Consiglio su prosecuzione terapia psicologica/psichiatrica
Gentili dottori,
avrei bisogno di un vostro parere.
Dal 2020 della pandemia, "soffro" di un'ansia accentuata che solo in parte è stata aumentata dalla pandemia, perché ce l'ho sempre un po' avuta ma negli ultimi 2 anni è stata esacerbata sia da problemi sentimentali (una rottura con una ragazza con cui ho avuto una "mezza" relazione, perchè avvenuta mentre lei era fidanzata col suo ragazzo storico, esperienza che ho accusato perchè è stata la mia prima vera esperienza completa in tal senso e tardiva, cioè avuta a 23 anni) e anche da problemi di vita, con le insicurezze e i dubbi e le paure del passaggio al mondo del lavoro, anche perchè lo sto cercando in un ambito non proprio semplice come quello artistico del cinema.
A metà 2020 ho iniziato delle sedute online con una psicologa giovane, in gamba ma non con tantissima esperienza, però costava poco e potevo permettermelo.
Poi a fine 2021, nonostante i passi in avanti ero ancora in forte difficoltà e quindi mi sono rivolto a uno psicologo che già conoscevo, da cui ero andato nel 2015 e che mi aveva aiutato a superare uno stress psicosomatico: con lui ho continuato fino a settembre di quest'anno, con dei miglioramenti ma non ho ancora risolto.
Quest'ultimo psicologo mi ha detto che quella che ho è un lieve disturbo di tipo ossessivo compulsivo che però non è mio caratteristico da quanto sono piccolo ma è un mio modo "sballato" con cui la mia mente gestisce lo stress, stress che sinceramente, a parte alcuni indizi, non ho ancora ben capito da dove derivi.
Lo psicologo mi aveva suggerito a febbraio 2022 di sentire uno psichiatra di sua fiducia per provare ad aiutarmi anche con delle medicine (un SSRI e un ansiolitico), ma sia per la paura che per la ritrosia dei miei genitori non ho più preso, pentendomi perchè secondo me mi avrebbero aiutato e adesso starei meglio, sarei più avvantaggiato nel mio percorso.
Da 1 mese a questa parte ho sospeso le sedute con questo psicologo perchè sento che sia venuto meno il rapporto di fiducia nei suoi confronti, lui si è comportato benissimo però è qualcosa che sento e che non posso ignorare.
Quindi ora non so cosa fare, perchè mi ritrovo che adesso sto meglio ma il problema sotto c'è ancora, i miei genitori non vogliono che io prenda le medicine e che dovrei sforzarmi con loro per farmi fare anche solo delle sedute di psicoterapia (anche se credo ci riuscirei), il tutto con il fatto che dovrei in caso ricominciare con un nuovo psicologo.
Quindi, che cosa mi consigliate di fare?
Da un lato ho paura delle medicine e forse penso che ormai ho sofferto abbastanza e che la fase più acuta è passata e non mi servono, dall'altro invece farei qualsiasi cosa pur di superare il prima possibile questa cosa e questo periodo, anche se dovessi rendere delle medicine, cosa mi consigliate sull'aspetto farmacologico?
Pensavo che, per risparmiare soldi, potrei anche andare da uno psicologo che è anche psichiatra, così da essere seguito su entrambi i fronti, ha senso?
Grazie mille.
avrei bisogno di un vostro parere.
Dal 2020 della pandemia, "soffro" di un'ansia accentuata che solo in parte è stata aumentata dalla pandemia, perché ce l'ho sempre un po' avuta ma negli ultimi 2 anni è stata esacerbata sia da problemi sentimentali (una rottura con una ragazza con cui ho avuto una "mezza" relazione, perchè avvenuta mentre lei era fidanzata col suo ragazzo storico, esperienza che ho accusato perchè è stata la mia prima vera esperienza completa in tal senso e tardiva, cioè avuta a 23 anni) e anche da problemi di vita, con le insicurezze e i dubbi e le paure del passaggio al mondo del lavoro, anche perchè lo sto cercando in un ambito non proprio semplice come quello artistico del cinema.
A metà 2020 ho iniziato delle sedute online con una psicologa giovane, in gamba ma non con tantissima esperienza, però costava poco e potevo permettermelo.
