nonni.
C'è purtroppo già stato un suicidio in famiglia (mio padre) con diagnosi di disturbo bipolare e borderline ma lo psichiatra non trova correlazione con la mia situazione.
La mia domanda per voi: come è possibile che con i farmaci io stia peggio di prima?
I farmaci non servono a dare almeno un po' di respiro?
Ho letto che sia Rivotril che Topiramato portano come effetti collaterali proprio ansia, depressione e ideazione suicida ma lo psichiatra esclude fermamente questa cosa.
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Dal punto di vista farmacologico ci sono moltissime altre cose da fare, soprattutto con pensieri di suicidio così intensi. Si rivolga ad un altro specialista psichiatra.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3.1k visite dal 17/12/2022.
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