Doc e eutimil
Salve a tutti e grazie per l'attenzione. Sono un ragazzo di 24 anni e da Novembre ho iniziato a soffrire di strane paure ricorrenti e ossessive. Iniziato in un momento molto felice della mia vita in cui non potevo essere fermato da nulla; ha causa di un periodo molto stressante ho iniziato a soffrire di una emicrania con sdoppiamenti visivi e fotofobia. Subito questo disturbo si è trasformato in un forte stato ansioso con moltissima astenia. Dopo aver consultato un neurologo di ambita fama, ho iniziato una cura con sandomigran, che non solo non ha portato i risultati sperati, ma mi ha fatto aumentare di peso di 5 kg. Passato questo periodo di cura errata ho deciso di recarmi da uno psichiatra, perchè avevo notato che il mio disturbo si attenuava quando riuscivo a non pensarci. Il mio psichiatra non si sbilancia molto e mi offre la possibilità di fare una diagnosi più appropriata con una psicologa. In Aprile effettuo questo esame psicodiagnostico, con i seguenti test: Bender, Wartegg, mmpi-2. Dal test risultano rilevabili ansia libera, umore depresso, tendenza al rimugino e pensieri/comportamenti ossessivo compulsivi. Nella relazione ci sono molti altri dettagli che ora tralascio.
Il mio psichiatra decide su mio consiglio di intraprendere una percorso con la paroxetina e precisamente eutimil. Inizio verso la metà del mese di Aprile con 10 mg, dopo 7 giorni passo a 20 mg. Da questo inizio di cura noto incredibili miglioramenti e non nascondo che l'aumento della dose mi porta verso un peggioramento momentaneo con pensieri molto brutti. Dopo un mese con 20mg avverto un peggioramento inaspettato con strane paure ripresentarsi e a volte pensieri quasi ripugnanti; il mio psichiatra mi fa passare a 30 mg al mattino; questo passaggio è molto duro per me e mi fa quasi decidere che non vorrei più aumentare... Da un mese assumo 30mg, la mia situazione è nettamente migliorata, sia nel fare le cose che nell'ascoltare gli altri (verso Marzo non mi riusciva niente e non lo dico scherzando). L'emicrania è molto attenuata e la paura per il mio stato di salute anche. Purtroppo però continuo a convivere con una continua analisi di me stesso e del mio comportamento, che mi porta ad avere dei grandi cambiamenti di umore(oggi progetto una cosa con grande entusiasmo e passati due giorni non ho quasi voglia di farlo). Valutando perchè fai questo o perchè fai quello, come una nevrosi. Inoltre per via del farmaco la mia libido risulta in difficoltà e il l'affiatamento con la mia ragazza risulta peggiorato. In passato ho sofferto di disturbi ripetitivi del pensiero e la prima volta mi è capitato a 9 anni. Mai eseguito profilassi importanti e lunghe. Solamente multivitaminici come neovis tres o altro. Ho sofferto di streptococco biemolitico, trascurato per un anno;bloccato con iniezioni di penicillina e tonsillectomia necessaria. Potrebbe essere pandas? Mi analizzo in continuazione e rimedio troppe preoccupazioni. Come migliorare e perchè non mi sento ancora bene? grazie
Il mio psichiatra decide su mio consiglio di intraprendere una percorso con la paroxetina e precisamente eutimil. Inizio verso la metà del mese di Aprile con 10 mg, dopo 7 giorni passo a 20 mg. Da questo inizio di cura noto incredibili miglioramenti e non nascondo che l'aumento della dose mi porta verso un peggioramento momentaneo con pensieri molto brutti. Dopo un mese con 20mg avverto un peggioramento inaspettato con strane paure ripresentarsi e a volte pensieri quasi ripugnanti; il mio psichiatra mi fa passare a 30 mg al mattino; questo passaggio è molto duro per me e mi fa quasi decidere che non vorrei più aumentare... Da un mese assumo 30mg, la mia situazione è nettamente migliorata, sia nel fare le cose che nell'ascoltare gli altri (verso Marzo non mi riusciva niente e non lo dico scherzando). L'emicrania è molto attenuata e la paura per il mio stato di salute anche. Purtroppo però continuo a convivere con una continua analisi di me stesso e del mio comportamento, che mi porta ad avere dei grandi cambiamenti di umore(oggi progetto una cosa con grande entusiasmo e passati due giorni non ho quasi voglia di farlo). Valutando perchè fai questo o perchè fai quello, come una nevrosi. Inoltre per via del farmaco la mia libido risulta in difficoltà e il l'affiatamento con la mia ragazza risulta peggiorato. In passato ho sofferto di disturbi ripetitivi del pensiero e la prima volta mi è capitato a 9 anni. Mai eseguito profilassi importanti e lunghe. Solamente multivitaminici come neovis tres o altro. Ho sofferto di streptococco biemolitico, trascurato per un anno;bloccato con iniezioni di penicillina e tonsillectomia necessaria. Potrebbe essere pandas? Mi analizzo in continuazione e rimedio troppe preoccupazioni. Come migliorare e perchè non mi sento ancora bene? grazie
[#1]
Gentile utente,
Le sue condizioni non sembrano affatto buone, e dico sul profilo dell'ossessività.
