Ansia sociale, agorafobia ed umore basso

Gentilissimi specialisti, ho pubblicato un consulto in questa sezione diversi mesi fa, ad oggi purtroppo, complice (fortunatamente) la ripresa della vita sociale a pieno ritmo, sono qui a richiedere delucidazioni e pareri, di cui ho forte necessità.


Come spiegavo nel precedente consulto, a Gennaio ho effettuato una visita dallo psichiatra causa crisi ansiose e malessere psicologico, che la terapia cognitivo-comportamentale è riuscita ad arginare solo parzialmente.
Nel periodo delle restrizioni COVID, complici poche situazioni sociali a cui espormi, alternavo tra alti e bassi, sopportavo le reazioni ansiose ed andavo avanti, per tal motivo non ho mai iniziato la cura prescritta (Cipralex 10 mg + Xanax 0, 5 durante le prime settimane, poi 10-15gtt al bisogno in caso di ansia forte).
Cura prescritta dopo 50 minuti di consulto, secondo me troppo pochi per conoscere pienamente le sfumature di un paziente e valutare con precisione le sue problematiche, a fronte poi della prescrizione di farmaci con una marea di effetti collaterali, come gli antidepressivi SSRI.

Purtroppo in questi anni la mia conoscenza dell'ansia (ho letto decine di libri di terapeuti di fama e seguito loro seminari), degli effetti dei farmaci, della loro azione durante e post-assunzione, mi frena enormemente dall'iniziare una cura.
La metafora del pallone che viene spinto sott'acqua durante l'assunzione farmacologica e schizza in alto, molto più in alto, dalla sospensione della stessa, mi preoccupa enormemente.


Scrivo a voi poiché però sto avendo forti difficoltà a stare tra la gente, mi prendono tachicardia, senso di mancamento, confusione, vampate di calore, tutti sintomi che impediscono di godermi il momento.
Questo fa si che il mio umore si abbassi notevolmente, la mia ragazza è meno presa da me, ho poca capacità di organizzazione, temo ogni situazione come possibile evento/luogo dove possa sentirmi male.
Questa non è vita, ma gli anti depressivi mi spaventano troppo, ho letto migliaia di testimonianze di persone che li hanno presi per 10-15-20 anni, e a cui chiaramente non fanno più effetto, ma che non riescono a smettere, e vanno alla ricerca della nuova molecola giusta.


Vi prego, esprimete un vostro giudizio, ne ho bisogno per riprendere in mano la mia serenità.
Vivo pensando alla morte, allo stress, agli eventi fatali e sempre meno alla gioia della vita, che per anni ho avuto la fortuna di vivere al meglio.
Cosa fareste?


Al momento sto seguendo una psicologa che adopera medicina "non-convenzionale", tecniche di respirazione e rilassamento, fiori di bach e quant'altro.
Sono alla 4a seduta, ma temo che non sia abbastanza.
Mi rilassa molto al momento, ma poi emergono i limiti veri.
Voglio vivere senza più paura, quella sensazione che hanno tutti in maniera innata di essere immortali, sensazione che ho perso.


Ringraziandovi calorosamente ringrazio anticipatamente gli specialisti che risponderanno.

Buona serata
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
"cura prescritta dopo 50 minuti di consulto, secondo me troppo pochi per conoscere pienamente le sfumature di un paziente e valutare con precisione le sue problematiche"

A questo punto sarei curioso di sapere il suo orologio quanto tempo dovrebbe indicare prima che un medico specialista possa fare una diagnosi appropriata

"La metafora del pallone che viene spinto sott'acqua durante l'assunzione farmacologica e schizza in alto, molto più in alto, dalla sospensione della stessa, mi preoccupa enormemente."

Metafora che spero abbia inventato lei perché sinceramente questa cosa non risulta da nessuna parte


"gli anti depressivi mi spaventano troppo, ho letto migliaia di testimonianze di persone che li hanno presi per 10-15-20 anni, e a cui chiaramente non fanno più effetto, ma che non riescono a smettere, e vanno alla ricerca della nuova molecola giusta."

Allora ammetta che non vuole curarsi e va cercando sciocchezze su internet per avere conferma della sua teoria

"Al momento sto seguendo una psicologa che adopera medicina "non-convenzionale", tecniche di respirazione e rilassamento, fiori di bach e quant'altro."

Per inciso, la psicologa non può indicare prodotti non convenzionali che restano di pertinenza del medico, quindi non è che siccome glieli indica la psicologa allora vanno bene e dal medico no.

Lei vuole avere il controllo della terapia stabilendo quale siano i tempi ed i modi di trattamento, quali devono essere i prodotti da usare senza voler davvero curarsi per poi elucubrare sulla questione continuamente senza giungere ad una soluzione.


Da Gennaio ad oggi la situazione potrebbe essere diversa per cui deve ripetere la visita psichiatrica per avere una prescrizione attuale.

Dr. F. S. Ruggiero


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[#2]
Utente
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Gentilissimo dr. Ruggiero, anzitutto grazie per la pronta risposta, vado per gradi anche io, in modo da poter uscire da questo confronto con le idee più chiare.

Sbaglierò, ma credo che per un problema così delicato la prescrizione per la cura della diagnosi debba basarsi su una conoscenza a 360 del paziente. Conoscere bene quali sono i suoi limiti, le sue paure, le risposte alle paure che riesce a mettere in atto ecc., e per farlo credo che ci voglia più di un'ora di orologio, e ripeto non mi riferisco a fare la diagnosi in senso stretto, ma ad assegnare una cura per essa.

La metafora del pallone l'ho rubata dal dott. Angelo Mercuri, non so se mi è concesso citare altri specialisti o incollarne i link, ma tanti dei miei dubbi sono nati da questo articolo e dai relativi commenti ad esso: https://www.angelomercuri.it/astinenza-da-antidepressivi-fase-1-e-fase-2/
Qualora non fosse possibile citare altri specialisti, chiaramente con l'unico fine di un confronto in grado di erudirmi, mi scuso e posterò nuovamente la risposta senza la citazione ed il link.

La mia voglia di vivere la vita come la conosco e la ricordo, sicuro di me, delle mie emozioni, della mia felicità le assicuro che è altissima. Voglio curarmi, ma capire quali sono i limiti delle cure. Vorrei essere smentito in tutto e per tutto, ma anche qui molte richieste di consulto fanno si che le paure sulle iniziare la cura permangano. Questo lo potrà confermare anche Lei immagino.

Non pensavo che i cosiddetti Rescue Remedy fossero di stretta competenza di un medico, essendo liberamente acquistabili, ma condivido il suo parere. Non voglio avere il controllo sulla terapia in maniera più assoluta, ma capisca le mie paure, che non sono certo quelle di stare bene, ma di diventarne assuefatto, dipendente o peggio ancora di poter sviluppare effetti collaterali peggiori del problema stesso che andrei a curare.

Condivido in ultimo che la situazione da Gennaio ad oggi sia diversa, non saprei nemmeno dire se migliore o peggiore, perché diverso anche il contesto sociale con cui mi misuro. E quindi si, un nuovo consulto psichiatrico è certamente giusto, prima di farlo però appunto volevo avere le idee più chiare.

Grazie ancora.
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