Mal di testa costrittivo con senso di vertigine
Gentilissimi medici,
Innanzitutto grazie per il servizio offerto e la possibilità di un confronto.
Circa tre mesi fa, in un momento di forte stress al pc (durante lo smartworking) ho avuto una stranissima sensazione come di confusione, intontimento, vertigine e con annessa ansia (sudorazione mani, paura etc).
Da allora ho iniziato a temere che qualcosa nel mio cervello si fosse rotto o danneggiato.
Premesso che ero una persona con ansia occasionale (es: esami universitari etc).
Da allora l'evento mi ha talmente impressionato che ho perso il controllo sulle mie sensazioni (esempio: "cosa mi sta succedendo?
sta arrivando ancora"); ho iniziato ad essere agitato, irritabile, scosso.
Vi è stata una escalation di sintomi simil ansiosi sino a quando (durante un momento intimo ossia normalissima masturbazione) ho percepito il cuore accelerare in maniera strana; successivamente ho avuto quello che è sembrato un attacco di panico con vertigini, tachicardia, peso sul petto e impressionanti formicolii all'anulare e mignolo di entrambe le mani.
Una sensazione insopportabile e opprimente che mi ha portato a chiamare il 118 (ero solo in casa), gli accertamenti non hanno evidenziato nulla di che se non la tachicardia ancora presente dopo 12h di ps.
Il giorno successivo la visita cardiologica (con ulteriore ECG) non ha evidenziato nulla, il medico ha raccomandato esami tiroidei (negativi) e aumentare l'attività sportiva aerobica.
Una settimana dopo ho iniziato ad accusare fastidiose emicranie (non so se è corretto il termine) con senso di pressione sulla testa e contrazione intorno alla nuca, vertigini ad ogni "stringimento".
La visita neurologica non ha evidenziato nulla ma il medico specialista ha consigliato una risonanza con mezzo di contrasto e prescritto una terapia anti ansia: xanax a rilascio prolungato e mezza compressa di paroxetina (20mg) per mesi.
Spaventato dalla terapia, ho iniziato un percorso di psicoterapia cognitiva comportamentale da una psicologa (ho appena iniziato).
Il medico di famiglia si riferisce ai miei sintomi come depressivi per cui ha fornito la sua ricetta: citalopram e altro ansiolitico per mesi.
Non ho mai preso questi farmaci e non saprei come reagirei.
Alcuni miei parenti (che li assumono) mi hanno fortemente sconsigliato di iniziare ora (31 anni) con gli antidepressivi poichè non si riesce ad abbandonarli.
Tuttavia a distanza di un mese dalla diagnosi, i sintomi non sono scomparsi e si è aggiunta una insonnia che peggiora il quadro (quest'ultima è emersa da quando ho capito di essermi ammalato).
Vorrei chiedere:
- Questi sintomi andranno a sfumare nel tempo con tanta buona forza di volonta e supporto (unicamente) psicoterapeutico?
- è davvero necessario ricorrere a antidepressivi e ansiolitici per mesi?
se non li assumo rischio di peggiorare il quadro?
- Vale la pena fare la risonanza visto che comunque non è esente da rischi?
(non l'ho mai fatta, tantomeno col mezzo di contrasto)
Grazie mille a quanti risponderanno.
Innanzitutto grazie per il servizio offerto e la possibilità di un confronto.
Circa tre mesi fa, in un momento di forte stress al pc (durante lo smartworking) ho avuto una stranissima sensazione come di confusione, intontimento, vertigine e con annessa ansia (sudorazione mani, paura etc).
Da allora ho iniziato a temere che qualcosa nel mio cervello si fosse rotto o danneggiato.
Premesso che ero una persona con ansia occasionale (es: esami universitari etc).
Da allora l'evento mi ha talmente impressionato che ho perso il controllo sulle mie sensazioni (esempio: "cosa mi sta succedendo?
sta arrivando ancora"); ho iniziato ad essere agitato, irritabile, scosso.
