Sindrome da bugiardo cronico o compulsivo
Buonasera,
l'uomo con cui convivo che ha 34 anni e che conosco da un'anno e mezzo ha un serio problema.
Mente regolarmente a chiunque gli sta intorno, familiari e amici.
Ho riconosciuto il suo comportamento nelle descrizioni del "bugiardo cronico" e del "bugiardo compulsivo".
Quelli che prima erano soltanto dubbi che mi angosciavano sono diventati una certezza dopo aver parlato con i familiari.
Le sue bugie sono di piccola, media ed enorme entità. Sono continue e quotidiane.
La più eclatante che ho scoperto è che ha detto (a TUTTI) di compiere una certa mansione "prestigiosa" sul suo luogo di lavoro, mentre invece il suo mestiere è il giardiniere, che evidentemente gli sembrava poco dignitoso.
Ce ne sono di altrettanto clamorose, e ce ne sono di più piccole, ma sempre costanti.
So che il problema di partenza è una scarsa autostima, ed ho fermamente intenzione di aiutarlo, dato il sentimento forte che ci lega.
Fin'ora non è bastato un comportamento materno, affettuoso, aperto, accondiscendente. Trovo sempre un muro.
Sento di non saper da dove cominciare.
Immagino che una persona con un problema così serio dovrebbe rivolgersi ad un medico, ma già è difficilissimo che si apra con le persone care.
Immagino anche di non aver delineato abbastanza la sua personalità.
Ma quello che vi chiedo è di indicarmi una linea da tenere, in che modo dovrei rivolgermi a lui riguardo le bugie.
Nega sempre l'evidenza, pochissime volte sono riuscita a far breccia nel muro che ha tirato su, e dimostrargli che non voglio confessioni, non saprei che farmene, vorrei semplicemente che smettesse di mentire.
E' opportuno "sgridarlo" quando mente?
E' opportuno fargli notare ogni incongruenza oppure glissare ed affrontare il discorso una volta ogni tanto?
Sono in seria difficoltà.
L'alternativa sarebbe tagliare completamente i ponti, abbandonare ogni progetto, e non voglio farlo senza aver provato ad aiutarlo.
Ringrazio già chi mi risponderà.
l'uomo con cui convivo che ha 34 anni e che conosco da un'anno e mezzo ha un serio problema.
Mente regolarmente a chiunque gli sta intorno, familiari e amici.
Ho riconosciuto il suo comportamento nelle descrizioni del "bugiardo cronico" e del "bugiardo compulsivo".
Quelli che prima erano soltanto dubbi che mi angosciavano sono diventati una certezza dopo aver parlato con i familiari.
Le sue bugie sono di piccola, media ed enorme entità. Sono continue e quotidiane.
La più eclatante che ho scoperto è che ha detto (a TUTTI) di compiere una certa mansione "prestigiosa" sul suo luogo di lavoro, mentre invece il suo mestiere è il giardiniere, che evidentemente gli sembrava poco dignitoso.
Ce ne sono di altrettanto clamorose, e ce ne sono di più piccole, ma sempre costanti.
So che il problema di partenza è una scarsa autostima, ed ho fermamente intenzione di aiutarlo, dato il sentimento forte che ci lega.
Fin'ora non è bastato un comportamento materno, affettuoso, aperto, accondiscendente. Trovo sempre un muro.
Sento di non saper da dove cominciare.
Immagino che una persona con un problema così serio dovrebbe rivolgersi ad un medico, ma già è difficilissimo che si apra con le persone care.
Immagino anche di non aver delineato abbastanza la sua personalità.
Ma quello che vi chiedo è di indicarmi una linea da tenere, in che modo dovrei rivolgermi a lui riguardo le bugie.
Nega sempre l'evidenza, pochissime volte sono riuscita a far breccia nel muro che ha tirato su, e dimostrargli che non voglio confessioni, non saprei che farmene, vorrei semplicemente che smettesse di mentire.
E' opportuno "sgridarlo" quando mente?
E' opportuno fargli notare ogni incongruenza oppure glissare ed affrontare il discorso una volta ogni tanto?
Sono in seria difficoltà.
L'alternativa sarebbe tagliare completamente i ponti, abbandonare ogni progetto, e non voglio farlo senza aver provato ad aiutarlo.
Ringrazio già chi mi risponderà.
