Può uno psichiatra in 45 min dirmi che non soffro di quello che mi ha detto lo psicoterapeuta?

Buonasera,

Dopo due anni di psicoterapia mi sono fatto dare una "diagnosi" dal mio terapeuta (diagnosi è tra virgolette perché, anche a detta del terapeuta, la diagnosi la può fare solo lo psichiatra), sono poi andato oggi da uno psichiatra per la prima volta, abbiamo colloquiato per 45 min e mi ha detto che non soffro assolutamente di quello che mi ha detto il terapeuta.
Mi chiedo, è lo psicoterapeuta che in due anni non ha capito nulla o c'è effettivamente la possibilità che lo psichiatra sia stato un po' affrettato?
Nello specifico il terapeuta parla di parla di disturbo borderline ad alte capacità compensative (cosa che lo psichiatra mi dice non esistere nemmeno) o di sindrome bipolare ma che comunque necessito di diagnosi differenziale da parte dello psichiatra per verificare le oscillazioni di umore. Lo psichiatra dopo 45 minuti mi dice che non ho niente a che fare con tutto questo e che ho solo qualche tratto di personalità (esclude il borderline perché comunque ho un lavoro da 11 anni, mi sono diplomato e fino ai 25 anni funzionavo abbastanza bene).
Grazie mille, scusate ma sono in una confusione totale.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
MI piacerebbe sapere secondo che logica uno imposta una diagnosi differenziale per poi dire che la diagnosi non la può fare, e che la differenziazione la può fare un altro.
La seconda quindi è una "non diagnosi", cioè non ha niente se non qualche tratto di personalità ma non si sa di che tipo, anche questo è un non senso.
Quindi il primo decide che è una delle due diagnosi borderline o bipolare, senza però dire di essere in grado di distinguerle (quindi perché queste due e non qualsiasi altra) né di fare una diagnosi in generale. Quindi uno psicoterapeuta sceglie una psicoterapia sulla base non di una diagnosi ma di che cosa ?
Il secondo individua soltanto dei tratti ma si sa di cosa non sono, non ci che cosa sono.

Ha ragione di essere in confusione in effetti.

Comunque, per rispondere anche alla lettera: si, uno psichiatra può far diagnosi anche in meno tempo, e del resto non è che dovesse corrispondere a nessuna diagnosi già fatta visto che il primo professionista ha detto che non le fa (salvo il resto del discorso che ha poco senso allora). La cosa strana se mai è tutto l'insieme.

Dr.Matteo Pacini
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Nel frattempo oltre alle non diagnosi citate e alla psicoterapia, è stato deciso un trattamento ulteriore? Le sono stati forniti dei comportamenti da tenere? Dei controlli periodici?


Dopo la diagnosi i trattamenti devono essere congrui ad essa altrimenti brancola nel buio.


Dr. F. S. Ruggiero


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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

alcune domande preliminari, prima di aggiungere qualche dato.
1.
Il Suo Terapeuta è uno Psicologo o un Medico? Nel primo caso è autorizzato alla psicoterapia, cioè iscritto in una lista a parte?
2.
Mi riferisco qui ad uno Psicoterapeuta di Formazione Psicologica, proveniente cioè dall'ordine degli Psicologi. Appare se non altro bizzarra l'affermazione - per come Lei la riporta e la riferisce - che ".. anche a detta del terapeuta, la diagnosi la può fare solo lo psichiatra..".
Bizzarra perchè proprio la legge istitutiva dell'ordine degli Psicologi e dunque anche degli psicoterapeuti precisa che "La professione di Psicologo comprende ..la prevenzione, *la diagnosi*, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico" (Art. 1, Legge 56 del 1989: Ordinamento della professione di Psicologo).
Motivo per cui possibile ipotizzare che ci sia stato un "misunderstanding" tra Voi, che andrà chiarito tra Voi.
Accade che lo Psy non comunichi la diagnosi al pz. se ritiene che non gli sarebbe di utilità. Su richiesta sì.
3.
Accade che anche tra psichiatri non sempre le diagnosi coincidano.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#4]
Utente
Utente
Gentilissimi Dottori,

grazie tante per le risposte. Forse ho sbagliato a scrivere ed ho omesso dei particolari rilevanti, ovvero, sono andato per due anni dallo psicoterapeuta un po' "a pezzi", in tutto l'avrò visto una 30 di volte (grosso modo), forse non è riuscito ad impostare una terapia a causa mia perché ci andavo spesso nei momenti di crisi forte (ed erano parecchi, per questo sono tornato più volte, conosce tutta la mia storia, mi ha visto in condizioni pietose ecc ecc) però, quando mi sentivo meglio, tendevo a pensare "ok, sto bene, che bisogno ho adesso" e tendevo a non andare, riconosco di avere questo difetto oltre a tanti altri. Quando mi ha detto "tendi al borderline ecc ecc ma c'è da fare diagnosi differenziale" forse perché non le gli ho mai dato realmente modo di poterla fare perché facevo la maggior parte delle sedute interamente in crisi totale. Potrei provare a contattare il mio vecchio psichiatra (che si è trasferito e poi non ho visto nessun altro per un anno) per sentire cosa ne pensa, sinceramente mi sono sentito spiazzato, vorrei arrivare quantomeno al bandolo della matassa, non dico guarire al 100% perché credo di essere incurabile ma almeno avere una base di partenza condivisa tra i vari professionisti. Grazie ancora
[#5]
Utente
Utente
Buongiorno Dott.ssa Brunialti,

Parliamo di psicologo/psicoterapeuta. Credo di aver sbagliato a scrivere, mi è stato detto che "normalmente la diagnosi la fa lo psichiatra" perché forse ho lasciato intendere che mi sarebbe servita ai fini lavorativi (per avere diritto a una sorta di malattia, invalidità o altro)
Grazie per la sua attenzione
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

Uno degli errori più comuni nella psicoterapia è proprio quello che narra Lei: andarci in fase di emergenza, rarefare quando si sta meglio; e dunque ritirarsi nel verificarsi della situazione migliore per lavorare su di se’.
Lo scopo della psicoterapia per alcuni orientamenti teorici è di capire, per altri di cambiare. Nella acuzie è improbabile riuscire a lavorare per cambiare: si è concentrati sul superare il momento. Il momento produttivo arriva dopo.

In conclusione, non so se il
Suo desiderio espresso così: ->vorrei arrivare quantomeno al bandolo della matassa.. < passi attraverso la corrispondenza/sovrapponibilita’ delle due diagnosi. Oppure se Lei deva decidersi a lavorare con maggiore sistematicità con lo Psicoterapeuta di cui ci dice: >mi ha visto in condizioni pietose ecc ecc) però, quando mi sentivo meglio, ... <.
E dunque il professionista ha dimostrato che la via intrapresa funzionava. Non sottovaluti la cosa.
Parallelamente ci sarà lo Psichiatra.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Allora è un po' diverso, non è stata impostata una vera e propria psicoterapia, e la diagnosi può esser rimasta oscura. Non capisco però perché diagnosi differenziale rimandata allo psichiatra. Anche perché appunto, se uno arriva alla diagnosi differenziale, vuol dire che fin lì c'è arrivato, e allora quale strumento ha lo psichiatra su quell'ultimo passo che lo psicologo non ha ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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