Come ci si comporta con chi soffre di paranoie e manie di persecuzione?
Buongiorno,
da un po' di anni mia madre (60 anni) soffre di paranoie e manie di persecuzione.
Crede di essere inseguita dai mafiosi (ha lavorato per diversi anni come giornalista), che é spiata al telefono, per cui non si può parlare al telefono con lei di certe cose, via messaggio bisogna stare attenti a quello che si scrive.
Vede cose che nella realtà non esistono (es.
che mio padre ha un amante).
Insomma c'è tutto un complotto contro di lei.
Ho provato ad assumere diversi atteggiamenti: contraddirla (ma questo crea tensione.
Mi risponde che non é pazza e che sono io che non la comprendo), assecondarla (ma sembra che la cosa peggiori), tentare di essere neutrale (ma il problema resta).
Di recarsi da uno specialista non ne vuole che sapere.
A ciò si aggiunge che lei vive in casa con un fratello che ha un distrubo autistico non gravissimo.
Fortunatamente non vivo più in casa e questo crea un certo distacco, ma il problema resta.
Vorrei sapere se quali atteggiamenti a dottare, visto che rifiuta di riconoscere il problema.
Grazie e buon lavoro.
da un po' di anni mia madre (60 anni) soffre di paranoie e manie di persecuzione.
Crede di essere inseguita dai mafiosi (ha lavorato per diversi anni come giornalista), che é spiata al telefono, per cui non si può parlare al telefono con lei di certe cose, via messaggio bisogna stare attenti a quello che si scrive.
Vede cose che nella realtà non esistono (es.
che mio padre ha un amante).
Insomma c'è tutto un complotto contro di lei.
Ho provato ad assumere diversi atteggiamenti: contraddirla (ma questo crea tensione.
Mi risponde che non é pazza e che sono io che non la comprendo), assecondarla (ma sembra che la cosa peggiori), tentare di essere neutrale (ma il problema resta).
Di recarsi da uno specialista non ne vuole che sapere.
A ciò si aggiunge che lei vive in casa con un fratello che ha un distrubo autistico non gravissimo.
Fortunatamente non vivo più in casa e questo crea un certo distacco, ma il problema resta.
Vorrei sapere se quali atteggiamenti a dottare, visto che rifiuta di riconoscere il problema.
Grazie e buon lavoro.
[#1]
Sostanzialmente non c'è modo di "comportarsi", nel senso che se ci fosse, non si tratterebbe di un disturbo vero e proprio ma di una innocua caratteristica mentale.
La persona vive queste idee come verità, si formano come tali, il cervello le riconosce all'istante o nella memoria come tali. Il resto diviene secondario, per quanto bizzarro.
Le persone subiscono la cosa, che alcune volte non ha conseguenze perchè non riguarda temi importanti o urgenti, ma altre si.
L'impatto delle cure può incidere sull'intensità dei sintomi, ma raramente cambia l'autocoscienza.
La persona vive queste idee come verità, si formano come tali, il cervello le riconosce all'istante o nella memoria come tali. Il resto diviene secondario, per quanto bizzarro.
Le persone subiscono la cosa, che alcune volte non ha conseguenze perchè non riguarda temi importanti o urgenti, ma altre si.
L'impatto delle cure può incidere sull'intensità dei sintomi, ma raramente cambia l'autocoscienza.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
La ringrazio dottore.
Mi ha fornito un consulto molto preciso e realistico. Uno spera che ci possa essere una via di gestione o guarigione da un problema, ma fondamentalmente non c'è. Penso che la cosa vada accettata.
Di per sé, mia madre non crea problemi ad altri, se non dire che le sue informazioni non devono essere divulgate, che il "Sistema" ci spia, che dobbiamo stare attenti. Forse l'unico problema concreto e che pretende che la casa non sia mai lasciata vuota. Per uscire bisogna sempre che qualcuno rimanga, altrimenti non consente di uscire oppure non esce lei. Si fa a turni.
A ciò si aggiunge che ha sempre avuto un carattere tance, di donna "determinata" e questo la rende meno flessibile quando vuole avere ragioni.
Ho due richieste ancora da farle:
1. Quali sono le cause di queste patologie? Al di là della diversità dei pazienti, esistono elementi comuni in tutti i casi? É una predisposizione genetica? É dovuto ad eventi traumatici?
2. Se, genetica, qualcuno della famiglia (es. noi figli) possiamo avere la stessa predisposizione? E se si, come prevenire?
Grazie e rimango in attesa di un suo gentile riscontro.
Mi ha fornito un consulto molto preciso e realistico. Uno spera che ci possa essere una via di gestione o guarigione da un problema, ma fondamentalmente non c'è. Penso che la cosa vada accettata.
Di per sé, mia madre non crea problemi ad altri, se non dire che le sue informazioni non devono essere divulgate, che il "Sistema" ci spia, che dobbiamo stare attenti. Forse l'unico problema concreto e che pretende che la casa non sia mai lasciata vuota. Per uscire bisogna sempre che qualcuno rimanga, altrimenti non consente di uscire oppure non esce lei. Si fa a turni.
A ciò si aggiunge che ha sempre avuto un carattere tance, di donna "determinata" e questo la rende meno flessibile quando vuole avere ragioni.
Ho due richieste ancora da farle:
1. Quali sono le cause di queste patologie? Al di là della diversità dei pazienti, esistono elementi comuni in tutti i casi? É una predisposizione genetica? É dovuto ad eventi traumatici?
2. Se, genetica, qualcuno della famiglia (es. noi figli) possiamo avere la stessa predisposizione? E se si, come prevenire?
Grazie e rimango in attesa di un suo gentile riscontro.
[#3]
Le psicosi sono varie, quindi un modello unico non c'è. Si sa cosa accade a livello morfologico, molecolare, ma una causa prima deifnita non è chiara. La genetica c'entra in maniera non diretta.
Eventi traumatici non ne risultano che siano diversi da quelli comuni.
L'unica prevenzione è evitare di usare droghe che inducono psicosi anche di quelle leggere, se si sa di avere predisposizione familiare, al di là della considerazione generale sull'uso di queste sostanze
Eventi traumatici non ne risultano che siano diversi da quelli comuni.
L'unica prevenzione è evitare di usare droghe che inducono psicosi anche di quelle leggere, se si sa di avere predisposizione familiare, al di là della considerazione generale sull'uso di queste sostanze
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.1k visite dal 01/07/2022.
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