Resistenza ai farmaci o terapie sbagliate!?

Salve. Sono una ragazza di 29 anni e da quando ne ho 23 soffro di attacchi di panico. Volevo gentilmente sottoporvi la mia esperienza per avere se possibile un consiglio..un parere..una rassicurazione. Premetto che sono in cura da uno psichiatra e da circa un anno ho iniziato a fare psicoterapia in modo continuativo. Cosa che prima non sono riuscita a fare perché viaggiavo molto (ho vissuto all'estero due anni). La mia storia inizia dunque a 23 anni con i primi attacchi di panico..per quasi tre anni non mi sono curata in alcun modo..fin quando il disturbo è divenuto talmente invalidante da portarmi ad accettare una cura farmacologica. Negli ultimi tre anni ho cambiato tre psichiatri..4 diversi farmaci e domani inizierò una nuova terapia. Passando dall'elopram al cipralex...all'efexor fino al cymbalta che è stato per me estremamente deleterio (infatti ho sostenuto la terapia per soli 3 mesi e su consiglio dello psichiatra di allora l'ho scalato ed eliminato). Da 5 mesi dunque senza farmaci..ora la situazione è peggiorata di nuovo..dopo due anni sono tornati gli attacchi di panico (che nel mio caso si esprimono con un improvviso mal di testa..nausea..e senso di svenimento) si sommano appunto sintomi psicosovatici persistenti quali nausea perenne..mal di testa(cefalea muscolo tensiva) perenne..dolori muscolari. Non solo...subentrano a volte momenti di vera e propria depressione..soprattutto in concomitanza del ciclo in cui davvero non riesco a controllare i miei pensieri o a reagire. Da domani inizierò l'ennesima cura con efexor (l'unico farmaco a cui ho risposto positivamente ma che mi fu tolto perchè dopo un anno riebbi un ennesimo peggioramento (il perchè mi fu tolto e non aumentato non lo so). Capita a volte che avendo sempre..costantemente questi disturbi fisici provi rabbia verso il mio corpo...e anche se non ho mai tentato di farmi del male...a volte ho immagini di me che mi rompo la mano contro il muro...o la testa...per smettere di soffrire..o almeno soffrire per qualcosa di visibile. Ho tanta paura...oramai sento che la mia vita ha preso questa piega..e non riuscirò a cambiarla...sento di essere finita come persona. Sebbene riesca a lavorare...studiare...non riesco a vivere davvero. Non vedo futuro...sento che non guarirò mai...e sarò destinata a convivere con questo malessere che non riesco ad accettare. Il mio psichiatra dice che devo aver fiducia nelle cure...il fatto è che bisogna provare cosa significa sperare..mettercela tutta...anno dopo anno....prendere farmaci...poi dopo 6 anni tornare al punto di partenza. Qualsiasi persona lo vivrebbe come un fallimento. Pensate che efexor sia un buon farmaco che possa aiutarmi? Lo psichiatra mi ha dato EN anche da prendere al bisogno..e nei primi 15 gg di terapia ogni mattina e sera...ma ho paura anche di prendere tutti questi farmaci. Non so che fare. Voi pensate onestamente che una persona con un disturbo come il mio..cronico possa guarire del tutto? Vivere senza medicine? Grazie.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.3k 1k 63
gentile utente

chiariamo subito che certamente il suo disturbo va tratttato farmacologicamente ed in modo adeguato.

Credo che abbia descritto la sua condizione come ha fatto qui ed emergono elementi che richiederebbero un trattamento differente da quello che lei fino ad ora ha effettuato.

Probabilmente sarebbe utile una associazione farmacologica nonché psicoterapeutica.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Gentile utente,

non so se i farmaci che lei ha citato sono tutti. Diciamo che elopram e cipralex sono più o meno la stessa cosa, e cymbalta e efexor simili. Efexor è una possibilità,.se utilizzato a dosi adeguate, anche perché a dosi inferiori a 100 mg funziona in un'altra maniera, che non è quella associata all'efficacia sul disturbo.
C'è un'intera classe che non compare, cioè gli antidepressivi triciclici, a cui appartiene il primo farmaco antipanico messo a punto, tutt'oggi utilizzati perché qualcuno risponde o tollera meglio quelli rispetto ai farmaci più nuovi. Non cita la paroxetina, che è un farmaco ampiamente utilizzato e di riferimento nel disturbo di panico.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Gentili Dottori vi ringrazio innanzitutto per aver risposto così velocemente. In effetti non ho citato il Surmontil che mi era stato prescritto in questi ultimi 20 giorni ma non lo tolleravo bene..anche se lo prendevo con acqua mi si intorpidiva la lingua..come sotto anestetico e mi aumentava sia l'ansia che la nausea. A quel punto lo psichiatra ha deciso di tornare ad Efexor..sapendo che lo tolleravo meglio..da stasera inizierò dunque una nuova terapia con Efexor nella speranza di stare un pò meglio. La paroxetina non so perchè..ma non mi è mai stata proposta. La prende mio padre perchè anche lui soffre di ansia ormai da decenni..ed è oramai dipendente dal Tavor che sta cercando di scalare con poco successo (sono 30 anni che lo prende). Faccio psicoterapia...in questo periodo critico due volte a settimana. Di certo mi aiuta ma sono consapevole che se i sintomi fisici persistono...il potere psicoterapeutico diminuisce perché non sono abb. serena per poter affrontare un carico psicologico adeguato. Il cymbalta è stato per me un vero incubo...lo tolleravo molto male sebbene sia simile ad efexor. Sospenderlo anche se gradatamente..(4 mesi c'ho messo) è stato una pena (Scosse elettriche ovunque sparite poi dopo 20 giorni dalla dismissione) Non lo so..sono abbastanza scoraggiata..anche il lavoro ne risente. Lavoro nel sociale..quindi capite..che subentra anche una doppia frustrazione per non riuscire a svolgere al meglio il lavoro che amo...se io per prima non sto bene.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Gentile utente,

