Ipersessualità o parafilie
Gentile Medici e Psicologi,
mi trovo ad affrontare, a seguito della sospensione di SSRI assunti
a seguito di una depressione maggiore con relative fobie specifiche,
una fase di parafilia inaspettata dovuta ad un evento specifico.
In particolar modo si tratta di un pensiero ossessivo riferito ad una esperienza di Triolismo
provato una volta sola senza particolare premeditazione con la mia partner ed un mio amico.
Purtroppo il pensiero del ricordo sembra essere diventato ossessivo e, mio malgrado,
si presenta intrusivamente all'improvviso in alcuni momenti della giornata creando
dei loop mentali tipicamente ossessivi.
Non c'è comunque, come il DSM IV indica, necessità di questa parafilia per il raggiungimento
dell'orgasmo o per il normale svolgimento della vita sessuale.
Vorrei premettere che:
1) Gli SSRI avevano inibito completamente la mia libido
2) Alla sospensione degli stessi dopo un periodo di wash-out di un mese circa, sono iniziati pesieri ossessivi compulsivi, mai avuti prima, relativi ad altre fobie specifiche (non quindi riguardanti la sfera sessuale).
3) Dopo lo stesso periodo di wash-out la libido si è ristabilita con estremi picchi di ipereccitazione.
Sembra che questi due fattori ossessione/ipersessualità si siano linkati nel momento dell'esperienza
di triolismo innescando questa ossessione/desiderio di rivivere l'esperienza (solo poi con la stessa persona e la mia partner).
Cerco al momento di controllare e razionalizzare i momenti di ossessione cercando di interferire con i suoi meccanismi; a volte con successo a volte dovendo ricorrere alla masturbazione per scaricare la tensione emotiva.
La mia domanda è questa:
Alla luce degli studi americani avanzati dal Prof. Martin Kafka sul modello biochimico delle parafilie e alla luce del fatto che è ormai dimostrato che la carenza della serotonina porti tanto a comportamenti ipersessuali quanto alla probabile insorgenza di DOC, posso inferire una responsabilità di deficienza serotoninica al mio "disturbo" (ripeto mai avuto prima) o devo presupporlo come manifestazione di una pre-latente (33 anni) patologia da affrontare dal punto di vista Psicoterapeutico/sessuologico?
Grazie
mi trovo ad affrontare, a seguito della sospensione di SSRI assunti
a seguito di una depressione maggiore con relative fobie specifiche,
una fase di parafilia inaspettata dovuta ad un evento specifico.
In particolar modo si tratta di un pensiero ossessivo riferito ad una esperienza di Triolismo
provato una volta sola senza particolare premeditazione con la mia partner ed un mio amico.
Purtroppo il pensiero del ricordo sembra essere diventato ossessivo e, mio malgrado,
si presenta intrusivamente all'improvviso in alcuni momenti della giornata creando
dei loop mentali tipicamente ossessivi.
Non c'è comunque, come il DSM IV indica, necessità di questa parafilia per il raggiungimento
dell'orgasmo o per il normale svolgimento della vita sessuale.
Vorrei premettere che:
1) Gli SSRI avevano inibito completamente la mia libido
2) Alla sospensione degli stessi dopo un periodo di wash-out di un mese circa, sono iniziati pesieri ossessivi compulsivi, mai avuti prima, relativi ad altre fobie specifiche (non quindi riguardanti la sfera sessuale).
3) Dopo lo stesso periodo di wash-out la libido si è ristabilita con estremi picchi di ipereccitazione.
Sembra che questi due fattori ossessione/ipersessualità si siano linkati nel momento dell'esperienza
di triolismo innescando questa ossessione/desiderio di rivivere l'esperienza (solo poi con la stessa persona e la mia partner).
Cerco al momento di controllare e razionalizzare i momenti di ossessione cercando di interferire con i suoi meccanismi; a volte con successo a volte dovendo ricorrere alla masturbazione per scaricare la tensione emotiva.
La mia domanda è questa:
Alla luce degli studi americani avanzati dal Prof. Martin Kafka sul modello biochimico delle parafilie e alla luce del fatto che è ormai dimostrato che la carenza della serotonina porti tanto a comportamenti ipersessuali quanto alla probabile insorgenza di DOC, posso inferire una responsabilità di deficienza serotoninica al mio "disturbo" (ripeto mai avuto prima) o devo presupporlo come manifestazione di una pre-latente (33 anni) patologia da affrontare dal punto di vista Psicoterapeutico/sessuologico?
Grazie
[#1]
gentile utente
prima di parlare di trattamento andrebbe fatta una diagnosi.
Chi le ha fatto questa diagnosi?
Certamente non può farla da solo neanche se fiosse del settore.
