Tossicodipendenza

Buonasera,
non scriverò alcuna richiesta di delucidazione su come aiutare un familiare che fa uso di sostanze, quando questo in primis non è interessato a smettere.

Parliamo del cosiddetto "consumo consapevole", quella categoria di persone che fanno uso di droghe senza però sfinirsi (in modo figurato) come dei tossici.

Mio marito ormai 55 enne fa uso regolare, una o due volte la settimana, di cocaina e alcol, ormai da vent'anni. A poco sono serviti i litigi e la psicoterapia (che ben presto ha lasciato perché "lui era in grado di smettere quando voleva" avendo l'illusione di gestirne la dipendenza), la situazione nell'ultimo anno è peggiorata non nel consumo ma nella sua salute.

Diventato obeso per ovvi motivi di fame compulsiva post droga, poco sonno alternato a giornate in cui dorme 16 ore filate, vita sentimentale azzerata con bugie assurde e "night life's friends" diventati la sua (testuali parole) famiglia. Si unisce a tutto ciò la figura di manager che ricopre durante il giorno e il fatto di aver acquistato un locale notturno che gestisce (tornando ad orari assurdi).

Con l'ultimo episodio di bugie, falsità, gaslighting, accuse infondate, negazione dell'evidenza, la nostra relazione è praticamente al capolino.

Le domande sono sostanzialmente due:

  • la prima è spontanea e mi chiedo come una persona in queste condizioni non possa avere né accusare nessun sintomo (stiamo parlando di obesità di secondo grado), un alcolismo non così pesante ma che quand'è unito alla droga immagino sia devastante.
    Tra l'altro ho scoperto ahimè che ci sono anche delle pastiglie di Viagra che non avevo né mai visto e che tantomeno penso usi con me.
  • La seconda, è chiaro che a tempo dovuto io prenderò il largo, ma come posso vivere evitando lo stress di questa presenza che dichiara me come colpevole della fine della nostra relazione, negando anche la più ovvia evidenza (test antidroga specifico per cocaina mi è stato sminuito a test antidoping positivo per uso di FANS, un'assurdità dato che i farmaci non steroidei non sono comunque considerati doping)?

Non ho grandi velleità so perfettamente che ogni cosa io dica sarò comunque rigirata a mio svantaggio. Come fare nel frattempo ad essere obiettivi e non farsi influenzare da questa vena manipolativa tipica del tossico (a qualsiasi grado di consumo)?

Grazie

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
" ma come posso vivere evitando lo stress di questa presenza ". E' una domanda malposta: parte dal presupposto che ci sia un modo, quindi si direbbe che voglia rimanere con lui e poi porsi il problema di gestire lo stress. Però d'altra parte dice che ha intenzione di non rimanere. Premesso che la decisione è sua, non è che la decisione su cosa fare apre o chiude scenari di fattibilità: se una persona ha un problema e lo cura, può darsi che migliori, ma questo non in base alla decisione che prende Lei. Quindi decidere di occuparsene non significa che la cosa riuscirà al 100% né che lo stress sia gestibile per una persona comune.

Se uno potesse avere relazioni gestibili con una persona dipendente, questi riuscisse a comunicare in maniera costruttiva e comunque equilibrata, etc... allora di che problema parliamo ?
Invece l'aspetto somatico può essere preservato anche a lungo, ma di fatto no, perché già c'è un obesità. Se l'interesse è focalizzato sulle sostanze, chiaramente anche i disturbi sono gestiti come problema subordinato. Un po' come se uno avesse un calo di vista per il troppo lavoro al pc che però ritiene irrinunciabile, o non prevede di ridurre. Cerca di gestirlo se può, ma non nell'ottica di eliminare la causa perché non ritiene di farlo, o non riesce a farlo.

L'uso di FANS può dare falsi positivi ma comunque i test di secondo livello fatti in laboratorio chiariscono la cosa, quelli che vengono falsamente positivi sono quelli rapidi. Comunque, non mi risulta per la cocaina ma per i cannabinoidi. Questo circuito di far ammettere l'evidenza è fuorviante.

Se la persona dichiara un problema si può far curare. Se non dichiara un problema, potrebbe non averlo in senso tecnico medico, soltanto averne le conseguenze su vari fronti che per adesso ritiene accettabili o non si sono manifestate appieno.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Attivo dal 2022 al 2022
Ex utente
Grazie della sua risposta celere e obiettiva.
Più che la voglia di rimanere c'è la necessità economica di doverlo fare, io al momento non ho nessuna possibilità di potermi spostare né di avere un supporto familiare (la mia famiglia abita molto distante) e non le nego che mi sento in gabbia. Da libera professionista che sta riprendendo ora il lavoro a causa della frenata del paio d'anni di pandemia non mi sento di abbandonare 20 anni di sforzi e l'andarmene presupporrebbe questo.
Il "vivere evitando lo stress" (o almeno tenendolo a bada) si riferisce a questo.