Informazioni su daparox

Buongiorno,
Ho assunto daparox per circa un anno e qualche mese.

Questo è quello che è successo:
Dopo una visita psichiatrica (secondo me molto superficiale) il medico mi ha prescritto appunto il daparox.

Inizialmente avevo paura, poi mi sono deciso ad assumerlo.

Il primo mese, sono partito da 5gocce fino ad arrivare a 20gocce con gradualità, come da indicazioni del mio psichiatra.

Dopo un mese, ero agitatissimo e il sonno era disturbato, così chiesi e ottenni il via libera di poter togliere 5 gocce.

Da qui in poi, ho proseguito per alcuni mesi a 15 e poi chiesi io di scalare a 10 e il medico (senza visita di controllo, mi diede ancora l'ok) restai a 10 gocce per altri mesi.

Un giorno, a seguito di un pensiero che mi spaventò (dovevo incominciare a lavorare dopo un anno di stop per affrontare il mio problema) mi ritrovai di nuovo come al punto di inizio ma piano piano andai avanti e il tutto si risolse con una minima ansiotta ma tutto sommato gestibile che poi scomparse... circa due mesi fa, feci un errore: mi convinsi di poter eliminare i farmaci dopo che dimenticai di assumerli per due giorni di fila ed effettivamente il primo mese tutto alla grande.

Dopo un mese però, iniziarono pensieri intrusivi, ansia fino ad arrivare ad oggi che avverto una piattezza di significato in tutto.

Premetto che lunedì sera andrò da un medico psichiatra e psicologo per la prima visita psichiatrica (ho cambiato medico, perché l'altro era molto assente) però volevo porre questa domanda:
A seguito di quanto spiegato, come mai gli effetti da sospensione non si sono verificati subito ma dopo due mesi?
È possibile questa cosa?

Vi ringrazio per l'attenzione,
A presto.
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Non capisco perché tiri in ballo gli effetti da sospensione, non c'entra niente evidentemente.

Racconta una storia abbastanza lineare: migliora con la cura (forse a dose inadeguata, ma comunque la prosegue, reinizia a lavorare), peggiora dopo averla smessa a distanza di due mesi.
Che c'è di strano, e che c'entra pensare a una sindrome da sospensione, scusi ?

Non vede il motivo per essere ricaduto dopo aver sospeso una cura che non si prevedeva di dover sospendere, e che ha semplicemente interrotto di sua iniziativa ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
Utente
Utente
Buonasera dottore,
Evidentemente questo mio stato di malessere, paura e preoccupazione mi impedisce di essere lucido al 100%. Ha completamente ragione, è stata una domanda un tantino stupida.
Grazie per la risposta,
Buona serata.
[#3]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Non è stupida, è appunto che uno va a pensare a tutto tranne che all'ovvio.

Dr.Matteo Pacini
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[#4]
Utente
Utente
Buongiorno dottore,
A distanza di tempo le chiedo gentilmente delle curiosita che ho.
Sono tornato da uno psichiatra che mi ha prescritto 10mg al giorno di escilatopram e iniziero a breve un percorso di psicoterapia.
Volevo semplicemente chiederle se fosse possibile ricevere chiarimenti sul discorso psocofarmaci e pensieri.
Come agiscono i farmaci sul pensiero, cos'è che lo rende migliore?
Chiedo qui, perche la visita dal mio psichiatra sarà fra un mese.
Inoltre, mi chiarisce anche il termine "neurogenesi" e che influenza ha sul modo di pensare (ammesso che ce ne sia uno).
Scusi l'ignoranza ma un po voglio saperlo per tranquillizzarmi e un po per vera curiosita, la materia mi affascina.
Grazie!
[#5]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Non ho capito cosa intende, fa riferimento a concetti poco definiti. Non riferisce la diagnosi, e quindi non si capisce di che pensieri parli, all'interno di che diagnosi. Poi, in che senso rende "migliore" il pensiero ?

Secondo me la domanda è per tranquillizzarsi, come dice Lei. Quindi si immagina qualcosa di negativo, ma cosa ?

Dr.Matteo Pacini
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[#6]
Utente
Utente
Probabilmente la mia ignoranza in materia non aiuta.
Non è per paura che porgo tali domande, sono un paziente e assumo dei farmaci e quindi la cosa mi tocca ma mi creda quando le dico che mi affascina il mondo della neurologia/psichiatria/psicologia.
Provo a riformulare la domanda cercando di essere più chiaro.
Gli antidepressivi hanno effetto sul pensiero? la persona tenderà a pensare in modo più positivo?
E nel caso fosse così, come può un farmaco avviare tale processo?
La seconda questione è la neurogenesi.
Ho letto (ma il web è pieno di cose che non esistono) che gli ssri, nel tempo, stimolano la neurogenesi e che questo comporta dei benefici su disturbi come disturbi d'ansia, depressione e tono dell'umore.
Volevo sapere in primis se è vero e in secondo luogo, se può spiegare cos'è la neurogenesi ad un ignorante come me.
Se non le tolgo tempo prezioso, ovviamente.
Spero di essere stato più chiaro.

La diagnosi comunque è crisi depressiva.

La ringrazio,
Buona serata.
[#7]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Cioè che dovrebbe fare un farmaco se non cambiare il pensiero che è uno dei tipi di sintomi della depressione ?
Che c'è di strano nel pensare che ciò possa avvenire ?
Il cervello impara ciò che il farmaco lo induce inizialmente a fare per la sua presenza. Non sempre questo è positivo, in questo caso si.
Significa che il cervello sviluppa strutture atte a mantenere il risultato di quanto indotto farmacologicamente. Anche le droghe producono effetti del genere in senso negativo ad esempio.

Dr.Matteo Pacini
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