Comunque il suo essere ossessivo e' evidente anche dal suo scritto, pertanto ritorni dal suo psichiatra o si rivolga ad uno specialista di sua fiducia.
prima di parlare di trattamento andrebbe fatta una diagnosi.
Chi le ha fatto questa diagnosi?
Certamente non può farla da solo neanche se fiosse del settore.
Comunque il suo essere ossessivo e' evidente anche dal suo scritto, pertanto ritorni dal suo psichiatra o si rivolga ad uno specialista di sua fiducia.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Gentile utente,
teorie biologiche sono superflue, visto che siamo un oggetto biologico è scontato che la spiegazione sia biologica. Detto questo, gli sproloqui sulla serotonina o su qualsiasi altro mediatore sono inutili poiché non hanno portato a niente di interessante fino ad ora. Men che meno ci può ragionare una persona che non conosce la materia se non per aver pescato questo o quell'articolo.
Da ciò che scrive si ha l'impressione che abbia una fase in cui si pone problemi di vergogna o colpa o anomalia di un comportamento sessuale che rientra nella normalità delle varianti possibili, e che lei stesso ha provato con soddisfazione. Quindi la componente da trattare mi sembra possa identificarsi nella fase attuale associata al pensiero ripetitivo e angoscioso, senza focalizzarsi sull'oggetto del pensiero stesso che mi sembra irrilevante.
teorie biologiche sono superflue, visto che siamo un oggetto biologico è scontato che la spiegazione sia biologica. Detto questo, gli sproloqui sulla serotonina o su qualsiasi altro mediatore sono inutili poiché non hanno portato a niente di interessante fino ad ora. Men che meno ci può ragionare una persona che non conosce la materia se non per aver pescato questo o quell'articolo.
Da ciò che scrive si ha l'impressione che abbia una fase in cui si pone problemi di vergogna o colpa o anomalia di un comportamento sessuale che rientra nella normalità delle varianti possibili, e che lei stesso ha provato con soddisfazione. Quindi la componente da trattare mi sembra possa identificarsi nella fase attuale associata al pensiero ripetitivo e angoscioso, senza focalizzarsi sull'oggetto del pensiero stesso che mi sembra irrilevante.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#3]
Utente
Gentili Specialisti,
grazie per la repentina risposta.
Per rispondere al Dr. Ruggieri: Ancora nessuno mi ha fatto una diagnosi ne tantomeno volevo dare l'impressione di essere in grado di autodiagnosticare la mia problematica. La meglio dire "deduzione" sui comportamenti Ossessivi viene dalla mia conoscenza della patologia per motivi di studi universitari e di ricerca nelle scienze cognitive. Colgo comunque pienamente il suo consiglio di tornare da uno specialista. Il mio dubbio era se affrontarlo con uno Psichiatra o con un Sessuologo.
Per quanto riguarda i problemi di "vergogna o colpa" che il Dr.Pacini giustamente coglie, credo che il sentimento più dominanta sia in assoluto la colpa, ma non per il fatto accaduto in se, ma per il ripresentarsi del pensiero (intrusivo) ed il desiderio di rivivere l'esperienza.
L'aspetto più spiacevole, senza il quale non credo avvertirei colpa, è il fatto di aver provato piacere e nel continuare a provarlo giornalmente con immagini mentali, nel vedere la mia partner in attività sessuali con il mio amico e quindi non so se poterla considerare ancora "normale variante".
Sempre per il Dr. Pacini, volevo sottolineare il fatto che è stato in seguito alla sospensione degli SSRI che tutto il quadro generale è andato peggiorando (da condotte di Fobia Sociale a quelle ossessivo compulsive, di fobie specifiche, perdita apettito, di insonnia e quant'altro sintomaticamente può far presupporre una ricaduta nella temuta depressione maggiore).
Non ho capito cosa intende per "gli sproloqui sulla serotonina o su qualsiasi altro mediatore sono inutili poiché non hanno portato a niente di interessante fino ad ora" ? Si riferisce all'intervento sui "mediatori" o agli "sproloqui" sugli stessi?
Grazie per le risposte
grazie per la repentina risposta.
Per rispondere al Dr. Ruggieri: Ancora nessuno mi ha fatto una diagnosi ne tantomeno volevo dare l'impressione di essere in grado di autodiagnosticare la mia problematica. La meglio dire "deduzione" sui comportamenti Ossessivi viene dalla mia conoscenza della patologia per motivi di studi universitari e di ricerca nelle scienze cognitive. Colgo comunque pienamente il suo consiglio di tornare da uno specialista. Il mio dubbio era se affrontarlo con uno Psichiatra o con un Sessuologo.
Per quanto riguarda i problemi di "vergogna o colpa" che il Dr.Pacini giustamente coglie, credo che il sentimento più dominanta sia in assoluto la colpa, ma non per il fatto accaduto in se, ma per il ripresentarsi del pensiero (intrusivo) ed il desiderio di rivivere l'esperienza.
