Depressione?

Buonasera dottori, vi chiedo un parere sulla mia situazione attuale.
Uomo, 35 anni, da 7 anni circa lotto con episodi di ansia ed attacchi di panico spesso legati ai momenti di "passaggio" della vita (laurea, lavoro ecc).
Dopo alcuni anni di terapia con risultati per me non soddisfacenti per la qualità della mia vita (difficoltà a guidare, uscire, a volte anche attività di piacete erano complesse) mi sono rivolto circa 3 anni fa ad uno psichiatra ed ho assunto per un paio di anni paroxetina 20mg e ansiolitico 15 gocce dì (queste ultime scalate e sospese dopo qualche settimana).

I risultati si sono visti dopo un pochino di tempo, ma credo mi abbiano dato coraggio e sono riuscito a recuperare la mia vita, con le sue difficoltà, paure, ma comunque decisamente meglio.

Negli ultimi due mesi, ormai esaurito lo scarico della paroxetina, ho affrontato una serie di eventi (casa, lavoro, salute dei miei)... diciamo normali ma ognuno affronta come può.
Insomma sono ripiombato nei problemi, non più forti come prima ma decisamente fastidiosi.

In linea con lo psichiatra (dato anche il mese di agosto) sto assumendo stiliden gocce 10mg e 10 15 gocce di en per "tamponare".
Riesco a svolgere le mie attività quotidiane ma il problema davvero grosso è che spesso, soprattutto durante il giorno mi vengono pensieri "brutti", pensieri che inconsciamente ti fanno domandare perché continuare a vivere.
Tutto ciò mi rende l umore basso e mi preoccupa perché voglio stare bene.

Proprio oggi ho richiesto di iniziare prima possibile la psicoterapia per arrivare alla radice dei problemi e lo psichiatra mi ha detto di aumentare stilden a 20 mg... Voglio togliere questi brutti pensieri o comunque non farci caso.

Secondo voi, è la soluzione adeguata?

Grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
E' un dubbio fine a se stesso. Lo psichiatra le sta dando la stessa cura di prima, ma come spesso accade anziché attendere i tempi (1 mese, 2 a seconda della lentezza con cui si arriva alla dose giusta) subito cominciano a entrare in campo mille soluzioni, come se uno non si fosse mai curato in passato o non capisse la malattia.
Siamo alla insensatezza della "psicoterapia" per arrivare alla radice dei problemi... La radice dei problemi è per lo più fatta di atomi di carbonio, sono delle strutture che operano in questo modo. Alla radice non ci sono spiegazioni. Le spiegazioni sono ciò che si dice a proposito dei sintomi, sono i rami. Nè risulta che vi siano dinamiche particolari che producono, sempre nel cervello della persona, il disturbo. La terapia sta andando ad un certo livello della radice. Ciò non toglie che anche qualche tecnica psicoterapica possa andare alla radice, ma non nel senso che dice Lei, trovando un motivo o una spiegazione.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Non ho ben compreso la risposta...
Detto ciò non mi faccio grossi problemi sul perché di questo mio stato attuale. Mi preoccupo di più di questo senso di angoscia che provo e che mi fa fare questi pensieri disturbanti.
Lei quindi crede che la cura farmacologica sia la soluzione senza porsi troppe domande?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Le domande uno se le pone inevitabilmente, ma la terapia che risponde a queste domande non è necessariamente una cosa sensata. E' tipico che chi ricade pensi subito a due o tre modi per curare ogni aspetto, da ogni direzione, ma specie nel suo caso in cui la cura già l'ha fatta, risulta che quella abbia funzionato (come in genere si prevede che sia).

Dr.Matteo Pacini
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Utente
Utente
Cosa intende quando dice che la terapia non necessariamente è sensata? Ad ogni modo, sto procedendo con la cura prescritta in passata e consigliata tutt ora...
Purtroppo come detto, ci sono stati e ci sono eventi di vita un po stressanti per me e credo che ne risenta tutto il corpo.
Il mio obiettivo resta vivere ad una qualità decente. I problemi ci sono e ci saranno ma vanno affrontati.
Come già detto, prendo positivamente il fatto che non mi sia bloccato come accaduto in passato, ma questi pensieri intrusivi mi hanno allarmato parecchio.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Che una terapia che discuta e risponda a queste domande non necessariamente è benefica, anzi. Ha una cura di riferimento ma il modo in cui affronta la cosa rispecchia lo stato del momento piuttosto che quello che Lei sa di questo fenomeno già accaduto in passato.

Dr.Matteo Pacini
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Utente
Utente
Si dottore il mio obiettivo non è capire i massimi sistemi. Voglio stare bene. Credo il farmaco sia necessario a questo livello ma probabilmente va modificato qualcosa nel mio stile di vita. Perciò mi rivolgo a specialisti.
Non credo di essermi ammattito tutt' un tratto...
Grazie per la sua pazienza.
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Utente
Utente
Aggiornamento.
Dopo ferragosto ho iniziato ad assumere 20 mg in gocce di stiliden e 5-10 gocce al giorno di en.
Dopo circa una settimana, la situazione era decisamente migliorata anche se ho un dubbio che la concomitanza con un breve periodo di ferie e qualche giorno di relax al mare, mi abbiano aiutato molto. Infatti nei giorni al mare con gli amici non ho praticamente mai avuto disturbi o cattivi pensieri.
Il ritorno al lavoro è stato un po traumatico in riferimento alla sintomatologia che sostanzialmente si concretizza in svogliatezza, poca concentrazione, sonnolenza post pranzo, pensieri lesionistici...
Soprattutto questi ultimi, mi danno forte senso di disagio in diversi momenti della giornata.
Attendo la fine delle ferie dello specialista che mi ha inizialmente visitato per comunicare il tutto. Vorrei un vostro parere a tal proposito su terapia o qualsiasi consiglio utile. Grazie.
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Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze attivo dal 2022 al 2023
Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze
Buongiorno,
in realtà la risposta le é già stata data.
Sta chiedendo nuovamente lumi sull' adeguatezza del farmaco e ora aggiunge la parte dell'influenza ambientale della vacanza.. Ma sta ancora male, come peraltro é prevedibile.
L'unico consiglio, se si fida del suo curante, é di esporre i dubbi e, pur facendosi domande, cercare le risposte in chi conosce la sua storia di malattia.. Affidandosi. Le domande non devono diventare un'elucubrazione fine a se stessa.. Queste sono un sintomo.
Cordialmente
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
La cura alla dose minima è in corso da meno di un mese...

Dr.Matteo Pacini
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