[#1]
Gentile utente,
in genere dietro una "patologica" propensione alle bugie vi possono essere dei disturbi di personalità. Tali problematiche vanno diagnosticate e indirizzate al trattamento da parte di uno specialista. In genere la difficoltà principale è convincere la persona a chiedere aiuto, tantopiù che nella quasi totalità dei casi i disturbi della personalità sono vissuti da parte della persona come il proprio modo di essere e difficilmente riconosciuti come patologia.
Cordiali saluti
in genere dietro una "patologica" propensione alle bugie vi possono essere dei disturbi di personalità. Tali problematiche vanno diagnosticate e indirizzate al trattamento da parte di uno specialista. In genere la difficoltà principale è convincere la persona a chiedere aiuto, tantopiù che nella quasi totalità dei casi i disturbi della personalità sono vissuti da parte della persona come il proprio modo di essere e difficilmente riconosciuti come patologia.
Cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
[#2]
Gentile Utente,
la condizione psichiatrica compatibile con il comportamento del suo convivente potrebbe essere il "disturbo istrionico di personalità", sono in genere soggetti che devono stare sempre al centro dell'attenzione come aspetto principale, non amano nemmeno pertanto l'abbandono e potrebbero essere sensibili a rischi di questo tipo,
Cordiali Saluti
la condizione psichiatrica compatibile con il comportamento del suo convivente potrebbe essere il "disturbo istrionico di personalità", sono in genere soggetti che devono stare sempre al centro dell'attenzione come aspetto principale, non amano nemmeno pertanto l'abbandono e potrebbero essere sensibili a rischi di questo tipo,
Cordiali Saluti
Dr G. Nicolazzo
Specialista in Psichiatria
Psicoterapeuta
[#3]
Utente
Vi ringrazio per le risposte, che mi sono utilissime a metabolizzare la faccenda e studiare una strategia.
Rispondo al dottor Martiadis che dice:
"i disturbi della personalità sono vissuti da parte della persona come il proprio modo di essere e difficilmente riconosciuti come patologia".
Sacrosanto.
Volendo vedere il problema dal lato umano prima che da quello medico, possiamo dire che è il suo modo di essere ad avere delle caratteristiche patologiche?
Mi arrampico sugli specchi per arrivare alla domanda vera e propria:
E' possibile da parte di chi gli sta vicino aiutarlo a modificare il suo modo di essere? Pur non potendo agire con la precisione, i mezzi, la capacità che userebbe un medico?
Rispondo al dottor Nicolazzo
"non amano nemmeno pertanto l'abbandono e potrebbero essere sensibili a rischi di questo tipo"
Il taglio definitivo infatti vorrei che fosse l'estrema soluzione.
Ovviamente anche per me stessa, per l'amore che ci lega.
Proprio perchè so che ha un problema grave voglio provare ad aiutarlo.
Ed i mezzi umani, me per prima, gli amici stretti, la famiglia, sono gli unici che ho.
Anche riuscendo a spronarlo ad accettare il problema come patologico (ipotesi remota) non ci possiamo permettere delle cure del genere.
Non ho proprio nessuna possibilità di prendere in mano la situazione? Con l'aiuto dei familiari che per fortuna già conoscono il problema.
Credo di essere abbastanza forte da aiutarlo a lavorare su di sè.
Se solo sapessi da dove partire.
E come comportarmi nel caso specifico della bugia.
Vi ringrazio, capisco che può sembrare un problema più di cuore che medico, e capisco i limiti del mezzo.
Rispondo al dottor Martiadis che dice:
"i disturbi della personalità sono vissuti da parte della persona come il proprio modo di essere e difficilmente riconosciuti come patologia".
Sacrosanto.
Volendo vedere il problema dal lato umano prima che da quello medico, possiamo dire che è il suo modo di essere ad avere delle caratteristiche patologiche?
Mi arrampico sugli specchi per arrivare alla domanda vera e propria:
E' possibile da parte di chi gli sta vicino aiutarlo a modificare il suo modo di essere? Pur non potendo agire con la precisione, i mezzi, la capacità che userebbe un medico?
Rispondo al dottor Nicolazzo
"non amano nemmeno pertanto l'abbandono e potrebbero essere sensibili a rischi di questo tipo"
Il taglio definitivo infatti vorrei che fosse l'estrema soluzione.
Ovviamente anche per me stessa, per l'amore che ci lega.
Proprio perchè so che ha un problema grave voglio provare ad aiutarlo.
Ed i mezzi umani, me per prima, gli amici stretti, la famiglia, sono gli unici che ho.