Mi stupisce il discorso che la terapia sia stata iniziata sotto consiglio suo, e non per decisione del medico. Sarà per questo che, partendo con il piede sbagliato, i risultati non sono quelli che dovrebbero essere.
Innanzitutto perché non c'è una diagnosi, che non si fa con i test psicometrici.
In secondo luogo, perché la scelta della cura non può essere determinata da ciò che il paziente indica come centro del problema, ma da ciò che il terapeuta identifica come obiettivo.
Forse non è affatto l'ossessività il motore centrale della cosa.
In ultimo, la risposta alla terapia è dopo un mese che comincia a vedersi, mentre se è immediata e dopo un mese c'è un peggioramento è segno che la risposta o non c'è mai stata (effetto placebo) o è stata rapida, il che è negativo perché significa non stabile nel tempo.
Si rechi da uno specialista che sappia porre diagnosi senza le sue indicazioni, e anzi che sappia porre diagnosi senza tener conto delle sue indicazioni, tenendo invece in massima considerazione i sintomi e le modalità con cui lei li riferisce per fare in autonomia la sua diagnosi.
Cessi di fare diagnosi psichiatriche o di altro tipo da solo. E non le proponga a chi la visita.
Le sue condizioni non sembrano affatto buone, e dico sul profilo dell'ossessività.
Mi stupisce il discorso che la terapia sia stata iniziata sotto consiglio suo, e non per decisione del medico. Sarà per questo che, partendo con il piede sbagliato, i risultati non sono quelli che dovrebbero essere.
Innanzitutto perché non c'è una diagnosi, che non si fa con i test psicometrici.
In secondo luogo, perché la scelta della cura non può essere determinata da ciò che il paziente indica come centro del problema, ma da ciò che il terapeuta identifica come obiettivo.
Forse non è affatto l'ossessività il motore centrale della cosa.
In ultimo, la risposta alla terapia è dopo un mese che comincia a vedersi, mentre se è immediata e dopo un mese c'è un peggioramento è segno che la risposta o non c'è mai stata (effetto placebo) o è stata rapida, il che è negativo perché significa non stabile nel tempo.
Si rechi da uno specialista che sappia porre diagnosi senza le sue indicazioni, e anzi che sappia porre diagnosi senza tener conto delle sue indicazioni, tenendo invece in massima considerazione i sintomi e le modalità con cui lei li riferisce per fare in autonomia la sua diagnosi.
Cessi di fare diagnosi psichiatriche o di altro tipo da solo. E non le proponga a chi la visita.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
gentile utente,
probabilmente la sua diagnosi e' errata in virtu' di quanto lei induce a far fare al collega, intanto pero' non le viene data una indicazione diagnostica definita, cioe' lei ha tutto contemporaneamente.
Il trattamento con paroxetina puo' essere indicato per il suo disturbo ma deve anche dare dei benefici dal punto di vista sintomatologico, che invece continuano a non esserci oppure sono oscillanti.
Sarebbe meglio sentire il parere di un altro psichiatra.
probabilmente la sua diagnosi e' errata in virtu' di quanto lei induce a far fare al collega, intanto pero' non le viene data una indicazione diagnostica definita, cioe' lei ha tutto contemporaneamente.
Il trattamento con paroxetina puo' essere indicato per il suo disturbo ma deve anche dare dei benefici dal punto di vista sintomatologico, che invece continuano a non esserci oppure sono oscillanti.
Sarebbe meglio sentire il parere di un altro psichiatra.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#3]
Utente
Vorrei precisare un dettaglio importante, perchè ho notato di non essermi spiegato bene su un punto. Il mio psichiatra a seguito dell'esame psicodiagnostico mi propone due strade: LA PSICOTERAPIA o UN PERCORSO CON SSRI; ed è qui che è intervenuta la mia scelta/consiglio. Il medicinale e relative posologie sono state scelte da lui e fin qui non mi è sembrato di aver influito molto sul sua diagnosi.
Comunque non sono contrario a sentir pareri di nuovi psichiatri, ma in un certo senso credo che un piccolo miglioramento con la seguente profilassi ci sia stato. Un pò meno accettabile sono gli alti e bassi.
