Disturbo borderline con tratti narcisistici

Buonasera,
da poco mi è stata fatta una diagnosi di disturbo borderline con tratti narcisistici, per via forse anche delle numerose difficoltà di relazione con alcuni psichiatri che ho avuto negli ultimi tempi.
Il fatto è che finché mi mantengo su un piano formale, parlando solo in termini di sintomi ma senza assolutamente parlare della mia vita intima riesco a mantenere una buona relazione, se come ho fatto mi espongo a parlare di quello che vivo davvero nei contenuti e non solo nei sintomi chi recepisce questo mio racconto diventa un nemico della serie: se te lo dico poi devo ucciderti" perché userà questo informazioni per umiliarmi se va bene e per farmi molto male se va male.
Quindi litigi feroci con estrema aggressività da parte mia e quant'altro.

La mia storia è più o meno alla Lolita, mia madre non mi sopportava e non ne faceva mistero, mio padre si è fatto sempre più vicino prima con racconti delle sue cose intime poi con vere e proprie molestie, che sono state blande e sono durate poco, ma mi hanno fatto capire che non era affetto quello che aveva per me.
Purtroppo ho avuto anche il solito pacchetto di molestie che tocca ad ogni ragazzina anche fuori casa.

Non potrei mai raccontare ad uno psichiatra questo, mi verrebbe fuori un Leviatano di paure che mi renderebbe davvero feroce, anche se uno psichiatra direttamente me lo ha chiesto gli ho detto in sostanza che non lo avrei mai detto a lui.

D'altra parte parlare di come mi vanno le cose sempre con ansia-depressione-non dormo-somatizzo...le dico a volte mi sembra di aver incontrato tutte queste persone (gli psichiatri/e) tra l'altro fantastiche, di cuore, intelligenti e che sono stati carini/e solo perché io in realtà non c'ero.

Non so come comportarmi, vi chiedo una parola se possibile, grazie.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Se intende migliorare nei suoi sintomi e stabilire un andamento lineare alla sua vita deve dire la verità ai suoi curanti anche se questo la fa soffrire e la rende ostile verso l’altro.



Dr. F. S. Ruggiero


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Utente
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Eh già. Dovrei cercare di sentirmi in colpa per il mio comportamento, ossia cercare di assumere il punto di vista dell'altra persona. Mia madre mi faceva sentire in colpa per il fatto di esserci perché la sua gravidanza è stata occasionale. Non c'era una vera e propria coppia con mio padre che giudicava inaffidabile e sfruttatore. Ho un problema di empatia verso gli altri quando c'è un rapporto autentico, perché per me mettermi nei panni dell'altro equivale a sentire che da me ci si aspetta il suicidio o qualche grave gesto autolesivo di espiazione, una cosa che ho iniziato a pensare piuttosto presto quando ancora cercavo il suo affetto.
Penso che se mi sentissi in colpa farei una di queste due cose.
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Utente
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Bene, ho chiacchierato troppo
La ringrazio vivamente per il consiglio, lo seguirò
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