Anche riuscendo a spronarlo ad accettare il problema come patologico (ipotesi remota) non ci possiamo permettere delle cure del genere.
Non ho proprio nessuna possibilità di prendere in mano la situazione? Con l'aiuto dei familiari che per fortuna già conoscono il problema.
Credo di essere abbastanza forte da aiutarlo a lavorare su di sè.
Se solo sapessi da dove partire.
E come comportarmi nel caso specifico della bugia.
Vi ringrazio, capisco che può sembrare un problema più di cuore che medico, e capisco i limiti del mezzo.
[#4]
Gentile utente,
il mio didatta durante la formazione in psicoterapia cognitiva era solito commentare: "Ci sono due cose che possono cambiare una persona, la psicoterapia e il rapporto con il proprio partner". Il rapporto di coppia spinge talvolta al cambiamento, tuttavia questa non è una regola e soprattutto nei casi di disturbi veri e propri non è una strada sempre percorribile.
Cordiali saluti
il mio didatta durante la formazione in psicoterapia cognitiva era solito commentare: "Ci sono due cose che possono cambiare una persona, la psicoterapia e il rapporto con il proprio partner". Il rapporto di coppia spinge talvolta al cambiamento, tuttavia questa non è una regola e soprattutto nei casi di disturbi veri e propri non è una strada sempre percorribile.
Cordiali saluti
[#5]
Gentile Utente,
non ho per nulla detto che deve lasciare il suo convivente, ma che la minaccia potrebbe avere qualche effetto, difficile dire chiaramente se duraturo o momentaneo.
Provi comunque a convincerlo ad andare da uno psichiatra, volendo anche del servizio pubblico presso i CSM dell'ASL di appartenenza,
Cordiali Saluti
non ho per nulla detto che deve lasciare il suo convivente, ma che la minaccia potrebbe avere qualche effetto, difficile dire chiaramente se duraturo o momentaneo.
Provi comunque a convincerlo ad andare da uno psichiatra, volendo anche del servizio pubblico presso i CSM dell'ASL di appartenenza,
Cordiali Saluti
[#6]
Gentile ragazza, al di là della possibilità di un eventuale disturbo di personalità già argomentato in precedenza, spesso le storie dei bugiardi cronici sono caratterizzate da una condizione in cui, per motivi di sopravvivenza (in ambito famigliare e relazionale) la persona ha dovuto sempre mentire (es. per evitare punizioni o rimproveri di genitori troppo puntigliosi o per situazioni simili) con il tempo questa modalità di relazionarsi si è radicata fino al punto da essere usata quotidianamente e spontaneamente (soprattutto se le bugie hanno permesso determinati vantaggi). Non c'è necessariamente una strategia occulta nella bugia ma è solo una modalità "disfunzionale" di relazionarsi appresa e rinforzata nel tempo che fa comunque sentire l'esigenza di un intervento specialistico.
saluti
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#7]
Gentile utente,
I comportamenti istrionici (cioè di recitare una parte ivi inclusi i racconti tendenziosi o semplicemente fasulli) possono rientrare in vari tipi di personalità o ripetersi nell'ambito di disturbi ciclici dell'umore.
L'inquadramento può farlo uno psichiatra o uno psicoterapeuta, ma ovviamente qui stiamo parlando di un soggetto che non esprime disagio per questo suo comportamento. Quindi personalità non equivale a dire "disturbo di personalità".
I comportamenti istrionici (cioè di recitare una parte ivi inclusi i racconti tendenziosi o semplicemente fasulli) possono rientrare in vari tipi di personalità o ripetersi nell'ambito di disturbi ciclici dell'umore.
L'inquadramento può farlo uno psichiatra o uno psicoterapeuta, ma ovviamente qui stiamo parlando di un soggetto che non esprime disagio per questo suo comportamento. Quindi personalità non equivale a dire "disturbo di personalità".
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#8]
Utente
Ringrazio tantissimo tutti voi per le risposte molto precise che mi hanno rincuorata e mi sono state molto utili.
La situazione nel frattempo si è evoluta, il mio compagno ha ammesso determinate menzogne e ha spiegato il comportamento che lo ha portato a mentire.
La situazione si è rasserenata.
Rinnovo i miei ringraziamenti.
La situazione nel frattempo si è evoluta, il mio compagno ha ammesso determinate menzogne e ha spiegato il comportamento che lo ha portato a mentire.
La situazione si è rasserenata.
