Ansia e tensione senza tregua
Salve, sono una donna di 28 anni che 10 anni fa, prima di trasferirsi in Italia, ha avuto il primo attacco di panico.
Da allora, tra gli alti e bassi, ci convivo... Ho attraversato varie fasi: paura dei mezzi pubblici, poi paura di uscire da sola e allontanarmi da casa, paura dell'aereo, paura di morire... Insomma, da 2 anni circa riuscivo più o meno a gestirmi, evitando sempre la metro per paura di un attacco di panico e non potendo uscire facilmente... Da un anno sono in terapia, andavo già molto bene ma durante una seduta circa.
2 settimane fa ho avuto un crollo: ho pianto tanto e dovendo affrontare anche un problema personale, da allora non trovo più pace.
Sono sempre in ansia, in allerta; dormo fino alle 4/5 dopodiché mi sveglio con la tensione e non riesco più a dormire in modo continuo... Mi sveglio e penso solo all'ansia, al fatto che dopo una settimana infernale in cui non riuscivo a calmarmi e avevo anche dei nuovi sintomi fisici quali mal di testa e battito accelerato, non ho più potere sul mio cervello... Ho paura di provocarmi qualche malattia grave, sia fisica che mentale, è come se mi fossi autoconvinta di non avere più influenza su me stessa... Ora sono in tensione perenne, non so più cosa fare.
Può essere solo un periodo difficile perché in terapia ho toccato certi temi che mi fanno stare male?
(Infatti ultimamente piango solo con la mia psicologa).
È il caso di consultare uno psichiatra?
Ho tanto paura dover prendere dei farmaci di questo tipo a 28 anni... finora ho sempre preso la dose minima o una delle più bassi dello Xanax al momento del bisogno, quando mi trovo fuori casa e mi viene un forte attacco di tacchicardia...Ho paura di non tornare mai più come prima, di non essere più serena, di continuare a vivere in base alla mia ansia.
È possibile perdere il controllo sulla propria mente?
Grazie a chi risponderà.
Da allora, tra gli alti e bassi, ci convivo... Ho attraversato varie fasi: paura dei mezzi pubblici, poi paura di uscire da sola e allontanarmi da casa, paura dell'aereo, paura di morire... Insomma, da 2 anni circa riuscivo più o meno a gestirmi, evitando sempre la metro per paura di un attacco di panico e non potendo uscire facilmente... Da un anno sono in terapia, andavo già molto bene ma durante una seduta circa.
2 settimane fa ho avuto un crollo: ho pianto tanto e dovendo affrontare anche un problema personale, da allora non trovo più pace.
Sono sempre in ansia, in allerta; dormo fino alle 4/5 dopodiché mi sveglio con la tensione e non riesco più a dormire in modo continuo... Mi sveglio e penso solo all'ansia, al fatto che dopo una settimana infernale in cui non riuscivo a calmarmi e avevo anche dei nuovi sintomi fisici quali mal di testa e battito accelerato, non ho più potere sul mio cervello... Ho paura di provocarmi qualche malattia grave, sia fisica che mentale, è come se mi fossi autoconvinta di non avere più influenza su me stessa... Ora sono in tensione perenne, non so più cosa fare.
Può essere solo un periodo difficile perché in terapia ho toccato certi temi che mi fanno stare male?
(Infatti ultimamente piango solo con la mia psicologa).
È il caso di consultare uno psichiatra?
Ho tanto paura dover prendere dei farmaci di questo tipo a 28 anni... finora ho sempre preso la dose minima o una delle più bassi dello Xanax al momento del bisogno, quando mi trovo fuori casa e mi viene un forte attacco di tacchicardia...Ho paura di non tornare mai più come prima, di non essere più serena, di continuare a vivere in base alla mia ansia.
È possibile perdere il controllo sulla propria mente?
Grazie a chi risponderà.
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"Ho tanto paura dover prendere dei farmaci di questo tipo a 28 anni.."
Il 28 anni che cosa denotano rispetto al prendere farmaci ? Intendo, se un bambino di 2 anni ha una polmonite, si cerca di non dargli farmaci ?
"È possibile perdere il controllo sulla propria mente?"
Ecco. questa è la chiave, è il pensiero di fondo. Anche alla base dei farmaci presumo, che sono vissuti come un elemento estraneo, che seppur logicamente benefico, in realtà è percepito come fonte di non controllo su sé, alienazione, o chissà cosa. Il discorso è molto più semplice: perdere il controllo nel senso che ritiene che noi lo esercitiamo attivamente sulle nostre funzioni che ci definiscono ?
Facendo a meno di questa premessa, semplicemente quando qualcosa non funziona, si sottrae al controllo di questo non funzionamento e si riporta in una zona di non controllo in cui le cose per fortuna funzionano da sole. Paradossale ma sostanzialmente vero.
Se soffre di panico ci sono cure efficaci. Il tema del controllo serve solo a ritardare la cura.
Il 28 anni che cosa denotano rispetto al prendere farmaci ? Intendo, se un bambino di 2 anni ha una polmonite, si cerca di non dargli farmaci ?
"È possibile perdere il controllo sulla propria mente?"
Ecco. questa è la chiave, è il pensiero di fondo. Anche alla base dei farmaci presumo, che sono vissuti come un elemento estraneo, che seppur logicamente benefico, in realtà è percepito come fonte di non controllo su sé, alienazione, o chissà cosa. Il discorso è molto più semplice: perdere il controllo nel senso che ritiene che noi lo esercitiamo attivamente sulle nostre funzioni che ci definiscono ?
Facendo a meno di questa premessa, semplicemente quando qualcosa non funziona, si sottrae al controllo di questo non funzionamento e si riporta in una zona di non controllo in cui le cose per fortuna funzionano da sole. Paradossale ma sostanzialmente vero.
Se soffre di panico ci sono cure efficaci. Il tema del controllo serve solo a ritardare la cura.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2k visite dal 01/12/2022.
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