Terapia psichiatrica
Buonasera a tutti
È da 7 anni che manifesto varie sintomatologie nevrotiche.
7 anni fa, iniziai a deglutire in modo compulsivo.
Andai da una psicoterapeuta strategica breve che mi diagnostico un disturbo ossessivo compulsivo che guarii in sei sedute.
Pochi mesi dopo, comparse una nuova ossessione: avevo come l'impressione che non fossi io a vedere ciò che vedevo, controllavo il senso della vista.
Andando dalla stessa terapeuta tale sintomatologia non scomparve.
Ebbi, in quel periodo, un attacco di panico: mi chiedevo chi fossi, dove fossi, avevo l'impressione di non essere io stesso, avevo l'impressione che le braccia e le gambe non fossero mie.
Al giorno d' oggi vivo nella costante angoscia nevrotica: ho paura di uscire di casa, paura di parlare con gli altri, paura del giudizio altrui, paura della critica, sono estremamente timido e non appena devo parlare con gli altri (anche famigliari) mi blocco, mi paralizzo, mi sento in ansia ed estremamente controllato.
Mi sento controllato in tutto ciò che dico ed in tutto ciò che faccio, anche nei movimenti.
Inoltre, spesso ho la sensazione di non essere dove sono, che non sono io a parlare mentre parlo, che non sia mia la voce quando parlo.
Queste sensazioni di derealizzazione di intensificano non appena esco di casa, data l'ansia che provo a causa del rischio di parlare con gli altri.
Provo ansia costante , in particolar modo nei contesti sociali.
Ho spesso pensieri intrusivi di violenza e e mi ripeto mentalmente tutto ciò che devo dire prima di parlare.
Ho paura di balbettare quando parlo e ho paura che le parole non mi escano di bocca quando parlo.
Sono bloccato con il sesso femminile.
Prevedo sempre tutto ed immagino sempre il peggio prima di ogni situazione sociale, con conseguente ansia anticipatoria.
Penso ogni giorno al suicidio e sono veramente disperato.
Ogni giorno piango pensando alla morte, non vedo via di uscita da questo incubo.
In questi anni ho fatto una terapia cognitiva di tre anni che ha dato scarsi risultati e da sei mesi sono in psicanalisi e ritengo di essere peggiorato.
Sto assumendo da tre anni anafranil, aripiprazolo, xanax e resilient, una terapia con la quale non mi sto trovando bene.
Data tale condizione, cosa mi consigliate di fare?
Devo cambiare psichiatra?
Devo continuare con la psicanalisi?
È meglio provare nuovamente la terapia strategica breve o la terapia cognitiva?
Aiutatemi per favore, sono disperato.
È da 7 anni che manifesto varie sintomatologie nevrotiche.
7 anni fa, iniziai a deglutire in modo compulsivo.
Andai da una psicoterapeuta strategica breve che mi diagnostico un disturbo ossessivo compulsivo che guarii in sei sedute.
Pochi mesi dopo, comparse una nuova ossessione: avevo come l'impressione che non fossi io a vedere ciò che vedevo, controllavo il senso della vista.
Andando dalla stessa terapeuta tale sintomatologia non scomparve.
Ebbi, in quel periodo, un attacco di panico: mi chiedevo chi fossi, dove fossi, avevo l'impressione di non essere io stesso, avevo l'impressione che le braccia e le gambe non fossero mie.
Al giorno d' oggi vivo nella costante angoscia nevrotica: ho paura di uscire di casa, paura di parlare con gli altri, paura del giudizio altrui, paura della critica, sono estremamente timido e non appena devo parlare con gli altri (anche famigliari) mi blocco, mi paralizzo, mi sento in ansia ed estremamente controllato.
Mi sento controllato in tutto ciò che dico ed in tutto ciò che faccio, anche nei movimenti.
Inoltre, spesso ho la sensazione di non essere dove sono, che non sono io a parlare mentre parlo, che non sia mia la voce quando parlo.
Queste sensazioni di derealizzazione di intensificano non appena esco di casa, data l'ansia che provo a causa del rischio di parlare con gli altri.
Provo ansia costante , in particolar modo nei contesti sociali.
Ho spesso pensieri intrusivi di violenza e e mi ripeto mentalmente tutto ciò che devo dire prima di parlare.
Ho paura di balbettare quando parlo e ho paura che le parole non mi escano di bocca quando parlo.
Sono bloccato con il sesso femminile.
Prevedo sempre tutto ed immagino sempre il peggio prima di ogni situazione sociale, con conseguente ansia anticipatoria.
Penso ogni giorno al suicidio e sono veramente disperato.
Ogni giorno piango pensando alla morte, non vedo via di uscita da questo incubo.
In questi anni ho fatto una terapia cognitiva di tre anni che ha dato scarsi risultati e da sei mesi sono in psicanalisi e ritengo di essere peggiorato.
Sto assumendo da tre anni anafranil, aripiprazolo, xanax e resilient, una terapia con la quale non mi sto trovando bene.
Data tale condizione, cosa mi consigliate di fare?
Devo cambiare psichiatra?
Devo continuare con la psicanalisi?
È meglio provare nuovamente la terapia strategica breve o la terapia cognitiva?
Aiutatemi per favore, sono disperato.
[#1]
Non ha specificato i dosaggi dei farmaci.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#3]
Quindi alcuni farmaci sarebbero sottodose per il trattamento della sintomatologia che lamenta.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 1.1k visite dal 04/06/2022.
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