Psicoterapia
Gentili Dottori buongiorno,
uomo, 41 anni, affetto da ipertensione arteriosa primaria in trattamento con Giant 20/5 mg, tiroidite di hashimoto in eutiroidismo, pregressa neuronite vestibolare con iporeflettività labirintica maggiore a destra probabilmente legata a picco pressorio, conseguente presenza di acufeni in modo permanente, spondilo unco artrosi cervicale con protrusione c3 c4 che impronta sul midollo, lieve gastrite cronica quiescente (ultima egds 2019), reflusso gastro esofageo in assenza di lesioni esofagee, ernia iatale da scivolamento (linea z / diaframma a due cm), a breve sarà preso in carico per un disturbo da stress, due episodi (periodi di due tre settimane ciascuno) di ipersensibilità vagale con presincope nel 2019 e quest'anno, entrambi a ottobre, probabilmente correlati a una sindrome gastro cardiaca, episodio di tachicardia parossistica a metà settembre in un periodo di forte stress lavorativo risolta entro il minuto con manovra di Valsalva.
Per il reflusso mi è stato prescritto: Pantoprazolo 20 mg mattina e sera, per un mese, poi solo al mattino per un altro mese, Brioschi effervescente dopo i pasti, mirgeal gel una bustina bevibile prima di andare a dormire.
I sintomi legati al reflusso sono per lo più tosse secca stizzosa e necessita di schiarire speso la voce, talvolta disfonia, dolori al petto sinistro e restrosternali, talvolta alla schiena, al momento migliorati con inizio della terapia.
Da circa tre anni sono sotto forte stress lavorativo, per problemi di impiego, a settembre ho anche subito un trasferimento che mi costringe a pendolarismo quotidiano tra le 2 e 3 ore per gli spostamenti casa lavoro.
A livello medico legale mi hanno diagnosticato una reazione mista ansioso depressiva con somatizzazioni, all'ultimo mmpi è emersa una componente depressiva e iniziale disturbo dell'adattamento.
Praticamente sono in un circolo vizioso, tra sbalzi pressori, fastidi gastrointestinali e stati ansiosi che si alimentano, con associato disturbo del sonno e calo dell'umore.
Ho provato a sentire uno psichiatra e psicoterapeuta privato, ma non posso sostenerlo economicamente.
Mi sono rivolto al csm di residenza e ho avuto l'appuntamento a gennaio.
Il mio quesito verte sulla possibilità di iniziare una psicoterapia e su quale mi dovrei indirizzare.
Ho sentito molteplici pareri (medici) che in generale mi hanno confuso le idee.
Chi sostiene che dovrei assumere antidepressivi in maniera blanda, chi no.
Come posso indirizzarmi meglio sul da farsi, soprattutto per entrare in contatto con chi può aiutarmi?
Come posso iniziare per abbattere un senso di diffidenza che devo indubbiamente oltrepassare?
Posto per un consulto sul da farsi.
Ringrazio anticipatamente chi vorrà intervenire.
uomo, 41 anni, affetto da ipertensione arteriosa primaria in trattamento con Giant 20/5 mg, tiroidite di hashimoto in eutiroidismo, pregressa neuronite vestibolare con iporeflettività labirintica maggiore a destra probabilmente legata a picco pressorio, conseguente presenza di acufeni in modo permanente, spondilo unco artrosi cervicale con protrusione c3 c4 che impronta sul midollo, lieve gastrite cronica quiescente (ultima egds 2019), reflusso gastro esofageo in assenza di lesioni esofagee, ernia iatale da scivolamento (linea z / diaframma a due cm), a breve sarà preso in carico per un disturbo da stress, due episodi (periodi di due tre settimane ciascuno) di ipersensibilità vagale con presincope nel 2019 e quest'anno, entrambi a ottobre, probabilmente correlati a una sindrome gastro cardiaca, episodio di tachicardia parossistica a metà settembre in un periodo di forte stress lavorativo risolta entro il minuto con manovra di Valsalva.
Per il reflusso mi è stato prescritto: Pantoprazolo 20 mg mattina e sera, per un mese, poi solo al mattino per un altro mese, Brioschi effervescente dopo i pasti, mirgeal gel una bustina bevibile prima di andare a dormire.
I sintomi legati al reflusso sono per lo più tosse secca stizzosa e necessita di schiarire speso la voce, talvolta disfonia, dolori al petto sinistro e restrosternali, talvolta alla schiena, al momento migliorati con inizio della terapia.
Da circa tre anni sono sotto forte stress lavorativo, per problemi di impiego, a settembre ho anche subito un trasferimento che mi costringe a pendolarismo quotidiano tra le 2 e 3 ore per gli spostamenti casa lavoro.
A livello medico legale mi hanno diagnosticato una reazione mista ansioso depressiva con somatizzazioni, all'ultimo mmpi è emersa una componente depressiva e iniziale disturbo dell'adattamento.
Praticamente sono in un circolo vizioso, tra sbalzi pressori, fastidi gastrointestinali e stati ansiosi che si alimentano, con associato disturbo del sonno e calo dell'umore.
Ho provato a sentire uno psichiatra e psicoterapeuta privato, ma non posso sostenerlo economicamente.
Mi sono rivolto al csm di residenza e ho avuto l'appuntamento a gennaio.
Il mio quesito verte sulla possibilità di iniziare una psicoterapia e su quale mi dovrei indirizzare.
Ho sentito molteplici pareri (medici) che in generale mi hanno confuso le idee.
Chi sostiene che dovrei assumere antidepressivi in maniera blanda, chi no.
Come posso indirizzarmi meglio sul da farsi, soprattutto per entrare in contatto con chi può aiutarmi?
Come posso iniziare per abbattere un senso di diffidenza che devo indubbiamente oltrepassare?
Posto per un consulto sul da farsi.
Ringrazio anticipatamente chi vorrà intervenire.
[#1]
E' stata proposta una terapia farmacologica dallo psichiatra?
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#3]
Se trovasse uno psichiatra che le proponga una terapia farmacologica non riceverebbe una proposta per lei onerosa e potrebbe avere una risoluzione sintomatologica dopo qualche settimana di terapia.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 839 visite dal 21/11/2022.
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