Recidiva di disturbo ansioso?

Gentili Dottori,
ho già approfittato una volta della Vostra competenza e gentilezza e spero che non Vi dispiaccia se provo a interrogarVi di nuovo, ritenendo valido il Vostro parere.
La scorsa estate a seguito di forti stress da studio in vista di un concorso che dovevo sostenere (e che poi è andato male, proprio perchè non fui in grado di prepararmi adeguatamente, persa dietro ai miei "mali") mi fu diagnosticato uno stato d'ansia dapprima curato con dominans (a fronte del mio terrore degli ssri a seguito di brutta esperienza con paroxetina) poi con fluoxerene infine con cipralex.
La dott.ssa che mi ha seguito e che mi segue è competente e, soprattutto, infinitamente paziente a fronte del mio continuo recalcitrare sull'uso di medicine; e infatti, nonostante ciò mi indusse a seguire la terapia a base di cipralex che mi ha fato stare bene permettendomi di iniziare a lavorare oltre che di affrontare due concorsi difficili e stressanti entrambi con esito positivo.
la terapia è durata un paio di mesi circa oltre a qualche giorno per scalare, senza peraltro che avvertissi nesun problema dato che prendevo una dose molto bassa (7 gocce mi pare. da gennaio pertanto non ho più assunto nulla fino a martedì).
il secondo di questi concorsi l'ho vinto a giugno, quindi non mentre stavo seguendo la terapia.
tuttavia l'esito positivo di uno di questi esami determina la necessità che in questi giorni riprenda a studiare, nonostante abbia appena finito; a fronte dell'importanza della prova e del poco tempo per prepararmi tuttavia ho avuto da subito la sensazione, molto simile a quella dello scorso anno, seppure senza i sintomi quali mancanza di respiro e sveglia nel cuore della notte con palpitazioni, che non ce la potevo fare.
terrorizzata dal fatto di risprofondare nello stato dello scorso anno e di perdere questa possibilità per me importante sono corsa dalla dott.ssa la quale ha ritenuto opporutno ricominciare la terapia con cipralex e depakin, da me in precedenza seguita.
ad oggi sono 4 giorni che prendo 4 gocce di cipralex la mattina e accuso ansia, tachicardia (battiti 105), un braccio informicolato, e difficoltà a stare ferma specialmente con le gambe; in più l'aspetto peggiore è che ho smesso di dormire, cosa che prima di assumere il cipralex facevo.
premesso che anche la scorsa volta i primi 15 giorni non furono una passeggiata è ovvio che tutti questi sintomi mi fanno passare la voglia, considerato che quando l'ho iniziato la situazione non era grave; e tuttavia la paura di riesserci mi ha spinto a tornare in cura.
quello che Vi chiedo, perdonate la lunghezza della lettera, è se è opportuno, come in effetti ho fatto, ricorrere ad un farmaco (da cui lo ammetto sono terrorizzata in questi primi giorni) a titolo "preventivo" prima che la situazione degeneri.
Vi ringrazio anticipatamente per la cortese risposta e per lo splendido servizio che offrite.


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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.3k 1k
Gentile utente,

il solo trattamento di due mesi non e' mai risolutivo per un problema come il suo.
Il trattamento andava protratto per un tempo molto piu' lungo.

Attualmente segua le indicazioni della sua curante nell'attesa di igungere al dosaggio terapeutico e all'efficacia che avverra' entro le prima 4 settimane di trattamento pieno.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
Gentile utente,
purtroppo l'errore (non ho capito se suo o della sua curante) di praticare terapie per tempi non sufficienti, o interromperle dopo le prime avvisaglie di benessere, è ancora molto diffuso. Due medsi sono un tempo assolutamente insufficiente per stabilizzare un risultato terapeutico positivo.
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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Utente
Utente
Gentili Dottori,
Vi ringrazio anzitutto per la solerte risposta.
io credo, ma non mi sento di chiederlo alla dott.ssa perchè mi parrebbe di mettere in discussione la sua professionalità, che Lei cerchi di darmi un piccolo sostegno con queste cure nei momenti di crisi.
mi spiego meglio.
le mie crisi (al momento due) sono sempre dovute a un motivo ben preciso, ovvero una prova particolarmente impegnativa rispetto alla quale non mi sento all'altezza, temo di non riuscire a prepararmi, di non farcela.
l'anno scorso questa situazione mi portò a soffrire di ansia a disturbi del sonno.
l'inizio del lavoro, con tempi e ritmi regolari, e l'esito positivo di prove andate bene, sebbene difficili, mi hanno ridato fiducia in me e mi hanno fatto tornare ad una situazione ordinaria, per questo penso la dott.ssa abbia sospeso la cura, ritenendola un bastone di cui non avevo più bisogno.
ad oggi ho temuto che il prblema si potesse ripresentare con questa prova imegnativa che ho paura di non sapere afforntare.
la scelta della dott.ssa è stata quella di riprendere la cura un pò come un "sostegno", prima che l'ansia diventasse nuovamente invalidante.
aggiungo anche che durante tutto l'anno ho fatto psicoterapia, e che contiuno a farla, cosa che mi sta aiutando moltissimo.
alla luce di queste considerazioni quello che mi chiedevo era l'utilità di una terapia preventiva tipo sostegno in momenti particolarmente difficili.
il mio problema è che mi chiedo se forse a questo giro non avrei potuto farcela da sola, senza il sostegno farmacologico che mi pare davvero utilizzato proprio come sostegno, più che come cura. tuttavia dalle vostre risposte capisco che forse più che di prevenzione si tratta della cura di una recidiva.
ci tengo a precisare che in tutto ciò un ruolo determinante nell'insorgere dello stato ansioso lo ha avuto il timore di "riesserci dentro", di poter tornare come l'anno scorso...
mi spiace di essermi nuovamente dilungata ma le Vostre risposte mi hanno gettato nu pò nel dubbio della correttezza della cura cosa che, immagino sappiate benissimo, è uno dei terrori di noi ansiosi!!
[#4]
Utente
Utente
ho riletto la risposta, forse non emerge in modo chiaro, ma la decisione di sospendere gradualmente la cura è stata presa dalla Dott.ssa, non mi sarei mai permessa di fare di testa mia!
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k
Gentile utente,

