Crisi schizofreniche sotto terapia con aloperidolo depot
Buongiorno,
Mio fratello soffre di schizofrenia grave da quando ha vent'anni, ora è nei quaranta.
Dopo alcuni anni di lotte perché si curasse, una terapia di clozapina 600 mg al giorno gli ha cambiato la vita.
Purtroppo dopo una quindicina di anni, anche per un cambio di medico che gli ispirava meno fiducia, ha deciso di interrompere la terapia, con conseguente TSO e cura in uscita con 150 mg di aloperidolo in depot ogni 15 giorni più gocce giornaliere dello stesso.
Stando parecchio male con la nuova terapia ha deciso di sua spontanea volontà di sostituire le gocce con la clozapina (che gli era rimasta dalla vecchia terapia) per poi in accordo con il medico stabilizzarsi con 150 mg di depot più 300mg di clozapina al giorno.
Con la nuova cura viveva discretamente ma peggio che con la cura solo in clozapina, causa ritiro sociale, sedazione e soprattutto per delle crisi di durata di 24 ore circa che sorgevano più o meno ogni 15 giorni con forti sudorazioni, stato d'ansia, allucinazioni, e irrequietezza motoria.
Il medico ipotizzava fosse un effetto collaterale del depot.
Dopo vari tentativi con il medico, poco interessato, la cura in depot è scesa prima a 125mg e poi a 50mg ogni 15 giorni, più 300mg di clozapina.
Le crisi sono rimaste anche se di intensità e durata molto inferiore.
Attualmente vive discretamente e lavora.
Ultimamente ho vissuto con lui e mi sono reso conto che queste "crisi" affiorano (alle volte anche più di una volta ogni 15 giorni) quando cerca di socializzare con altre persone, esce a passeggiare e sta in mezzo alla folla.
La cosa mi ha molto stupito perché pensavo che uno stato psicologico non potesse portare a questi effetti fisici ma fosse tutto dovuto ad effetti collaterali del depot.
Vorrei tanto che non soffrisse più di queste crisi che gli rendono la vita sociale impossibile e quindi lo rendono infelice.
Il medico non vuole eliminare il depot dalla cura per paura di una ricaduta e sinceramente non lo biasimo.
Ho pensato potesse giovare di una terapia cognitivo comportamentale ma il medico non la ha mai proposta.
Qualche consiglio su come ci si potrebbe muovere?
Grazie
Mio fratello soffre di schizofrenia grave da quando ha vent'anni, ora è nei quaranta.
Dopo alcuni anni di lotte perché si curasse, una terapia di clozapina 600 mg al giorno gli ha cambiato la vita.
Purtroppo dopo una quindicina di anni, anche per un cambio di medico che gli ispirava meno fiducia, ha deciso di interrompere la terapia, con conseguente TSO e cura in uscita con 150 mg di aloperidolo in depot ogni 15 giorni più gocce giornaliere dello stesso.
Stando parecchio male con la nuova terapia ha deciso di sua spontanea volontà di sostituire le gocce con la clozapina (che gli era rimasta dalla vecchia terapia) per poi in accordo con il medico stabilizzarsi con 150 mg di depot più 300mg di clozapina al giorno.
Con la nuova cura viveva discretamente ma peggio che con la cura solo in clozapina, causa ritiro sociale, sedazione e soprattutto per delle crisi di durata di 24 ore circa che sorgevano più o meno ogni 15 giorni con forti sudorazioni, stato d'ansia, allucinazioni, e irrequietezza motoria.
Il medico ipotizzava fosse un effetto collaterale del depot.
Dopo vari tentativi con il medico, poco interessato, la cura in depot è scesa prima a 125mg e poi a 50mg ogni 15 giorni, più 300mg di clozapina.
Le crisi sono rimaste anche se di intensità e durata molto inferiore.
Attualmente vive discretamente e lavora.
Ultimamente ho vissuto con lui e mi sono reso conto che queste "crisi" affiorano (alle volte anche più di una volta ogni 15 giorni) quando cerca di socializzare con altre persone, esce a passeggiare e sta in mezzo alla folla.
La cosa mi ha molto stupito perché pensavo che uno stato psicologico non potesse portare a questi effetti fisici ma fosse tutto dovuto ad effetti collaterali del depot.
Vorrei tanto che non soffrisse più di queste crisi che gli rendono la vita sociale impossibile e quindi lo rendono infelice.
Il medico non vuole eliminare il depot dalla cura per paura di una ricaduta e sinceramente non lo biasimo.
Ho pensato potesse giovare di una terapia cognitivo comportamentale ma il medico non la ha mai proposta.
Qualche consiglio su come ci si potrebbe muovere?
Grazie
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E' possibile fare delle variazioni ulteriori della terapia farmacologica con qualche aumento di terapia orale ed eventualmente aggiunte di altri farmaci.
Lo psichiatra di riferimento può stabilire come gestire la questione.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
Lo psichiatra di riferimento può stabilire come gestire la questione.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.3k visite dal 09/12/2022.
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