Sospensione paroxetina e ripresa

Gentili Dottori, spiego brevemente la situazione.

Prendo dal 2017 paroxetina a vari dosaggi (20-30 all'inizio adesso 10 mg) per una diagnosi di depressione maggiore.

Sempre seguito dallo psichiatra e terapeuta fino a un anno e mezzo fa.

Lo psichiatra è stato lasciato per via del fatto che mi sono trasferito per un anno all'estero e non poteva seguirmi via skype.

La psicoterapia è stata lasciato per lo stesso motivo, ma pur potendomi seguire online, ho preferito interromperla, sentendomi pronto per andare un po' da solo.

Qui all'estero ho un medico di base che avrò visto 3 volte e alla richiesta di mandarmi dallo psichiatra mi disse "ci penso io se hai problemi".


Fino a gennaio 2022 tutto ok, prendo il farmaco sempre etc.
fino a quando decido di diminuire (volontariamente) la paroxetina in gocce e valutando passo per passo.

Ho scalato 2 gocce al mese più o meno, arrivati a 4 gocce, 1 goccia in meno al mese, fino ad arrivare a 2 gocce a maggio.

Effetti sospensivi presenti ma gestibili, che sono essenzialmente irritabilità e alle volte ansia ma che dopo una decina di giorni massimo andavano via.

Fino a fine maggio.

Inizio ad avere un'ansia continua con anche degli attacchi di ansia (sudorazione, tachicardia, senso di ingabbiamento/impazzire, voler cercare una via di fuga etc.
) che durano una mezz'ora e poi si attenuano.

Parlo con la dottoressa che mi dice di reinserire gradualmente fino a che non ritorna alla normalità.
Non mi prescrive ansiolitici.

Saranno passati 10-14 giorni.
Sono ritornato a 10 mg, I sintomi descritti ci sono comunque.
Forse meno frequenti ma questa sensazione rimane.
(diciamo una volta al giorno?).


Oltre a ritornare dal medico di base e parlarne con lei, il mio dubbio è: può essere un effetto dell'introduzione di un quantitativo maggiore (effetto collaterale) o una sintomatologia slegata dal farmaco stesso, una sorta di ricaduta?
(anche se io di disturbi di ansia non ne ho mai sofferto).
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Praticamente senza il controllo dello specialista la questione pare essere autogestita con il supporto del medico di base.

La riduzione della terapia va valutata secondo la diagnosi e l'andamento della situazione.

Un dosaggio non terapeutico non ha molto senso nel corso di terapia.

La presenza di sintomatologia da sospensione non può essere correlata ad una ricaduta ma alla sospensione stessa.


Sarebbe opportuno farsi seguire da uno specialista in psichiatria.


Dr. F. S. Ruggiero


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Utente
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Gentile Dr. Ruggiero,
so bene quanto sia importante essere seguiti da uno psichiatra, ma stando all'estero e data la risposta del medico di base di qui... diciamo che non ho insistito.
Tra un mese ritornerò in Italia e sarà mia premura andare da uno psichiatra per chiarire la situazione.

Fino a quando non ho iniziato questo scalaggio, con una posologia a 10 mg non presentavo problematiche di sorta ne per ansia ne per depressione.

La cosa che comunque mi fa pensare è questo effetto sospensivo.
Ho iniziato a scalarlo molto piano però l'effetto più invalidante c'è stato dopo molto tempo (3 settimane dopo il passaggio da 3 a 2 gocce).
Mi chiedo allora: quanto conta l'aspetto ambientale (il sentirsi bene interiormente) più che l'effetto del principio attivo?

In ogni caso, adesso, ritornando a 10 mg da 4 giorni, la situazione è leggermente migliorata. Ansia presente ma "gestibile" e per qualche ora nessun'ansia di sorta.
Non dovrebbero sparire subito questi sintomi (1 giorno diciamo) dopo l'assunzione "regolare"?

La ringrazio delle risposte.