Non ho più voglia di vivere

Salve,

questo consulto non è una ricerca d'attenzione o una richiesta d'aiuto.


Nessuno infatti sa di questo mio stato d'animo perché non sentirei utilità a parlarne: mi trovo a metà strada tra i 20 e i 30 anni e mi trovo nella condizione di aver perso qualsiasi stimolo, credenza, interesse o ragione per la quale vivere.


Non mi trovo nello stato d'animo di chi è triste.

Piuttosto in quello di chi non prova più nulla e non riesce - per quanto si sia costantemente sforzato - a trovare più un motivo per cui valga la pena vivere.

Non si tratta di una condizione momentanea, ma una costante da sempre, aggravatasi nell'ultimo anno e destinata a peggiorare.


Se ci fosse un pulsante che mi consentisse di spegnermi e far finire tutto in un istante, Lo premerei.


Non credo avrò la forza di recarmi in un istituto di igiene mentale, per farmi segnare il mio numero sul cartellino, mettermi in fila per ricevere la mia dose di droghe, calmanti, (e tutta un'altra serie di chimici a cui mi assueferò e di cui vorrò sempre di più, per cercare di costringermi farmacologicamente a vegetare, per attenuare qualcosa che la medicina odierna non è in grado di risolvere.
Tutti quelli che conosco finiti in terapia farmacologica, non sono più le stesse persone che erano prima.
Sono vivi, ma assenti oppure sono vivi ma non sono lucidi, o peggio sono vivi ma non sono più equilibrati.
Perderei me stesso)

L'unica motivazione che potrebbe spingermi a continuare, sarebbe quella di risparmiare i soldi sufficienti per chiedere l'eutanasia.


Molti prima di me, anche seguiti per una vita intera da team di psichiatri e psicologi, sono poi finiti per chiederla ed ottenerla.


Mi sento confortato quando penso di morire, ci penso di più quando sono a casa mia (e forse quando sono da solo), ci penso di meno quando mi distraggo (quando sto fuori da casa).


Ma ho smesso di ricercare quelle distrazioni, perché ho cominciato a provare attrazione nel mettermi in condizioni sempre più pericolose e dannose per me stesso, provando assuefazione dalle emozioni, ricercando cose sempre più forti per distrarmi dal dolore, o meglio dalla mia apatia.
Non ho mai usato droghe perché, anche nei momenti più bassi e deboli della mia vita, avevo sempre un filo nella mia testa che mi tratteneva dal farne uso, paura di perdere me stesso.


Ma per la prima volta nella mia vita, ora, il filo si è rotto e se mi ritrovassi nel contesto sbagliato, potrei forse cedere e farne uso.

Non lo faccio per risparmiarmi la fatica di diventare tossicodipendente.


Ora vivo in questo limbo, i giorni sono sempre gli stessi e scorrono intangibili, non produco ricordi.
Studio/lavoro.

A volte mi sfogo sul cibo (spazzatura) e mi sento bene per un attimo, ma so che non mi soddisfa, che è momentaneo, che non mi piaccio così.

Sorrido a chi incrocio, scambio qualche parola, cerco di essere educato.


Ma non riesco a provare niente dalle cose dalle quali la gente comune prova qualcosa.
E credo non ci sia rimedio.


Esiste una cura?
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Tanti pensieri depressivi tipici della sua condizione.

E' ovvio che esiste una terapia per i suoi sintomi ma deve decidere di curarsi da uno specialista.



Dr. F. S. Ruggiero


http://www.francescoruggiero.it

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#2]
Utente
Utente
La ringrazio per il suo tempo.

Conosco e seguo moltissime persone,
la maggior parte delle quali in cura da anni
Seguite da team di specialisti a 360

Chi più ricco privatamente, chi meno ricco attraverso il sistema pubblico

Non conosco nessuno, che abbia superato o che sia guarito dalle proprie patologie psichiatriche.

Né attraverso la psicoterapia, né attraverso gli psicofarmaci.

A mio malgrado, tra di loro, troppi sono quelli che ho visto con i miei occhi avere pesanti ripercussioni dai farmaci (dalla motricità, alla lucidità, alla coscienza e addirittura alla personalità)

La maggior parte resta confinata a una condizione cronica, o finisce per assuefarsi e ricorrere a terapie farmacologiche sempre più pesanti.

Oltre le solite frasi fatte e politicamente corrette,
con quel che oggi la medicina ha da offrire,
Mi dia un valido motivo per farmi curare

La ringrazio
[#3]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Non la devo convincere di nulla.

La sua statistica però non è valida dal punto di vista scientifico.

I tempi moderni portano a fare questo tipo di ragionamenti per cui tutti si sentono un poco dottori, avvocati, ingegneri ed esperti di ogni cosa.

La clinica parla chiaro e le risposte alle terapie sono validate ed efficaci.

https://wa.me/3908251881139
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[#4]
Utente
Utente
Soffro di pensieri intrusivi compulsivi, disturbi dell'umore di tipo maniacale-depressivo e disturbi di personalità.

Tachicardia.

Senza cure farmacologiche non vado da nessuna parte?

Grazie
[#5]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
[#6]
Utente
Utente
Prenderò seriamente il suo consiglio medico.

Posso solo chiederle se possono esistere circostanze tali da giustificare il trattamento sanitario obbligatorio per casi come il mio: cioè la cura farmacologica obbligatoria o la psicoterapia obbligatoria.

- Ad esempio: dire allo psichiatra che voglio uccidermi, è condizione sufficiente per essere obbligato ad assumere gli psicofarmaci o a seguire un percorso terapeutico?

- Oggi è legale e possibile sostenere una visita psichiatrica, con eventuali diagnosi e prescrizioni farmacologiche, online a distanza?

La ringrazio