L'aspetto più spiacevole, senza il quale non credo avvertirei colpa, è il fatto di aver provato piacere e nel continuare a provarlo giornalmente con immagini mentali, nel vedere la mia partner in attività sessuali con il mio amico e quindi non so se poterla considerare ancora "normale variante".
Sempre per il Dr. Pacini, volevo sottolineare il fatto che è stato in seguito alla sospensione degli SSRI che tutto il quadro generale è andato peggiorando (da condotte di Fobia Sociale a quelle ossessivo compulsive, di fobie specifiche, perdita apettito, di insonnia e quant'altro sintomaticamente può far presupporre una ricaduta nella temuta depressione maggiore).
Non ho capito cosa intende per "gli sproloqui sulla serotonina o su qualsiasi altro mediatore sono inutili poiché non hanno portato a niente di interessante fino ad ora" ? Si riferisce all'intervento sui "mediatori" o agli "sproloqui" sugli stessi?
Grazie per le risposte
[#4]
come sarebbe che nessuno le ha fatto una diagnosi ? Il trattamento che faceva e che poi ha sospeso è stato prescritto per quale diagnosi ? Parla di fobia sociale, di ossessioni, chi è che ha utilizzato questi termini nel suo caso ?
[#5]
Utente
Gentile Dr. Pacini,
mi sono espresso male.
Nessuno mi ha fatto una diagnosi per l' attuale condotta parafiliaca (se confermata).
Per quanto riguarda la cura con SSRI che ho seguito per piu di un anno e mezzo è stata prescritta da un Neuro-psichiatra per una depressione maggiore associata a DAP, condotte di evitamento e fobie specifiche e sociale.
Lo scalaggio, durato un mese, è avvenuto dopo un opportuno periodo di mantenimento quando lo stato patologico sembrava risolto.
Ora mi trovo ad aver terminato la cura da 6 mesi.
Mi chiedo alla luce di quanto esposto se debba tornare dal Neuro-psichiatra ipotizzando il mio peggioramento sintomatologico come un effetto rebound (non so se esiste per gli SSRI) o da un Sessuologo per scoprire se per tutto questo tempo non abbia semplicemente ignorato una psicopatologia.
Grazie ancora
mi sono espresso male.
Nessuno mi ha fatto una diagnosi per l' attuale condotta parafiliaca (se confermata).
Per quanto riguarda la cura con SSRI che ho seguito per piu di un anno e mezzo è stata prescritta da un Neuro-psichiatra per una depressione maggiore associata a DAP, condotte di evitamento e fobie specifiche e sociale.
Lo scalaggio, durato un mese, è avvenuto dopo un opportuno periodo di mantenimento quando lo stato patologico sembrava risolto.
Ora mi trovo ad aver terminato la cura da 6 mesi.
Mi chiedo alla luce di quanto esposto se debba tornare dal Neuro-psichiatra ipotizzando il mio peggioramento sintomatologico come un effetto rebound (non so se esiste per gli SSRI) o da un Sessuologo per scoprire se per tutto questo tempo non abbia semplicemente ignorato una psicopatologia.
Grazie ancora
[#6]
Gentile utente,
la giusta medizione potrebbe essere quella di consultare uno psichiatra con competenze specifiche in ambito della sessuologia.
Cordiali saluti
la giusta medizione potrebbe essere quella di consultare uno psichiatra con competenze specifiche in ambito della sessuologia.
Cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
[#10]
Utente
La risposta del mio psichiatra è stata:
Paroxetina e astinenza forzata, fin quando
il farmaco non inibirà la libido.
Siceramente sono piu frustrato di prima.
Sono spinto molto a riprovare l'esperienza
con il mio amico e la mia ragazza,
ma quest'ultima diagnosi ha aumentato il carico di
ansia, senso di colpa e paura.
Paroxetina e astinenza forzata, fin quando
il farmaco non inibirà la libido.
Siceramente sono piu frustrato di prima.
Sono spinto molto a riprovare l'esperienza
con il mio amico e la mia ragazza,
ma quest'ultima diagnosi ha aumentato il carico di
ansia, senso di colpa e paura.
[#12]
Senta un altro parere. Curare una parafilia eliminando la sessualità normale non mi sembra una gran trovata, nel senso che è improbabile che regga. Il consiglio "astinenza forzata" è ridicolo: forzata da chi ? Perché lei si può forzare all'astinenza ? E allora il problema dove starebbe ? E poi, soprattutto, perché la soluzione la vede come un'astinenza ? Mica stiamo parlando di uso di stupefacenti, in cui il punto d'arrivo coerente con la risposta alla cura è il non-uso totale. La cura delle dipendenze sessuali mica può dare come risultato teorico una non-sessualità !
Questo consulto ha ricevuto 13 risposte e 7.4k visite dal 07/07/2009.
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