ci sono alcuni punti da chiarire. Le terapie per disturbi di questo tipo non durano due mesi. E' un assurdo farmacologico: gli obiettivi dei farmaci in due mesi sono raggiunti in media, non consolidati. Se poi il disturbo ha carattere suo proprio di ricorrenza, si può scegliere di prevenire le ricadute ma non di "vedere come va" genericamente senza informarne il paziente, il quale altrimenti rimane legato all'idea assurda che ce la deve fare da sé. Quest'ultima è uno dei limiti maggiori alla cura efficace dei disturbi, ragionamento che le stesse persone non fanno per gli altri disturbi. Inoltre, non è interessante sapere se le crisi si scatenano nella situazione a o b. Chi si rompe una gamba due volte che sale sull'autobus di corsa, non ha un disturbo da salita sull'autobus, ma qualcosa di alterato nella struttura dell'osso. Idem per la psiche, che dà segnali certamente con maggior probabilità sotto stress, ma che è costruita per sopportare senza disturbi d'ansia e dell'umore situazioni enormemente stressanti.
Si faccia spiegare meglio qual'è la prognosi del suo disturbo e soprattutto la diagnosi di fondo, visto che in presenza di depakin probabilmente la dott.ssa ha ritenuto vi fosse un (magari attenuato) disturbo dell'umore che fa da traino all'ansia.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.3k 1k
Gentile utente

era chiaro che non aveva ridotto lei il trattamento ma soli due mesi di terapia non hanno alcun senso clinico.

La presenza di un nuovo trattamento deve far riconsiderare la diagnosi ma questa le deve essere comunicata in modo chiaro anche in considerazione della prognosi e della durata del trattamento.
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Utente
Utente
Gentile Dott. Pacini,
la ringrazio davvero per la risposta che trovo davvero bella per la semplicità con cui spiega certi meccanismi.
per quano riguarda la diagnosi, devo dire che la dott.ssa è sempre stata molto vaga in proposito, laddove il primo pischiatra che mi vide, un notissimo profesionista di Firenze, molto bravo che abbandonai solo per il fatto che non era mai rintracciabile, diagnosticò, senza dubbio una "depressione ansiosa".
La dott.ssa mi ha semnpre detto che sono solo molto ansiosa.
il depakin me lo ha prescritto per "tenere a bada l'ansia e per cercare di dormire".
Alle mie domande, specialmente iniziali - ad oggi non ne faccio più cercando solo, come mi è stao consigliato anche dal medico di base di fidarmi e di smettere di voler controllare tutto - se fosse ansia, depressione, se fosei bipolare visto che alterno momenti di euforia a momenti di abbattimento totale mi ha sempre risposto che ero solo molto ansiosa, che può darsi ci fosse anche una componente bipolare.
insomma, mi pare rifugga di definizioni del disturbo...
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k
Gentile utente,

il depakin ha varie funzioni, ma la sua funzione reale nota è quella di ridurre l'eccitamento che si può accompagnare soggettivamente sia ad ansia che a disturbo del sonno. Se alterna periodi di euforia a periodi di depressione, probabilmente il ragionamento fatto dalla dottoressa è che il depakin è un farmaco adatto a controllare una serie di sintomi in una persona con un disturbo bipolare attenuato. Non si tratta di impilare diagnosi su diagnosi, vi sono diagnosi come quest'ultima che assorbono anche le altre, nel senso che ne sono una delle manifestazioni nel tempo, costante o ricorrente, ma si ritiene che il motore fondamentale sia di tipo umorale.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.3k 1k
gentile utente

ritengo che sia più corretto comunicare apertamente i motivi della scelta di un trattamento piuttosto che girare intorno ai sintomi.

