Pensieri ossessivi figlio adolescente
Buongiorno, gentili dottori.
Da qualche settimana mio figlio adolescente 13 anni, mi ha confessato di avere pensieri ossessivi che lo fanno stare in ansia.
Come potete verificare dai miei consulti precedenti anch'io ne soffro e da parecchi anni sono in terapia (paroxetina 20 mg) e da quando assumo in modo continuativo il farmaco con buoni risultati.
I pensieri di mio figlio sono per lo più a carattere aggressivo teme di poter far male agli altri oppure di impazzire.
Ho cercato di rassicurarlo, ma so per esperienza che non è la strategia giusta.
Sono molto preoccupata perchè purtroppo ben conosco la sofferenza che sta vivendo.
Io stessa sia da bambina che da adolescente ho passato momenti così.
Mi ritengo fortunata di avere una sensibilità particolare per il problema, ma allo stesso tempo ne sono spaventata e mi sento in colpa.
Vi chiedo come posso aiutare mio figlio, qual è secondo voi il giusto iter da seguire.
E' un ragazzo responsabile, molto sensibile, intelligente e ricco di risorse, non voglio che la sua vita sia rovinata da una condizione che probabilmente geneticamente gli ho trasmesso.
Sono anche certa che un approccio precoce al problema sia importante, io ahimè non ho avuto questa possibilità.
Ringraziando anticipatamente, vi saluto con stima
Da qualche settimana mio figlio adolescente 13 anni, mi ha confessato di avere pensieri ossessivi che lo fanno stare in ansia.
Come potete verificare dai miei consulti precedenti anch'io ne soffro e da parecchi anni sono in terapia (paroxetina 20 mg) e da quando assumo in modo continuativo il farmaco con buoni risultati.
I pensieri di mio figlio sono per lo più a carattere aggressivo teme di poter far male agli altri oppure di impazzire.
Ho cercato di rassicurarlo, ma so per esperienza che non è la strategia giusta.
Sono molto preoccupata perchè purtroppo ben conosco la sofferenza che sta vivendo.
Io stessa sia da bambina che da adolescente ho passato momenti così.
Mi ritengo fortunata di avere una sensibilità particolare per il problema, ma allo stesso tempo ne sono spaventata e mi sento in colpa.
Vi chiedo come posso aiutare mio figlio, qual è secondo voi il giusto iter da seguire.
E' un ragazzo responsabile, molto sensibile, intelligente e ricco di risorse, non voglio che la sua vita sia rovinata da una condizione che probabilmente geneticamente gli ho trasmesso.
Sono anche certa che un approccio precoce al problema sia importante, io ahimè non ho avuto questa possibilità.
Ringraziando anticipatamente, vi saluto con stima
[#1]
Farlo visitare. Va precisato che ci sono forme transitorie, intermittenti, però qualche settimana di sintomi attivi giustifica una valutazione.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
Grazie dottore per la celere risposta. Ho già intenzione di rivolgermi ad uno specialista, ma come lei sicuramente sa, i tempi della neuropsichiatria sono biblici. Nel frattempo come mi consiglia di rispondere alle domande di rassicurazione di mio figlio come possiamo gestire la sua ansia?
[#3]
I tempi della psichiatria possono anche essere quasi istantanei, Lei forse fa riferimento a qualche servizio che evidentemente ha tempi lunghi.
Non posso dare indicazioni sul caso.
Le richieste di rassicurazione e la loro argomentazione fa parte del meccanismo di auto-alimentazione del disturbo.
Non posso dare indicazioni sul caso.
Le richieste di rassicurazione e la loro argomentazione fa parte del meccanismo di auto-alimentazione del disturbo.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.3k visite dal 06/07/2022.
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