Poi a fine 2021, nonostante i passi in avanti ero ancora in forte difficoltà e quindi mi sono rivolto a uno psicologo che già conoscevo, da cui ero andato nel 2015 e che mi aveva aiutato a superare uno stress psicosomatico: con lui ho continuato fino a settembre di quest'anno, con dei miglioramenti ma non ho ancora risolto.
Quest'ultimo psicologo mi ha detto che quella che ho è un lieve disturbo di tipo ossessivo compulsivo che però non è mio caratteristico da quanto sono piccolo ma è un mio modo "sballato" con cui la mia mente gestisce lo stress, stress che sinceramente, a parte alcuni indizi, non ho ancora ben capito da dove derivi.
Lo psicologo mi aveva suggerito a febbraio 2022 di sentire uno psichiatra di sua fiducia per provare ad aiutarmi anche con delle medicine (un SSRI e un ansiolitico), ma sia per la paura che per la ritrosia dei miei genitori non ho più preso, pentendomi perchè secondo me mi avrebbero aiutato e adesso starei meglio, sarei più avvantaggiato nel mio percorso.
Da 1 mese a questa parte ho sospeso le sedute con questo psicologo perchè sento che sia venuto meno il rapporto di fiducia nei suoi confronti, lui si è comportato benissimo però è qualcosa che sento e che non posso ignorare.
Quindi ora non so cosa fare, perchè mi ritrovo che adesso sto meglio ma il problema sotto c'è ancora, i miei genitori non vogliono che io prenda le medicine e che dovrei sforzarmi con loro per farmi fare anche solo delle sedute di psicoterapia (anche se credo ci riuscirei), il tutto con il fatto che dovrei in caso ricominciare con un nuovo psicologo.
Quindi, che cosa mi consigliate di fare?
Da un lato ho paura delle medicine e forse penso che ormai ho sofferto abbastanza e che la fase più acuta è passata e non mi servono, dall'altro invece farei qualsiasi cosa pur di superare il prima possibile questa cosa e questo periodo, anche se dovessi rendere delle medicine, cosa mi consigliate sull'aspetto farmacologico?
Pensavo che, per risparmiare soldi, potrei anche andare da uno psicologo che è anche psichiatra, così da essere seguito su entrambi i fronti, ha senso?
Grazie mille.
[#1]
Deve ripetere la visita psichiatrica poiché non può assumere una terapia prescritta a febbraio poiché la situazione va rivalutata.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Utente
Grazie mille dottore per la sua risposta!
In realtà la prescrizione psichiatrica è stata fatta a maggio di quest'anno, ma devo rifarla comunque giusto?
Inoltre secondo lei ha senso andare da uno psichiatra che è anche psicologo e psicoterapeuta? Così da risparmiare economicamente perché i percorsi già fatti sono già costati un po' di soldi.
Inoltre ho paura che dover ricominciare un percorso con un diverso specialista da quello che ho attuale allunghi i tempi, però credo che continuare dalle stesso con cui l'aspetto della fiducia si è un po' logorato ultimamente non credo sia il massimo: lei cosa ne pensa al riguardo? La ringrazio.
In realtà la prescrizione psichiatrica è stata fatta a maggio di quest'anno, ma devo rifarla comunque giusto?
Inoltre secondo lei ha senso andare da uno psichiatra che è anche psicologo e psicoterapeuta? Così da risparmiare economicamente perché i percorsi già fatti sono già costati un po' di soldi.
Inoltre ho paura che dover ricominciare un percorso con un diverso specialista da quello che ho attuale allunghi i tempi, però credo che continuare dalle stesso con cui l'aspetto della fiducia si è un po' logorato ultimamente non credo sia il massimo: lei cosa ne pensa al riguardo? La ringrazio.
[#3]
Deve rifare la visita psichiatrica
Non so in termini di risparmio cosa intende.
Pagherà per il servizio ricevuto in base alle singole prestazioni.
Non so in termini di risparmio cosa intende.
