Può il disturbo bipolare distruggere una relazione?
Buongiorno, a mio marito è stato diagnosticato il disturbo bipolare.
Per anni ha avuto forti depressioni con ospedalizzazione e momenti di picchi di euforia alternati a fasi normali, che solo da un mese abbiamo capito fossero parte di questo disturbo.
Sono stata io ad accorgermi che ci fosse qualcosa che non andasse perché sono arrivati i deliri.
Che in realtà sono ancora presenti, in quanto ha incominciato la cura solo da cinque giorni.
Inizialmente mi trattava con sufficienza quando gli chiedevo se potessimo parlare con un professionista, poi ha cominciato a dire sono ipomaniaco e questo è sempre stato dentro di me, questo sono io e quando ho cercato di fargli capire che la mania era una fase transitoria ha deciso di non prendere nessuna medicina perché non voleva che questa fase finisse; ora sembra aver accettato la sua malattia, dice però che il suo è un bipolarismo di tipo due e che non è una cosa grave.
Nel corso delle settimane il suo umore è stato altalenante, ma sempre rimanendo positivo, ha cominciato però ad innervosirsi per ogni cosa è si comporta come se gli desse fastidio la mia presenza.
Abbiamo tre figli E quando il nostro più grande ha fatto una cosa sbagliata a scuola lui è diventato qualcuno che non conosco; ha cominciato ad insultarlo, ha messo a soqquadro la sua cameretta e ha preso a pugni un mobile.
Ho chiamato la polizia e la sua reazione è stata quella di sedersi e con la massima calma dirmi adesso arriva la polizia e io sono qui, calmo e tu stai come una pazza a tremare e piangere.
A chi vuoi che credano?
Così li ho richiamati e ho chiesto loro di non intervenire.
Da quel momento ha preso le distanza da me, dice che di me non ci si può fidare, che sono pazza mi ha diagnosticato letteralmente tre differenti disturbi di personalità e dice che sta aspettando che la malattia passi per lasciarmi.
Che in tutti gli anni insieme io sono stata solo una fonte di stress e l’errore più grande della sua vita.
La cosa assurda è che si, abbiamo avuto momenti no, come ogni coppia, ma ho sempre creduto fossimo forti e innamorati.
L’ho sostenuto ed aiutato durante le sue depressioni, sono sempre stata la persona che cercava per condividere gioie e dolori, come lui lo è stato per me.
Ora però sta tutto svanendo.
Non mi cerca, spende più tempo possibile lontano da me e dai bambini.
Messaggia costantemente con diverse persone, È un gesto che fatico a capire, mi fa domande e poi non mi guarda nemmeno, si mette a chattare.
Io mi sto ripetendo che questa è solo la malattia, la sua psichiatra ha detto che ci vogliono circa due settimane prima che i medicinali facciano effetto.
Ma ho paura che mio marito non ci sia più, che come dice lui, questo sia il suo nuovo io
Mi ridicolizza in continuazione
Ma quando questa fase passerà tornerà in se?
Si renderà conto di ciò che ha fatto e sta facendo?
Della cattiveria con cui mi tratta ogni giorno?
O ho davvero perso per sempre l’uomo di cui mi sono innamorata e con cui ho condiviso così tanto?
Per anni ha avuto forti depressioni con ospedalizzazione e momenti di picchi di euforia alternati a fasi normali, che solo da un mese abbiamo capito fossero parte di questo disturbo.
Sono stata io ad accorgermi che ci fosse qualcosa che non andasse perché sono arrivati i deliri.
Che in realtà sono ancora presenti, in quanto ha incominciato la cura solo da cinque giorni.
Inizialmente mi trattava con sufficienza quando gli chiedevo se potessimo parlare con un professionista, poi ha cominciato a dire sono ipomaniaco e questo è sempre stato dentro di me, questo sono io e quando ho cercato di fargli capire che la mania era una fase transitoria ha deciso di non prendere nessuna medicina perché non voleva che questa fase finisse; ora sembra aver accettato la sua malattia, dice però che il suo è un bipolarismo di tipo due e che non è una cosa grave.
Nel corso delle settimane il suo umore è stato altalenante, ma sempre rimanendo positivo, ha cominciato però ad innervosirsi per ogni cosa è si comporta come se gli desse fastidio la mia presenza.
Abbiamo tre figli E quando il nostro più grande ha fatto una cosa sbagliata a scuola lui è diventato qualcuno che non conosco; ha cominciato ad insultarlo, ha messo a soqquadro la sua cameretta e ha preso a pugni un mobile.
Ho chiamato la polizia e la sua reazione è stata quella di sedersi e con la massima calma dirmi adesso arriva la polizia e io sono qui, calmo e tu stai come una pazza a tremare e piangere.
A chi vuoi che credano?
Così li ho richiamati e ho chiesto loro di non intervenire.
Da quel momento ha preso le distanza da me, dice che di me non ci si può fidare, che sono pazza mi ha diagnosticato letteralmente tre differenti disturbi di personalità e dice che sta aspettando che la malattia passi per lasciarmi.
Che in tutti gli anni insieme io sono stata solo una fonte di stress e l’errore più grande della sua vita.
La cosa assurda è che si, abbiamo avuto momenti no, come ogni coppia, ma ho sempre creduto fossimo forti e innamorati.
L’ho sostenuto ed aiutato durante le sue depressioni, sono sempre stata la persona che cercava per condividere gioie e dolori, come lui lo è stato per me.
Ora però sta tutto svanendo.
Non mi cerca, spende più tempo possibile lontano da me e dai bambini.
Messaggia costantemente con diverse persone, È un gesto che fatico a capire, mi fa domande e poi non mi guarda nemmeno, si mette a chattare.
Io mi sto ripetendo che questa è solo la malattia, la sua psichiatra ha detto che ci vogliono circa due settimane prima che i medicinali facciano effetto.
Ma ho paura che mio marito non ci sia più, che come dice lui, questo sia il suo nuovo io
Mi ridicolizza in continuazione
Ma quando questa fase passerà tornerà in se?
Si renderà conto di ciò che ha fatto e sta facendo?
Della cattiveria con cui mi tratta ogni giorno?
O ho davvero perso per sempre l’uomo di cui mi sono innamorata e con cui ho condiviso così tanto?
[#1]
Definire una situazione come espressione di una malattia è una cosa.
Decidere se si vuole gestire tale situazione è una cosa diversa.
Definire le malattie non serve a stabilire che valga la pena sopportarne le conseguenze relazionali. In assenza di malattie, le relazioni tendono a non essere molto stabili, il modo in cui poi le disturba una malattia può essere interessante da descrivere, ma dal punto di vista di chi le vive, non è detto che cambi niente di sostanziale.
Decidere se si vuole gestire tale situazione è una cosa diversa.
Definire le malattie non serve a stabilire che valga la pena sopportarne le conseguenze relazionali. In assenza di malattie, le relazioni tendono a non essere molto stabili, il modo in cui poi le disturba una malattia può essere interessante da descrivere, ma dal punto di vista di chi le vive, non è detto che cambi niente di sostanziale.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 4k visite dal 31/05/2022.
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