Decisioni da prendere
Salve, ho 27 anni, vista la mia tendenza a non portare a termine i progetti non ho terminato due corsi di laurea e ho, negli anni, fatto anche altre scelte, per esempio durante l'anno della maturità mi sono prenotato al test di un certo corso di laurea non presentandomi, così come ho tentato il test di medicina alla fine della stagione estiva del 2016 in cui ho fatto il cameriere dopo aver rinunciato agli studi al D.
A.M.
S., così nel 2017.
Nel 2018 avevo iniziato ma fumavo spesso e mi assentavo durante il servizio, così mi sono licenziato in accordo col datore di lavoro.
Di recente ho fatto l'operatore di telemarketing da casa per pochi giorni ma mi sono licenziato.
Ho seguito un corso di formazione per lavorare alla reception quest'estate ma non sono andato.
Ora ho trovato lavoro presso Poste come sportellista.
Stavo studiando per un concorso pubblico con l'intenzione di aderire al progetto P.
A. 110 e lode
La mia sensazione è che io tenda a lavori che siano tipici di chi è mediamente scolarizzato, ma che forse manchino alcuni requisiti di attitudine per poterli svolgere, probabilmente questo anche relativamente a un altro lavoro.
Ho lavorato molto sulla condotta alle scuole medie.
Noto che c'è la tendenza a non voler impegnarmi in nulla così da optare per una nuova iscrizione all'università, scelta che credo sia dettata più dall'illusione di poter costruire una felicità che sia data dall'imitazione di certi modelli, come ad esempio l'avere una carriera, che dalla consapevolezza di essere capace di portare a termine un corso di studi e di realizzare degli obiettivi.
scrivermi all'università a 27 anni conoscendomi mi sembra un po' azzardato...
Onestamente il mio desiderio è uscire dallo status di studente.
Vincere un concorso pubblico per aderire al progetto P.
A. 110 e lode e iscrivermi all'università nell'illusione di poter avere quel disincanto che avevo quando ero uno studente, quindi non avere quella sensazione di impegno che impone il lavoro con la sua componente pratica, anche a livello valoriale mi sembra immaturo.
Vorrei mi aiutaste ad accettare il fatto che data la mia provenienza e la mia storia famigliari e la mia situazione psichiatrica non abbia potuto raggiungere i miei obiettivi e il fatto che aver deciso di entrare nel mondo del lavoro saltando il passaggio della formazione accademica sia stata una scelta consapevole dettata del fatto che ho notato nella mia tendenza a voler studiare una certa riluttanza nei confronti dell'attiviyà lavorativa in senso stretto, notando che studiare fosse di più un'attiviità per dilettarmi che un'attività operativa e una tendenza al disimpegno e a un ideale di vita del tutto irrealizzabile nelle mie condizioni.
Sono molto provato perchè non sono allineato alla logica delle cose non facendo nulla di impattante a livello socio-economico e questo mi deprime, così come mi deprime vedere che nel meccanismo dell'attività lavorativa, con le sue logiche e i suoi aspetti più pratici ci entri a fatica.
A.M.
S., così nel 2017.
Nel 2018 avevo iniziato ma fumavo spesso e mi assentavo durante il servizio, così mi sono licenziato in accordo col datore di lavoro.
Di recente ho fatto l'operatore di telemarketing da casa per pochi giorni ma mi sono licenziato.
Ho seguito un corso di formazione per lavorare alla reception quest'estate ma non sono andato.
Ora ho trovato lavoro presso Poste come sportellista.
Stavo studiando per un concorso pubblico con l'intenzione di aderire al progetto P.
A. 110 e lode
La mia sensazione è che io tenda a lavori che siano tipici di chi è mediamente scolarizzato, ma che forse manchino alcuni requisiti di attitudine per poterli svolgere, probabilmente questo anche relativamente a un altro lavoro.
Ho lavorato molto sulla condotta alle scuole medie.
Noto che c'è la tendenza a non voler impegnarmi in nulla così da optare per una nuova iscrizione all'università, scelta che credo sia dettata più dall'illusione di poter costruire una felicità che sia data dall'imitazione di certi modelli, come ad esempio l'avere una carriera, che dalla consapevolezza di essere capace di portare a termine un corso di studi e di realizzare degli obiettivi.
scrivermi all'università a 27 anni conoscendomi mi sembra un po' azzardato...
Onestamente il mio desiderio è uscire dallo status di studente.
Vincere un concorso pubblico per aderire al progetto P.
A. 110 e lode e iscrivermi all'università nell'illusione di poter avere quel disincanto che avevo quando ero uno studente, quindi non avere quella sensazione di impegno che impone il lavoro con la sua componente pratica, anche a livello valoriale mi sembra immaturo.
Vorrei mi aiutaste ad accettare il fatto che data la mia provenienza e la mia storia famigliari e la mia situazione psichiatrica non abbia potuto raggiungere i miei obiettivi e il fatto che aver deciso di entrare nel mondo del lavoro saltando il passaggio della formazione accademica sia stata una scelta consapevole dettata del fatto che ho notato nella mia tendenza a voler studiare una certa riluttanza nei confronti dell'attiviyà lavorativa in senso stretto, notando che studiare fosse di più un'attiviità per dilettarmi che un'attività operativa e una tendenza al disimpegno e a un ideale di vita del tutto irrealizzabile nelle mie condizioni.
Sono molto provato perchè non sono allineato alla logica delle cose non facendo nulla di impattante a livello socio-economico e questo mi deprime, così come mi deprime vedere che nel meccanismo dell'attività lavorativa, con le sue logiche e i suoi aspetti più pratici ci entri a fatica.
[#1]
La sua storia clinica evidenzia che lei ha richiesto anche L’invalidità civile per rientrare all’interno di categorie protette.
Questo contrasta con quanto descrive in questo momento.
Questo tipo di sensazioni e di desideri sembrano spinti dall’andamento della sua malattia e dal relativo compenso che può raggiungere.
È utile che ne parli con il suo psichiatra per capire effettivamente quali progetti sono realizzabili e quali non lo sono anche per rendere più plausibile il raggiungimento di un obiettivo rispetto ad un altro.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
Questo contrasta con quanto descrive in questo momento.
Questo tipo di sensazioni e di desideri sembrano spinti dall’andamento della sua malattia e dal relativo compenso che può raggiungere.
È utile che ne parli con il suo psichiatra per capire effettivamente quali progetti sono realizzabili e quali non lo sono anche per rendere più plausibile il raggiungimento di un obiettivo rispetto ad un altro.
Dr. F. S. Ruggiero
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Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 723 visite dal 23/10/2022.
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