Pagherà per il servizio ricevuto in base alle singole prestazioni.
https://wa.me/3908251881139
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[#4]
Utente
Per risparmio intendo a livello economico, perché se faccio le sedute da uno psichiatra che è anche psicologo e psicoterapeuta, allora questo professionista può seguirmi sia con la psicoterapia che, eventualmente e se lo ritiene necessario, anche con i farmaci, mentre se vado da uno specialista che è "solo" psicologo e psicoterapeuta dovrò pagare le sedute da lui ed eventualmente anche le sedute da uno psichiatra nel caso dovessi prendere dei farmaci, e quindi la spesa sarebbe maggiore.
Intendo questo.
Secondo lei ha senso andare da uno specialista più completo? Sia psichiatra che psicoterapeuta, come mi sembra che sia anche lei.
Inoltre una domanda che mi preme ancora di più: io non ho mai preso psicofarmaci prima d'ora, e informandomi online su siti attendibili, ho letto che potrebbero dare qualche effetto anche sul cuore. In particolare ho letto della sindrome del qT lungo (per gli SSRI).
Lo psichiatra mi aveva prescritto (al di là del fatto che devo rifare la visita psichiatrica, glielo riporto solo come esempio)
- Fevarin 50 mg cp: cp dopo cena per 3-4 giorni, poi 1 cp dopo
cena
- Alprazolam gocce: 5-10 gocce al bisogno in caso di ansia
Ci sono rischi o possibili conseguenze in particolare per il cuore dati da questi due medicinali (il fevarin ad esempio è un ssri)?
Non ho e non ho mai avuto problemi al cuore, anzi sono sanissimo e negli scorsi anni avevo fatto esami approfonditi perché l'ansia mi somatizzava e anche molto proprio sul petto (ma dagli esami non è risultato nulla), e quindi glielo chiedo solo per questo motivo.
La ringrazio in anticipo.
Intendo questo.
Secondo lei ha senso andare da uno specialista più completo? Sia psichiatra che psicoterapeuta, come mi sembra che sia anche lei.
Inoltre una domanda che mi preme ancora di più: io non ho mai preso psicofarmaci prima d'ora, e informandomi online su siti attendibili, ho letto che potrebbero dare qualche effetto anche sul cuore. In particolare ho letto della sindrome del qT lungo (per gli SSRI).
Lo psichiatra mi aveva prescritto (al di là del fatto che devo rifare la visita psichiatrica, glielo riporto solo come esempio)
- Fevarin 50 mg cp: cp dopo cena per 3-4 giorni, poi 1 cp dopo
cena
- Alprazolam gocce: 5-10 gocce al bisogno in caso di ansia
Ci sono rischi o possibili conseguenze in particolare per il cuore dati da questi due medicinali (il fevarin ad esempio è un ssri)?
Non ho e non ho mai avuto problemi al cuore, anzi sono sanissimo e negli scorsi anni avevo fatto esami approfonditi perché l'ansia mi somatizzava e anche molto proprio sul petto (ma dagli esami non è risultato nulla), e quindi glielo chiedo solo per questo motivo.
La ringrazio in anticipo.
[#6]
Ha riproposto la domanda.
La questione del risparmio resta comunque poco chiara poiché i prezzi sono stabiliti dal singolo specialista.
Si preoccupa di una terapia che non può più assumere deve quindi ripetere la visita e chiederà chiarimenti al momento della stessa.
La questione del risparmio resta comunque poco chiara poiché i prezzi sono stabiliti dal singolo specialista.
Si preoccupa di una terapia che non può più assumere deve quindi ripetere la visita e chiederà chiarimenti al momento della stessa.
https://wa.me/3908251881139
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[#7]
Utente
Capisco, dottore.
Però un parere da uno psichiatra com'è lei mi aiuterebbe ad avere un quadro più completo (perché io, per mia esperienza, sono sempre abituato a sentire più fonti sullo stesso argomento).
Le vorrei giusto dare 2 domande generali (a cui non c'è bisogno di avere una terapia prescritta per rispondere):
- ho letto che alcuni psicofarmaci, in particolare gli antidepressivi (come ad esempio gli SSRI, al di là che potrebbero essermi prescritti oppure no) potrebbero avere come effetti collaterali quelli di allungare l'intervallo QT del cuore, il che può essere anche pericoloso per la salute. È così? Qual è il rischio?