Vi è stata una escalation di sintomi simil ansiosi sino a quando (durante un momento intimo ossia normalissima masturbazione) ho percepito il cuore accelerare in maniera strana; successivamente ho avuto quello che è sembrato un attacco di panico con vertigini, tachicardia, peso sul petto e impressionanti formicolii all'anulare e mignolo di entrambe le mani.
Una sensazione insopportabile e opprimente che mi ha portato a chiamare il 118 (ero solo in casa), gli accertamenti non hanno evidenziato nulla di che se non la tachicardia ancora presente dopo 12h di ps.
Il giorno successivo la visita cardiologica (con ulteriore ECG) non ha evidenziato nulla, il medico ha raccomandato esami tiroidei (negativi) e aumentare l'attività sportiva aerobica.
Una settimana dopo ho iniziato ad accusare fastidiose emicranie (non so se è corretto il termine) con senso di pressione sulla testa e contrazione intorno alla nuca, vertigini ad ogni "stringimento".
La visita neurologica non ha evidenziato nulla ma il medico specialista ha consigliato una risonanza con mezzo di contrasto e prescritto una terapia anti ansia: xanax a rilascio prolungato e mezza compressa di paroxetina (20mg) per mesi.
Spaventato dalla terapia, ho iniziato un percorso di psicoterapia cognitiva comportamentale da una psicologa (ho appena iniziato).
Il medico di famiglia si riferisce ai miei sintomi come depressivi per cui ha fornito la sua ricetta: citalopram e altro ansiolitico per mesi.
Non ho mai preso questi farmaci e non saprei come reagirei.
Alcuni miei parenti (che li assumono) mi hanno fortemente sconsigliato di iniziare ora (31 anni) con gli antidepressivi poichè non si riesce ad abbandonarli.
Tuttavia a distanza di un mese dalla diagnosi, i sintomi non sono scomparsi e si è aggiunta una insonnia che peggiora il quadro (quest'ultima è emersa da quando ho capito di essermi ammalato).
Vorrei chiedere:
- Questi sintomi andranno a sfumare nel tempo con tanta buona forza di volonta e supporto (unicamente) psicoterapeutico?
- è davvero necessario ricorrere a antidepressivi e ansiolitici per mesi?
se non li assumo rischio di peggiorare il quadro?
- Vale la pena fare la risonanza visto che comunque non è esente da rischi?
(non l'ho mai fatta, tantomeno col mezzo di contrasto)
Grazie mille a quanti risponderanno.
[#1]
"- Questi sintomi andranno a sfumare nel tempo con tanta buona forza di volonta e supporto (unicamente) psicoterapeutico?"
Assolutamente no. La forza di volontà è una entità astratta che non cura un bel niente
"- è davvero necessario ricorrere a antidepressivi e ansiolitici per mesi?
se non li assumo rischio di peggiorare il quadro?"
E' necessario sulla base della valutazione medica, se non si cura peggiora
Se avesse l'ipertensione farebbe affidamento sulla buona volontà per farla peggiorare?
"- Vale la pena fare la risonanza visto che comunque non è esente da rischi?
(non l'ho mai fatta, tantomeno col mezzo di contrasto)"
Sempre secondo la valutazione medica.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
Assolutamente no. La forza di volontà è una entità astratta che non cura un bel niente
"- è davvero necessario ricorrere a antidepressivi e ansiolitici per mesi?
se non li assumo rischio di peggiorare il quadro?"
E' necessario sulla base della valutazione medica, se non si cura peggiora
Se avesse l'ipertensione farebbe affidamento sulla buona volontà per farla peggiorare?
"- Vale la pena fare la risonanza visto che comunque non è esente da rischi?
(non l'ho mai fatta, tantomeno col mezzo di contrasto)"
Sempre secondo la valutazione medica.
Dr. F. S. Ruggiero
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