non c'è motivo di essere scoraggiati: non ha provato tutte le terapie antipanico e tornare ancora su terapie non brillanti non mi sembra una strada sensata, a meno che stavolta non si provino dosaggi diversi.
La psicoterapia in fase di attività di malattia quale scopo avrebbe di preciso ? E che tipo di psicoterapia sta seguendo ?
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Utente
Utente
Gentile Dottore...la psicoterapia ha lo scopo di sostenermi appunto anche per la ripresa dei farmaci..cosa che mi mette in crisi...perché mi catapulta appunto in uno stato di scoraggiamento.di fallimento personale. Nel corso di questi anni addirittura ho sviluppato una paura a prendere qualsiasi farmaco...ho paura mi faccia male e mi danneggi. La psicoterapauta sta cercando di aiutarmi a razionalizzare questa situazione. Lei dice che è inutile? Sto eseguendo la cognitivo comportamentale...
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Il disturbo va curato. La psicoterapia che lei segue è indicata. Ma la terapia farmacologica deve risolvere il problema, non vedo perché non utilizzare farmaci di riferimento per il panico.
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Utente
Utente
Non lo so...quindi che dovrei fare!? Lei visita anche a Pisa!?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Io visito anche a Pisa.
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Utente
Utente
Gentile Dott. Pacini..parlando con il mio Psichiatra e riportando dubbi e considerazioni ha deciso di cambiarmi l'efexor con lo zoloft!! A lei sembra una buona tattica? La paroxetina non me l'ha nominata!! Lo zoloft è un buon medicinale? serve anche per l'ansia? Grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Gentile utente,

abbiamo già fatto alcuni commenti. Continuano a valere ma non si può dire di più.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
>>> Faccio psicoterapia...in questo periodo critico due volte a settimana. >>>

Gentile ragazza, mi permetta di farle una domanda. Dato che questo è un periodo critico, come lei stessa afferma, l'utilità di fare due sedute di psicoterapia a settimana consiste più nel rivedere insieme al terapeuta gli effetti dei compiti che le sono stati assegnati fra una seduta e l'altra, oppure più nel fornirle un sostegno emotivo per il momento acuto?

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Utente
Utente
Gentile Dr.Santonocito piu' che altro per un sostegno emotivo. Per aiutarmi a prendere i farmaci con una relativa serenità...cosa per me difficile visto che ho avuto con i farmaci (alcuni) brutte esperienze e altrettanti fallimenti.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Credo che andrebbe chiarito meglio il ruolo dello psicoterapeuta, nel senso di stabilire se ciò che sta ricevendo è un sostegno o una vera e propria psicoterapia. Sono cose ben diverse. Da qui non è possibile valutare bene le scelte che hanno portato i suoi specialisti a impostare le cure che sta ricevendo, ovviamente, ma se lei soffre d'ansia e panico un sostegno potrebbe essere inadeguato e, forse, anche inopportuno.

A meno che ciò non le serva, come lei ha detto, soprattutto per aiutarla a prendere i farmaci, in tal caso si tratterebbe di un'altra cosa ancora e potrebbe essere giustificabile. Ma non sarebbe psicoterapia.

Cordiali saluti
[#14]
Utente
Utente
Gentile Dottore Santonocito in effetti in questo ultimo periodo (20 giorni) con la psicoterapueta stiamo facendo un lavoro sulla gestione delle mie paure sia riguardo a sensazioni fisiche intense che stanno invalidandomi sia riguardo il mio terrore di riniziare una cura farmacologica. A volte quando prendo EN per calmarmi...subentra subito il terrore legato al gesto di prendere le gocce....e mi viene un attacco di panico. La mia paura della dipendenza...e della dismissione mi porta a soffrire senza prendere nient fin quando poi non raggiungo il lmite e sono costretta ad assumere qualcosa. Lavoriamo anche sugli eventi contingenti alle mie paure ma in questo momento il mio piu' grande problema è appunto iniziare una nuova cura. Il terrore di non poter guarire piu' oramai...l'idea di essere malata e che il cambiamento non sia possibile. Non so se questa impostazione è sbagliata..cosa dovrei fare secondo lei?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
>>> in questo momento il mio piu' grande problema è appunto iniziare una nuova cura. Il terrore di non poter guarire piu' oramai...l'idea di essere malata e che il cambiamento non sia possibile. Non so se questa impostazione è sbagliata >>>

Se per "impostazione sbagliata" si riferisce alla paura di non poter guarire, le risponderei che non è questione di giusto o sbagliato: l'avere paura fa parte del suo disturbo, e la paura non deriva da una scelta razionale. Quindi siamo ancora nel terreno del disturbo, non delle scelte: dalla paura si può uscire, e bene.

Ritengo che dovrebbe chiarire gli aspetti che le ho detto prima direttamente con la sua terapeuta, facendo assieme a lei il punto della situazione e soprattutto stabilendo degli obiettivi terapeutici chiari sui quali lavorare. Ripeto, dev'essere chiaro se lei sta ricevendo psicoterapia o sostegno, e in quest'ultimo caso, perché.

Cordiali saluti
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