Rinnovo i miei ringraziamenti.
[#9]
Gentile utente,
Il rasserenamento può essere si un buono che un cattivo segno. Un buon segno se lei si era sbagliata e aveva frainteso. Un cattivo segno nel senso che l'unica reazione prevedibile (e umanamente comprensibile) di un ipotetico mentitore patologico è quello di rassicurare gli altri e convincerli che non c'è niente di anomalo. Purtroppo nello spazio così riconquistato, se si tratta di una bugia patologica, si fa di nuovo strada la tendenza originaria.
Il rasserenamento può essere si un buono che un cattivo segno. Un buon segno se lei si era sbagliata e aveva frainteso. Un cattivo segno nel senso che l'unica reazione prevedibile (e umanamente comprensibile) di un ipotetico mentitore patologico è quello di rassicurare gli altri e convincerli che non c'è niente di anomalo. Purtroppo nello spazio così riconquistato, se si tratta di una bugia patologica, si fa di nuovo strada la tendenza originaria.
[#10]
Utente
Buonasera,
il rasserenamento è dovuto a molteplici motivi.
Su certi fatti ero io ad aver male interpretato, o ad essere stata male informata dai parenti (purtroppo il diventare esageratamente sospettosa mi ha portato ad allarmarmi facilmente, e purtroppo le terze persone hanno complicato ulteriormente la faccenda mettendoci del personale).
Sulle menzogne "indiscutibili" invece, il mio compagno si è dicisamente aperto. Difronte all'evidenza di quanto mi stava facendo soffrire, e difronte alla possibilità di perdermi ha gettato la maschera e non ha minimamente negato di aver mentito. Anzi mi ha spiegato i meccanismi che lo portavano a mentire.
Ovviamente non mi illudo che non sussista più nessun problema, e mantengo alta l'attenzione.
Ma credo di dovergli dare atto che la situazione era diventata un serpente che si morde la coda: per evitare la mia preoccupazione, le mie ansie, o miei commenti che gli risultavano sgradevoli, mi dolcificava la verità.
Ora credo di dover lavorare sulla fiducia reciproca.
Purtroppo temo che sarà dura smettere di controllarlo, ma voglio dargli un periodo di prova in cui mi affiderà soltanto al mio sesto senso...sperando che funzioni ancora.
Grazie
il rasserenamento è dovuto a molteplici motivi.
Su certi fatti ero io ad aver male interpretato, o ad essere stata male informata dai parenti (purtroppo il diventare esageratamente sospettosa mi ha portato ad allarmarmi facilmente, e purtroppo le terze persone hanno complicato ulteriormente la faccenda mettendoci del personale).
Sulle menzogne "indiscutibili" invece, il mio compagno si è dicisamente aperto. Difronte all'evidenza di quanto mi stava facendo soffrire, e difronte alla possibilità di perdermi ha gettato la maschera e non ha minimamente negato di aver mentito. Anzi mi ha spiegato i meccanismi che lo portavano a mentire.
Ovviamente non mi illudo che non sussista più nessun problema, e mantengo alta l'attenzione.
Ma credo di dovergli dare atto che la situazione era diventata un serpente che si morde la coda: per evitare la mia preoccupazione, le mie ansie, o miei commenti che gli risultavano sgradevoli, mi dolcificava la verità.
Ora credo di dover lavorare sulla fiducia reciproca.
Purtroppo temo che sarà dura smettere di controllarlo, ma voglio dargli un periodo di prova in cui mi affiderà soltanto al mio sesto senso...sperando che funzioni ancora.
Grazie
[#11]
"Ovviamente non mi illudo che non sussista più nessun problema, e mantengo alta l'attenzione."
"Ora credo di dover lavorare sulla fiducia reciproca."
Non sono posizioni compatibili, purtroppo. Controllarlo non penso serva a niente, e ovviamente presuppone una sfiducia temporanea in attesa di ulteriori segnali.
"Ora credo di dover lavorare sulla fiducia reciproca."
Non sono posizioni compatibili, purtroppo. Controllarlo non penso serva a niente, e ovviamente presuppone una sfiducia temporanea in attesa di ulteriori segnali.
Questo consulto ha ricevuto 12 risposte e 37k visite dal 12/07/2009.
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Approfondimento su Disturbi di personalità
I disturbi di personalità si verificano in caso di alterazioni di pensiero e di comportamento nei tratti della persona: classificazione e caratteristiche dei vari disturbi.