Disturbo di panico e ansia

Buongiorno gentili dottori, vi contatto per chiedervi consiglio circa una situazione che persiste da qualche tempo.

A novembre 2021 ho sperimentato il mio primo attaccato di panico, come diagnosticatomi dai medici di PS, da quel periodo ne sono seguiti altri piu o meno intensi fino circa a febbraio, senza che peró, a parte in quei nomenti, la qualitàdella mia vita ne fosse particolarmente intaccata (nle senso che tranne durante gli attacchi di panico per il resto stavo bene), da febbraio in avanti tutti è cambiato, infatti benche non abbia piu manifestato attacchi di panico ho sviluppato un senso di ansia constante, accompagnato da somatizzazioni varie in ambito gastrointestinale: in particolare riferisco una sensazione continua di allarme, come se dovessi essere sempre pronto ad un combattimento o qualcosa del genere, i sintomi fisici sono invece difficoltà digestive e poco appetito, oltre al sonno disturbato.

A dire il vero che i sintomi fisici siano somatizzazioni lo dico io in virtu del fatto che le poche volte che sono tranquillo questi sono assenti, e che quando sono al limite e assumo lexotan anche in questo caso I sintomi scompaiono del tutto.

Per dovere di cronaca il lexotan mi è stato dato dal direttore del PS dopo avermi visitato con l'indicazione di farne un uso al bisogno, cosa che io effettivamente faccio, non ne sono ne dipendente ne assuefatto, non ho mai fatto un uso continuativo ma solo sporadico quando sono completamente inappetente o passo le notti insonni, comunque sempre a dosaggi minimi per avere efficacia.

Io sono convinto che questi disturbi, che si sono sviluppati all'improvviso senza alcuna situazione particolare siano correlati alla vita stressante che faccio, che mi ha portato anche ad allontarmi dal fare sport che sicuramente è un fattore protettivo da questi disturbi, solo che per quanto mi sforzi a cercare di restare il meno stressato possibile è piu forte di me, credo sia parte della mia personalitá perfezionistica.

La mia domanda è, secondo la vostra esperienza dovrei fare una visita psichiatrica ed iniziare un percorso anche farmacologico ma curativo e non solo sintomatico, oppure posso cercare da solo di ritornare a quella consdzione di calma in cui mi trovavo prima che tutto questo iniziasse, perche mi sembra di essere entrato in una spirale dalla quale non se ne esce
Grazie e chiedo scusa per la lunghezza del messaggio
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.5k 1k
Sì, dovrebbe fare una visita psichiatrica per un trattamento adeguato alla sintomatologia



Dr. F. S. Ruggiero


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Utente
Utente
Intanto grazie per la risposta, mi attiveró in questo senso, spero solo che la terapia non sia eccessivamente impattante, io non ho pregiudizi verso alcun tipo di farmaco peró gli effetti collaterali degli SSRI, ad esempio, specie per un uomo, possono essere pesanti.
Un altra cosa, secondo lei dovrei prendere in considerazione anche un supporto psicologico? Io personalmente non ne sento il bisogno peró non sono competente in questo ambito
Grazie
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.5k 1k
Anche se sostiene di non avere pregiudizi per le terapie in verità li ha.


Effettui la visita psichiatrica e verranno valutate tutte le opzioni terapeutiche possibili.

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Utente
Utente
Non credo che tenere in considerazione gli effetti collaterali altamente probabili di un farmaco sia avere pregiudizi, altrimenti anche prendere l'anti istaminico di sera invece che di mattina per non avere sonnolenza sarebbe un pregiudizio, pregiudizio è dire gli psicofarmaci mi rovineranno la vita oppure mi renderanno apatico
Ad ogni modo, secondo lei puo essere valido un consulto online invece che la visita in presenza? Perche nella mia provincia di psichiatri che mi inspirino non ce ne sono e dovrei rivolgermi a medici che lavorano in altra citta decisamente piu scomoda
Grazie
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