- durante un holter fatto a metà 2019 per una somatizzazione ansiosa nella zona del petto era tutto a norma ma il cardiologo aveva notato delle "Onde T invertite", le scrivo il referto in questione RS con fc media di 83 bpm, fc massima di 158 e minima di 48. Assenza di battiti ectopici ventricolari e sopra-ventricolari. Assenza di pause significative. Da segnalare anomalie della ripolarizzazione ventricolare sinistra (onde T invertite) durante tachicardia e correlate ai sintomi in diario.
Utile approfondimento cardiologico
Poco dopo ho eseguito proprio lo stesso approfondimento consigliato dal cardiologo che ha refertato l'holter che includeva Visita cardiologica + Ecg normale + Ecg sotto sforzo su cyclette con il seguente referto PA: 120/80 mmHg, EOC: ACR; toni netti, pause apparentemente libere, EOT: SCP; MV fisiologico, no edemi declivi, buon compenso emodinamico, ECG: RS con fc di 80 bpm, PQ nei limiti, normale tratto ST, polsi periferici: iso-normo-sfigmici, assenza di soffi carotidei, buon compenso emodinamico. Si consiglia controllo annuale. Nella visita mi ha detto che, portando il cuore fino a 160 battiti circa, non ha trovato più tracce di quelle anomalie della ripolarizzazione e che quindi era tutto apposto.
Ora mi chiedo, questo caso isolato che ho avuto di Onde T invertite (e che spero rimanga solo tale e non sia qualcosa di serio) potrebbe crearmi problemi con l'assunzione di eventuali psicofarmaci?
Riguardo entrambi questi 2 aspetti, mi consiglia di rifare un checkup cardiologico (con gli stessi esami riportati qui sopra) prima di iniziare un eventuale cura con psicofarmaci oppure secondo lei non ce n'è bisogno?
Grazie mille per la sua risposta.
Però un parere da uno psichiatra com'è lei mi aiuterebbe ad avere un quadro più completo (perché io, per mia esperienza, sono sempre abituato a sentire più fonti sullo stesso argomento).
Le vorrei giusto dare 2 domande generali (a cui non c'è bisogno di avere una terapia prescritta per rispondere):
- ho letto che alcuni psicofarmaci, in particolare gli antidepressivi (come ad esempio gli SSRI, al di là che potrebbero essermi prescritti oppure no) potrebbero avere come effetti collaterali quelli di allungare l'intervallo QT del cuore, il che può essere anche pericoloso per la salute. È così? Qual è il rischio?
- durante un holter fatto a metà 2019 per una somatizzazione ansiosa nella zona del petto era tutto a norma ma il cardiologo aveva notato delle "Onde T invertite", le scrivo il referto in questione RS con fc media di 83 bpm, fc massima di 158 e minima di 48. Assenza di battiti ectopici ventricolari e sopra-ventricolari. Assenza di pause significative. Da segnalare anomalie della ripolarizzazione ventricolare sinistra (onde T invertite) durante tachicardia e correlate ai sintomi in diario.
Utile approfondimento cardiologico
Poco dopo ho eseguito proprio lo stesso approfondimento consigliato dal cardiologo che ha refertato l'holter che includeva Visita cardiologica + Ecg normale + Ecg sotto sforzo su cyclette con il seguente referto PA: 120/80 mmHg, EOC: ACR; toni netti, pause apparentemente libere, EOT: SCP; MV fisiologico, no edemi declivi, buon compenso emodinamico, ECG: RS con fc di 80 bpm, PQ nei limiti, normale tratto ST, polsi periferici: iso-normo-sfigmici, assenza di soffi carotidei, buon compenso emodinamico. Si consiglia controllo annuale. Nella visita mi ha detto che, portando il cuore fino a 160 battiti circa, non ha trovato più tracce di quelle anomalie della ripolarizzazione e che quindi era tutto apposto.
Ora mi chiedo, questo caso isolato che ho avuto di Onde T invertite (e che spero rimanga solo tale e non sia qualcosa di serio) potrebbe crearmi problemi con l'assunzione di eventuali psicofarmaci?
Riguardo entrambi questi 2 aspetti, mi consiglia di rifare un checkup cardiologico (con gli stessi esami riportati qui sopra) prima di iniziare un eventuale cura con psicofarmaci oppure secondo lei non ce n'è bisogno?
Grazie mille per la sua risposta.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 864 visite dal 28/10/2022.
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