Ipocondria e paura di eventi improbabili, ansia e forse depressione
Gentili dottori,
Premetto che in passato ho sofferto di ipocondria, forse causata da troppe ricerche su Internet non appena mi si presentava un problema.
Riconosco che Internet mi è stato molto utile per tantissime cose in ambito di studio e di lavoro, e purtroppo sono caduto nell'abuso cercando anche soluzioni mediche piuttosto che informarmi col medico, con tutte le conseguenze del caso (pensare a tumori anche nei casi più ridicoli come qualche macchia sulla pelle).
La mia ipocondria mi ha portato addirittura a temere ogni tipo di MST durante rapporti sessuali con partner sconosciute, nonostante l'uso del profilattico.
Di recente, ho sviluppato la paura che una donna possa denunciarmi solo perché a seguito di una frequentazione dove siamo finiti a letto, successivamente abbiamo litigato verbalmente e lei ha deciso di tagliare ogni rapporto con me (ha bloccato il mio numero).
Ora vivo col timore infondato che possa inventarsi qualcosa e andare da polizia o carabinieri.
Preso dalla paura, ho addirittura contattato un Avvocato spiegando la situazione, lui ha cercato di farmi capire in tutti i modi che non rischio nulla e che sono soltanto paure infondate, ma poi cado sempre nella trappola di internet e leggo storie di persone finite in rovina a causa di denunce ingiuste.
Sono un maniaco del controllo e della certezza e quando qualcosa è incontrollabile e incerto si scatenano ansia e paure.
Attualmente vivo una situazione familiare non ottimale, l'azienda di famiglia rischia il fallimento, mio padre sfoga tutto il suo pessimismo su di me e io mi sento con due pesi enormi che non riesco a gestire.
Mi sono laureato da poco e dovrei cercare un lavoro, ma tutta questa situazione mi blocca.
Mi sento in colpa perché non lavorando non posso contribuire economicamente al sostegno della famiglia.
Sono triste, mi sveglio sempre stanco con poche energie, la sera tendo a stare un po' meglio.
Ho cambiato città da poco e vivo nell'asocialità perché qui non ho amici e non riesco a sfogarmi con nessuno, nemmeno con la mia famiglia perché non voglio portare ansie e preoccupazioni a loro.
In ogni caso, ho sempre questo pensiero fisso di rischiare un guaio giudiziario con tutte le conseguenze più catastrofiche possibili.
L'avvocato continua a ribadirmi che non ho commesso alcun reato e quindi non ho motivo per tormentarmi o fare pensieri catastrofici.
Quando ragiono con logica, mi rendo conto che dovrei calmarmi e tornare sereno, ma poi penso alle vittime di errori giudiziari oppure a mio fratello che subì un errore in ambito medico rischiando la vita e torno a rimuginare.
Riconosco che sono eventi improbabilissimi, ma non riesco a dare loro il giusto peso e mi sento costantemente in pericolo.
Ho preso contatti con una psicologa ad orientamento sistemico-relazionale.
Vorrei capire se si tratta di una scelta giusta oppure dovrei vedere prima uno psichiatra.
Inoltre, vorrei capire cosa mi sta succedendo.
Questo stato di malessere va avanti da 3 mesi circa.
Premetto che in passato ho sofferto di ipocondria, forse causata da troppe ricerche su Internet non appena mi si presentava un problema.
Riconosco che Internet mi è stato molto utile per tantissime cose in ambito di studio e di lavoro, e purtroppo sono caduto nell'abuso cercando anche soluzioni mediche piuttosto che informarmi col medico, con tutte le conseguenze del caso (pensare a tumori anche nei casi più ridicoli come qualche macchia sulla pelle).
La mia ipocondria mi ha portato addirittura a temere ogni tipo di MST durante rapporti sessuali con partner sconosciute, nonostante l'uso del profilattico.
Di recente, ho sviluppato la paura che una donna possa denunciarmi solo perché a seguito di una frequentazione dove siamo finiti a letto, successivamente abbiamo litigato verbalmente e lei ha deciso di tagliare ogni rapporto con me (ha bloccato il mio numero).
Ora vivo col timore infondato che possa inventarsi qualcosa e andare da polizia o carabinieri.
Preso dalla paura, ho addirittura contattato un Avvocato spiegando la situazione, lui ha cercato di farmi capire in tutti i modi che non rischio nulla e che sono soltanto paure infondate, ma poi cado sempre nella trappola di internet e leggo storie di persone finite in rovina a causa di denunce ingiuste.
Sono un maniaco del controllo e della certezza e quando qualcosa è incontrollabile e incerto si scatenano ansia e paure.
Attualmente vivo una situazione familiare non ottimale, l'azienda di famiglia rischia il fallimento, mio padre sfoga tutto il suo pessimismo su di me e io mi sento con due pesi enormi che non riesco a gestire.
Mi sono laureato da poco e dovrei cercare un lavoro, ma tutta questa situazione mi blocca.
Mi sento in colpa perché non lavorando non posso contribuire economicamente al sostegno della famiglia.
Sono triste, mi sveglio sempre stanco con poche energie, la sera tendo a stare un po' meglio.
Ho cambiato città da poco e vivo nell'asocialità perché qui non ho amici e non riesco a sfogarmi con nessuno, nemmeno con la mia famiglia perché non voglio portare ansie e preoccupazioni a loro.
In ogni caso, ho sempre questo pensiero fisso di rischiare un guaio giudiziario con tutte le conseguenze più catastrofiche possibili.
L'avvocato continua a ribadirmi che non ho commesso alcun reato e quindi non ho motivo per tormentarmi o fare pensieri catastrofici.
Quando ragiono con logica, mi rendo conto che dovrei calmarmi e tornare sereno, ma poi penso alle vittime di errori giudiziari oppure a mio fratello che subì un errore in ambito medico rischiando la vita e torno a rimuginare.
Riconosco che sono eventi improbabilissimi, ma non riesco a dare loro il giusto peso e mi sento costantemente in pericolo.
Ho preso contatti con una psicologa ad orientamento sistemico-relazionale.
Vorrei capire se si tratta di una scelta giusta oppure dovrei vedere prima uno psichiatra.
Inoltre, vorrei capire cosa mi sta succedendo.
Questo stato di malessere va avanti da 3 mesi circa.
[#1]
Mi farei fare una diagnosi, anche perché se fosse un disturbo ossessivo, come si può supporre da quello che riferisce, la tecnica psicoterapica è precisa, e non è quella. Inoltre, non c'è motivo di selezionare in partenza un trattamento senza sapere con cosa abbiamo a che fare.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#3]
Le ho detto, per quanto possa anche farla uno psicologo, la diagnosi medica la fa lo psichiatra, ma soprattutto non ha senso usare una tecnica senza aver fatto una diagnosi.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.3k visite dal 09/05/2022.
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