Effetti collaterali del Burnout a lungo termine
Gentili Dottori,
Qualche anno fa, in seguito ad un problema di salute (che detto cosi sembra cosa da poco, quando in realtà ancora oggi è presente e mi logora la vita), ho sofferto sicuramente di un esaurimento nervoso (almeno uno, mi fu "riconosciuto" da un neurologo).
Venendo già da una vita insoddisfacente e di qualche rimpianto, con stati depressivi, in cui l'essere ansioso e tendenzialmente pessimista l'hanno fatta da padrone, mi sono accorto di aver peggiorato quelle che chiamo "prestazioni mentali", facendo riferimento ad un concetto di "plasticità mentale" (o essere rapidi nei ragionamenti... ) , nonchè sulla memoria (sono uno studente).
Mi sono peraltro accorto di aver sviluppato saltuari disturbi sul parlare fluente (tipo forme a metà tra dislessia e balbuzie; in realtà quest'ultima è la cosa che mi "spaventa" meno, e per la frequenza e per lo stato di agitazione che spesso mi riconosco).
Ora leggendo ho trovato questa frase in merito al Burnout: " Nello stress cronico si assiste ad una atrofizzazione dell'ippocampo, ovvero una sua apprezzabile riduzione di volume".
Il testo però non specifica se questa riduzione è definitiva o meno, o altro.
Vi volevo chiedere quindi: questi effetti sono definitivi o è possibile indurre un processo inverso di, non dico rigenerazione, ma di recupero verso uno stato pre-bornout?
Se si, cosa andrebbe fatto?
Vi ringrazio gentilmente per le vostra disponibilità
Qualche anno fa, in seguito ad un problema di salute (che detto cosi sembra cosa da poco, quando in realtà ancora oggi è presente e mi logora la vita), ho sofferto sicuramente di un esaurimento nervoso (almeno uno, mi fu "riconosciuto" da un neurologo).
Venendo già da una vita insoddisfacente e di qualche rimpianto, con stati depressivi, in cui l'essere ansioso e tendenzialmente pessimista l'hanno fatta da padrone, mi sono accorto di aver peggiorato quelle che chiamo "prestazioni mentali", facendo riferimento ad un concetto di "plasticità mentale" (o essere rapidi nei ragionamenti... ) , nonchè sulla memoria (sono uno studente).
Mi sono peraltro accorto di aver sviluppato saltuari disturbi sul parlare fluente (tipo forme a metà tra dislessia e balbuzie; in realtà quest'ultima è la cosa che mi "spaventa" meno, e per la frequenza e per lo stato di agitazione che spesso mi riconosco).
Ora leggendo ho trovato questa frase in merito al Burnout: " Nello stress cronico si assiste ad una atrofizzazione dell'ippocampo, ovvero una sua apprezzabile riduzione di volume".
Il testo però non specifica se questa riduzione è definitiva o meno, o altro.
Vi volevo chiedere quindi: questi effetti sono definitivi o è possibile indurre un processo inverso di, non dico rigenerazione, ma di recupero verso uno stato pre-bornout?
Se si, cosa andrebbe fatto?
Vi ringrazio gentilmente per le vostra disponibilità
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Non ho capito che c'entra il burnout.
Lei ha avuto una... depressione (?) diagnosticata però da un neurologo e non è chiaro se ha fatto trattamenti. Adesso si pone domande ipocondriache.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.5k visite dal 07/10/2022.
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