Panico, depressione e incapacità lavorativa

Buonasera.
Ho 28 anni e da circa 4 ho cominciato a soffrire di alcuni disturbi di ansia, con la presenza purtroppo di sintomi anche depressivi.


Da purtroppo da oltre un anno (Gennaio/Febbraio 2021, per l’esattezza) i sintomi d’ansia da che lievi non hanno fatto altro che aggravarsi limitandomi in molte cose.

Ho cominciato a soffrire di estraniazione e panico (letteralmente fame d’aria e nausea), con conseguente distacco dalla mia autovettura, che si sono poi trasferiti anche durante i miei turni di lavoro in magazzino (nello specifico lavoro velocista Amazon).
Al che ho deciso di prendere coraggio, richiedere una impegnativa al mio medico curante per quanto riguarda le visite psicologiche asl, e nel Dicembre 2021 fino a metà 2022 ho seguito un percorso cognitivo-comportamentale che tuttavia si è interrotto poiché alla mia psicologa doveva scadere il contratto.

Sotto sua richiesta e sollecito, ho anche fatto ricorso a un CSM limitrofo, parlandone con uno psichiatra che analizzando la mia situazione mi ha prescritto Xanax al bisogno (11 gocce), soprattutto da prendere prima di andare a dormire.

Era bene o male passato tutto da qualche settimana/mese la situazione però è tornata la stessa.
Anzi, peggio, ho avuto ulteriori attacchi a lavoro e mi sono letteralmente chiusa in bagno per molto tempo a vomitare

Da qualche giorno sono in mutua, perché giustamente ho lo stomaco a pezzi e la gastrite.


Salvo il fatto di aver finalmente ricontattato i miei manager di lavoro spiegando la situazione del ritorno degli attacchi di panico, e osservando il fatto che loro comunque avrebbero i dati rilasciati dalla psicologa risalenti appunto a questa estate, la domanda che vi pongo dopo tutta questa pappardella è:

Purtroppo, questo genere di attacco di panico sta diventando invalidante nonostante lo Xanax e ho, giusto oggi, provveduto a ricontattare il csm per un ulteriore consulto.
Il problema rimane per quanto riguarda il lavoro: non ho le forze, non ho la testa né per tornarci (sarebbe del resto inutile, logicamente, il mio rientro a lavoro visto il fatto che mi prenderebbero crisi e starei 3 ore su 8 chiusa nel bagno, o alla ricerca di aria lontana dalla calca degli altri lavoratori e dei macchinari) e oltretutto al momento anche la questione guida auto è compromessa, cosa che ormai mi sta spingendo oltretutto nel solito loop ansiaoso depressivo.


Cosa dovrei dire al mio medico di base?
È riconosciuta una motivazione di assenza da lavoro per ansia e depressione?
Può fare un certificato legato a queste patologie?

Vorrei dunque sapere come agire, perché comunque la situazione non migliorerà di certo nel giro di qualche giorno.
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.3k 1k
La terapia con la sola benzodiazepina non è utile ed è questo il motivo per cui ha di nuovo dei sintomi.

Il trattamento deve essere specifico ed efficace nel tempo e quindi va rivisto.

Il suo medico può darle la malattia ma trascorso un certo limite deve essere sottoposta nuovamente a valutazione di idoneità.

In ogni caso dipende anche dal suo contratto di lavoro.



Dr. F. S. Ruggiero


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Sono indeterminata
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Aggiornamento situazione

Come detto prima di tutto da lei oggi, anche il csm mi ha diciamo cazziata per aver interrotto le sedute e il 15 avrò infatti una seduta con lo psichiatra per capire come agire e soprattutto per venire anche incontro all’azienda in caso di ulteriori complicanze.

Il medico di base, con molta pazienza e disponibilità, mi ha prolungato la mutua fino al 20 con la richiesta giustamente di fargli sapere poi come procedere, se continuarla insomma, in base a cosa mi verrà detto dal corpo psichiatra.
Inoltre mi è stato consigliato anche un antidepressivo, ma appunto in tal caso sarà sempre lo psichiatra a dirlo in ultima voce.

Sto un po’ meglio, diciamo.. ieri sera ero in uno stato abbastanza critico perché avevo paura che non mi avrebbero riconosciuto l’eventuale visita. Complice purtroppo il fatto che nel mio ambiente quotidiana sono ancora circondata dai miti comuni che sia imbarazzante doversi rivolgere a degli psicologi etc, e che assentarsi da lavoro per questo sia minore rispetto a cause più gravi come dolori fisici
Ecco, penso come nel mio caso, perché c’è ancora gente a tutt’ora che teme di doversi fare diagnosticare eventuali patologie psico/somatiche o di altra natura. Per fortuna però l’ultima parola l’avrete sempre voi medici, che almeno sapete di cosa parlate anche se per alcuni continuerete a diagnosticare ansie tanto per (cito testuali parole di parenti e colleghi che non hanno mai compreso il dolore dietro a questi miei disagi)

Per quanto riguarda il consulto per me può concludersi qui, avendo avuto un po’ più di sicurezza già dalla sua prima risposta e poi ulteriori dal medico di base e dal csm a cui ho telefonato per fissare un consulto diagnostico, ma se vorrà/vorrete, vi aggiornerò sulla situazione

Saluti e ancora grazie di cuore..
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