Domanda su disturbo ossessivo che condiziona la mia vita
Gentili dottori buonasera, scusate se approfitto della vostra disponibilità toccando un tema già trattato due mesi fa ma sto vivendo veramente male e avrei bisogno di un consiglio.
L'argomento è talmente complesso e particolare che non so da dove partire e so che non potrò essere totalmente chiaro.
La premessa d'obbligo è che sono un soggetto ansioso, ipocondriaco, con disturbi ossessivi che influenzano la mia quotidianità.
Per anni ho vissuto pensando tutto fosse inutile perchè tanto dobbiamo morire, poi ho spostato l'attenzione sulle malattie girando studi medici e ospedali ed era sempre somatizzazione.
Da un po' di tempo, invece, periodicamente avverto un peso sullo stomaco che mi porta a dubitare delle mie certezze.
Uno dei riferimenti della mia vita è il calcio, essendo anche giornalista sportivo e tifosissimo.
Da 30 anni mi identifico totalmente nella mia squadra, mi regala emozioni incredibili, acuisce senso di identità e d'appartenenza, è una simbiosi che mi piace perchè mi sento protagonista, in parte, di ciò che accade.
Razionalmente ho sempre pensato che, tra articoli sul giornale e tifo sugli spalti, in minima parte appartengo a due componenti che incidono sulla vita della mia squadra.
Da un po' di tempo sono in crisi, mi sento inutile, mi scervello con domande continue tipo "Ma che senso ha gioire per cose che non dipendono da me?
", "Sono i calciatori che vincono o perdono, io non conto nulla" e mi immagino allo stadio - la mia seconda casa- e dico: "Ma vi pare che io posso incidere positivamente su quello che accade stando seduto in una curva?
".
Nei fatti e nell'emotività non è cambiato nulla, nel senso che vedo le partite e mi emoziono, esulto, canto, con la visibilità garantita dal giornale per cui lavoro cerco di essere di supporto, creare entusiasmo tra i tifosi, incoraggiare i giocatori che sono in difficoltà.
Ma ora non riesco a godermi nulla, vedo la gente che va in trasferta e dico "Ma che andate a fare, a che serve?
Perchè dite "Abbiamo vinto, abbiamo giocato bene" se non giocate voi?
".
Poi istintivamente sono il primo a partire per seguire la squadra.
La psicologa che mi segue ritiene sia una forma mentis atta a creare volutamente turbative nelle cose che mi danno benessere.
Mi capitava anche da fidanzato ("Lo amo?
" "Ma mi è calato?
" "Ma è abitudine o affetto?
", poi magari finiva e lì mi rendevo conto di quanto fossi stato stupido a dubitare).
So solo che vorrei tornare a godermi la più grande passione senza pensare, ora metto in dubbio tutto ("Ma possibile che non dormivo in attesa di un qualcosa che non dipende da me? Invece passo ore e ore a leggere articoli su internet del tipo "Ma i tifosi incidono?
", "Ma l'amore delle tifoserie conta sui risultati?
".
Se trovo risposte positive, mi tranquillizzo per mezz'ora.
Poi però vado alla ricerca di risposte opposte e vado in tensione per giorni all'idea di aver esultato, gioito, pianto, fatto sacrifici e analisi sui giornali per cose che vanno avanti "indipendentemente da me" mi logora il cervello, al punto che mi sembra tutto inutile.
Grazie!
L'argomento è talmente complesso e particolare che non so da dove partire e so che non potrò essere totalmente chiaro.
La premessa d'obbligo è che sono un soggetto ansioso, ipocondriaco, con disturbi ossessivi che influenzano la mia quotidianità.
Per anni ho vissuto pensando tutto fosse inutile perchè tanto dobbiamo morire, poi ho spostato l'attenzione sulle malattie girando studi medici e ospedali ed era sempre somatizzazione.
Da un po' di tempo, invece, periodicamente avverto un peso sullo stomaco che mi porta a dubitare delle mie certezze.
Uno dei riferimenti della mia vita è il calcio, essendo anche giornalista sportivo e tifosissimo.
Da 30 anni mi identifico totalmente nella mia squadra, mi regala emozioni incredibili, acuisce senso di identità e d'appartenenza, è una simbiosi che mi piace perchè mi sento protagonista, in parte, di ciò che accade.
Razionalmente ho sempre pensato che, tra articoli sul giornale e tifo sugli spalti, in minima parte appartengo a due componenti che incidono sulla vita della mia squadra.
Da un po' di tempo sono in crisi, mi sento inutile, mi scervello con domande continue tipo "Ma che senso ha gioire per cose che non dipendono da me?
