Disturbo borderline?
Salve, buonasera, ho 33 anni e da circa 3 mesi ho deciso di iniziare un percorso di psicoterapia.
10 anni fa ho avuto un periodo di profonda depressione che mi ha portato ad avere problemi di anoressia e autolesionismo.
All'epoca preferii non chiedere aiuto a nessuno e dopo circa due anni riuscii a "guarire".
Tre mesi fa ho deciso di rivolgermi a uno psicoterapeuta a causa di problemi di ansia.
Dopo mesi, lo psicoterapeuta è arrivato alla conclusione che tutti i miei problemi sono in realtà legati a un disturbo borderline di personalità.
Questo mi ha turbato parecchio.
Non lo accetto, non ci riesco, e per tentare di alleviare il dolore, la rabbia o qualsiasi altra cosa sia, ho ricominciato a farmi del male.
Ho avuto ben due crisi in una sola settimana.
Ho paura di aver chiesto aiuto troppo tardi, di non poter fare più niente per stare bene e, nel frattempo, la mia testa mi incoraggia a distruggermi.
Ne ho parlato con lo psicoterapeuta, ovviamente, e secondo lui non è mai troppo tardi, ma la mia testa mi dice il contrario.
Devo imparare ad amarmi, devo imparare a fidarmi degli altri, devo smetterla di rifugiarmi nel dolore fisico di cui sono praticamente dipendente, e poi ancora imparare a riconoscere tutte quelle emozioni che per il mio cervello si traducono in una rabbia incontrollabile!
Posso davvero sperare di migliorare?
E se si, in quanti anni?
Scusate lo sfogo
10 anni fa ho avuto un periodo di profonda depressione che mi ha portato ad avere problemi di anoressia e autolesionismo.
All'epoca preferii non chiedere aiuto a nessuno e dopo circa due anni riuscii a "guarire".
Tre mesi fa ho deciso di rivolgermi a uno psicoterapeuta a causa di problemi di ansia.
Dopo mesi, lo psicoterapeuta è arrivato alla conclusione che tutti i miei problemi sono in realtà legati a un disturbo borderline di personalità.
Questo mi ha turbato parecchio.
Non lo accetto, non ci riesco, e per tentare di alleviare il dolore, la rabbia o qualsiasi altra cosa sia, ho ricominciato a farmi del male.
Ho avuto ben due crisi in una sola settimana.
Ho paura di aver chiesto aiuto troppo tardi, di non poter fare più niente per stare bene e, nel frattempo, la mia testa mi incoraggia a distruggermi.
Ne ho parlato con lo psicoterapeuta, ovviamente, e secondo lui non è mai troppo tardi, ma la mia testa mi dice il contrario.
Devo imparare ad amarmi, devo imparare a fidarmi degli altri, devo smetterla di rifugiarmi nel dolore fisico di cui sono praticamente dipendente, e poi ancora imparare a riconoscere tutte quelle emozioni che per il mio cervello si traducono in una rabbia incontrollabile!
Posso davvero sperare di migliorare?
E se si, in quanti anni?
Scusate lo sfogo
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Mi è stato insegnato che gestire la diagnosi in questo modo è completamente sbagliato ed il fatto che lei abbia reagito ad essa con la modalità descritta conferma ciò.
La diagnosi deve riguardare sia gli aspetti della diagnosi nosologica che quelli della diagnosi di personalità, ma esse non vanno scisse con lo scopo di dare comunicazioni frammentarie.
Una volta fatta la diagnosi che descrive tecnicamente avrebbe dovuto essere indirizzata ad uno psichiatra per un trattamento farmacologico.
Ovviamente resta incastrata tra la diagnosi ed i sintomi ed il tempo passa.
la visita psichiatrica è indispensabile.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
La diagnosi deve riguardare sia gli aspetti della diagnosi nosologica che quelli della diagnosi di personalità, ma esse non vanno scisse con lo scopo di dare comunicazioni frammentarie.
Una volta fatta la diagnosi che descrive tecnicamente avrebbe dovuto essere indirizzata ad uno psichiatra per un trattamento farmacologico.
Ovviamente resta incastrata tra la diagnosi ed i sintomi ed il tempo passa.
la visita psichiatrica è indispensabile.
Dr. F. S. Ruggiero
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https://wa.me/3908251881139
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Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.7k visite dal 11/09/2022.
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