Se e' in ipotesi un disturbo bipolare questi va esplicitato.
[#10]
Utente
Utente
Ho capito. Un'ultima domanda poi spero davvero di lasciarVi andare perchè mi rendo conto di non essere l'unica ad avere bisogno di Voi.
Poichè oggi ho un colloquio con la dott.ssa, alla luce di queste considerazioni ritenete opportuno chiederle dettagli sulla diagnosi e sui tempi del trattamento o meno?
Ho sempre paura di essere offensiva e di mettere in discussione la sua professionalità, come mi rendo conto di avere fatto la scorsa volta all'inizio della terapia quando, come tutti gli ansiosi, controllavo disperatamente i bugiardini e cercavo di suggerirgle io cosa fare (che vergogna, lo ammetto, ma credo sia una cosa comune!). non so come abbia fatto a sopportarmi!!!
d'altronde una domanda sulla brevità della cura la scorsa volta sarebbe forse interessante, ma non saprei in che temrini porla senza essere offensiva...cioè vorrei capire il perchè di una tale scelta che Voi tutti mi dite inappropriata, però non vorrei sembrare supponente con delle considerazioni che non sono di mia competenza.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k
Non stiamo dicendo che i conti non tornino per una scelta irrazionale, magari la dottoressa non sta lì a spiegarle le ragioni delle sue scelte perché comunque sono spiegazioni tecniche che poco cambierebbero nella sua consapevolezza del disturbo. Una diagnosi in generale è bene chiarirla.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.3k 1k
Lei deve essere informata del trattamento e dare il suo consenso, senza necessariamente entrare in tecnicismi inutili.
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Utente
Utente
Ringrazio tutti i dottori intervenuti per i chiarimenti e per il tempo che mi avete dedicato.
Vi auguro buon lavoro.
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Utente
Utente
Gentili Dottori, aggiorno a seguito del colloquio con la professionista che mi segue.
per quanto riguarda la prognosi, la dott.ssa mi ha detto che si tratta di un disturbo dell'umore (haparlato di umore espanso), con una matrice ereditaria, nel senso che l'ho ereditato dai miei genitori che ne soffrono entrambi.
mi ha detto di proseguire tranquillamente nella mia cura, con depakin la sera per dormire (300) xanax e cipralex ad oggi portato a 5 gocce.
quanto al dosaggio di quest'ultima medicina non mi ha detto quale fosse la dose cui è opportuno arrivare perchè ognuno reagisce a suo modo, per cui a suo avviso è opporutno individuare la dose minima efficace che potrebbe essere di 5, come di 7 come di 10 gocce.insomma a suo avviso si tratta di vedere quando ho dei benefici.
io mi fido molto delle sue indicazioni, tuttavia in numerosi vostri post trovo che, a vostro avviso, un trattamento con 5 gocce sia inutile in quanto rischierei solo di averne effetti collaterali senza benefici.
poichè ritengo entrambi i pareri autorevoli, cosa dovrei fare? ancora grazie.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k
Quindi si conferma quel che sembrava, disturbo bipolare, torna la terapia con la diagnosi. Una dose di 5 gocce mediamente è inefficace, non so se anche in questo caso il ragionamento della dottoressa sia relativo al fatto che un antidepressivo a dose normale in una persona con disturbo bipolare può non essere una buona scelta.
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Utente
Utente
Da quello che ho capito io, ma da profana può darsi mi sbagli, il suo intendo è quello di individuare una dose minima efficace, che mi ha detto potrà essere di 5, 7, 10 gocce.
in molti vostri post ho trovato affermazioni specialmente del dott. Ruggero circa l'inutilità di un trattamento di 5 gocce, cosa che mi getta nel panico pèerchè non vorrei prolungare iutilmente i tempi della cura.
Ho trovato altresì che una Vostra collega sosteneva di aver avuto buoni risultati con una bassissima dose di citalopram, proprio per la reazione personale dei pazienti.
quello che mi chiedo è se sto perdendo tempo in attesa di un effetto placebo o se invece non necessariamente la cura deve essere quella del foglietto illustrativo (che cerco di non guardare!)
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k
Quel che dice Ruggiero è corretto, 10 mg è la dose minima efficace di riferimento. Ma la psichiatra non ha escluso di utilizzare quella dose, quindi non si preocupi.
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Utente
Utente
La ringrazio, è sempre di molto conforto e molto cortese.
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