", "Sono i calciatori che vincono o perdono, io non conto nulla" e mi immagino allo stadio - la mia seconda casa- e dico: "Ma vi pare che io posso incidere positivamente su quello che accade stando seduto in una curva?
".
Nei fatti e nell'emotività non è cambiato nulla, nel senso che vedo le partite e mi emoziono, esulto, canto, con la visibilità garantita dal giornale per cui lavoro cerco di essere di supporto, creare entusiasmo tra i tifosi, incoraggiare i giocatori che sono in difficoltà.
Ma ora non riesco a godermi nulla, vedo la gente che va in trasferta e dico "Ma che andate a fare, a che serve?
Perchè dite "Abbiamo vinto, abbiamo giocato bene" se non giocate voi?
".
Poi istintivamente sono il primo a partire per seguire la squadra.
La psicologa che mi segue ritiene sia una forma mentis atta a creare volutamente turbative nelle cose che mi danno benessere.
Mi capitava anche da fidanzato ("Lo amo?
" "Ma mi è calato?
" "Ma è abitudine o affetto?
", poi magari finiva e lì mi rendevo conto di quanto fossi stato stupido a dubitare).
So solo che vorrei tornare a godermi la più grande passione senza pensare, ora metto in dubbio tutto ("Ma possibile che non dormivo in attesa di un qualcosa che non dipende da me? Invece passo ore e ore a leggere articoli su internet del tipo "Ma i tifosi incidono?
", "Ma l'amore delle tifoserie conta sui risultati?
".
Se trovo risposte positive, mi tranquillizzo per mezz'ora.
Poi però vado alla ricerca di risposte opposte e vado in tensione per giorni all'idea di aver esultato, gioito, pianto, fatto sacrifici e analisi sui giornali per cose che vanno avanti "indipendentemente da me" mi logora il cervello, al punto che mi sembra tutto inutile.
Grazie!
[#1]
Sono sempre fenomeni legati al suo disturbo ossessivo che non è sempre in compenso.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Utente
Anzitutto grazie. E c è una cura o devo conviverci? Queste fissazioni che mi fanno vivere malissimo e che rovinano la mia quotidianità vengono improvvisamente e improvvisamente vanno via dopo un paio di settimane. Sto dubitando anche della cosa che più mi è cara, sentirmi inutile e ininfluente rispetto alla mia passione è logorante e ora troverei un senso e serenità solo se sapessi di avere una pure minima incidenza sul bene della mia squadra
[#3]
Utente
Dottore, scusi se la disturbo ancora. Vorrei condividere con lei una ulteriore riflessione. Sabato, dopo 17 anni, mia madre tornerà allo stadio. E' una gran tifosa assente dal 2005 per un grave problema di salute. Era un evento che aspettavo da una vita, temevo non si potesse mai realizzare e ho fatto di tutto per renderlo possibile. Può essere che la mia mente, in modo patologico, abbia "tirato fuori" questo inceppo sulla mia passione per il calcio perchè insconsciamente scatta qualcosa che vuole impedirmi di godermi un momento positivo e felice? Vorrei chiederle, se possibile, un parere su questo mio pensiero e su quanto le ho scritto nel post precedente. Grazie!
[#4]
Utente
Gentili dottori buongiorno. Per la prima volta dopo anni un consulto non riceve risposte. Naturalmente non è una critica, ci mancherebbe, ci vorrebbe una statua per tutto quello che fate. Volevo solo sapere se involontariamente avessi fatto qualcosa tipo infrangere il vostro regolamento. Nel caso mi scuso!
[#5]
In verità è andato in coda e non lo vedevo.
In ogni caso, la presenza di questo tipo di pensieri indica la mancanza di un compenso effettivo.
Emergono sempre nuovi pensieri che la portano ad agire la sua problematica in modo improprio.
Farei rivedere nuovamente la terapia.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
In ogni caso, la presenza di questo tipo di pensieri indica la mancanza di un compenso effettivo.
Emergono sempre nuovi pensieri che la portano ad agire la sua problematica in modo improprio.
Farei rivedere nuovamente la terapia.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
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[#6]
Utente
Gentile dottore,scusi ... mi ero solo preoccupato di aver fatto qualcosa di irrispettoso.. dalla prossima settimana ricomincio psicoterapia , oggi la dottoressa ha riscontrato una forte componente ansiosa che mi porta a scervellarmi su cose che mi fanno vivere male. Il sentirmi ininfluente rispetto ad una grande passione mi logora. Passerà ?
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 1.4k visite dal 16/10/2022.
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