Inoltre vorrei porre una domanda al dottor Pacini; in primo luogo la sua risposta mi dice di non versare in buone condizioni dal punto di vista dell'ossessività, in seguito dice che l'ossessività non è il vero motore del mio malessere. Può spiegarmi meglio, sono un pò confuso. Grazie
Attendo consigli
Comunque non sono contrario a sentir pareri di nuovi psichiatri, ma in un certo senso credo che un piccolo miglioramento con la seguente profilassi ci sia stato. Un pò meno accettabile sono gli alti e bassi.
Inoltre vorrei porre una domanda al dottor Pacini; in primo luogo la sua risposta mi dice di non versare in buone condizioni dal punto di vista dell'ossessività, in seguito dice che l'ossessività non è il vero motore del mio malessere. Può spiegarmi meglio, sono un pò confuso. Grazie
Attendo consigli
[#4]
Gentile utente,
A Lei non spetta nessuna scelta o consiglio sulla terapia.
E una diagnosi non si fa con un test psicometrico, ma con una visita. I test psicometrici servono per quantificare e approfondire alcuni aspetti, se mai.
Non mi pare che stia bene nel senso che non è stabilizzata la sua condizione, non ha trovato una cura con cui prosegue con alti e bassi fisiologici ma non interferenti. I suoi ragionamenti hanno un'impronta ossessiva riconoscibile, dal timore di non essersi spiegato bene quando invece lo ha fatto, alla tendenza a ragionare sulle cure fino al punto di consigliarle lei al terapeuta.
Non essendo stata fatta diagnosi, non è chiaro se ci sia ossessività come disturbo di base, oppure sia una componente di una diagnosi fondamentalmente diversa, per esempio un disturbo dell'umore ciclico.
A Lei non spetta nessuna scelta o consiglio sulla terapia.
E una diagnosi non si fa con un test psicometrico, ma con una visita. I test psicometrici servono per quantificare e approfondire alcuni aspetti, se mai.
Non mi pare che stia bene nel senso che non è stabilizzata la sua condizione, non ha trovato una cura con cui prosegue con alti e bassi fisiologici ma non interferenti. I suoi ragionamenti hanno un'impronta ossessiva riconoscibile, dal timore di non essersi spiegato bene quando invece lo ha fatto, alla tendenza a ragionare sulle cure fino al punto di consigliarle lei al terapeuta.
Non essendo stata fatta diagnosi, non è chiaro se ci sia ossessività come disturbo di base, oppure sia una componente di una diagnosi fondamentalmente diversa, per esempio un disturbo dell'umore ciclico.
[#5]
Gentile utente,
A Lei non spetta nessuna scelta o consiglio sulla terapia.
E una diagnosi non si fa con un test psicometrico, ma con una visita. I test psicometrici servono per quantificare e approfondire alcuni aspetti, se mai.
Non mi pare che stia bene nel senso che non è stabilizzata la sua condizione, non ha trovato una cura con cui prosegue con alti e bassi fisiologici ma non interferenti. I suoi ragionamenti hanno un'impronta ossessiva riconoscibile, dal timore di non essersi spiegato bene quando invece lo ha fatto, alla tendenza a ragionare sulle cure fino al punto di consigliarle lei al terapeuta.
Non essendo stata fatta diagnosi, non è chiaro se ci sia ossessività come disturbo di base, oppure sia una componente di una diagnosi fondamentalmente diversa, per esempio un disturbo dell'umore ciclico.
A Lei non spetta nessuna scelta o consiglio sulla terapia.
E una diagnosi non si fa con un test psicometrico, ma con una visita. I test psicometrici servono per quantificare e approfondire alcuni aspetti, se mai.
Non mi pare che stia bene nel senso che non è stabilizzata la sua condizione, non ha trovato una cura con cui prosegue con alti e bassi fisiologici ma non interferenti. I suoi ragionamenti hanno un'impronta ossessiva riconoscibile, dal timore di non essersi spiegato bene quando invece lo ha fatto, alla tendenza a ragionare sulle cure fino al punto di consigliarle lei al terapeuta.
Non essendo stata fatta diagnosi, non è chiaro se ci sia ossessività come disturbo di base, oppure sia una componente di una diagnosi fondamentalmente diversa, per esempio un disturbo dell'umore ciclico.
[#8]
Utente
Un'ultima domanda dottore, e se io la pagassi in anticipo per una visita diagnostica; potremo effettuarla online magari con la webcam e senza urgenza; oppure deve visitarmi fisicamente. Grazie
Mi scusi per questa proposta, ma potrebbe essere un'idea. anche da pubblicare sul giornale. Saluti
Mi scusi per questa proposta, ma potrebbe essere un'idea. anche da pubblicare sul giornale. Saluti
[#11]
Gentile utente,
E' una diagnosi approssimativa. E' sicuramente preferibile un contatto diretto, anche perché una volta fatta la diagnosi e impostata una o due ipotesi di terapia, non è che occorra vedersi ripetutamente. La validità di una terapia per un DOC per esempio è sensato verificarla a due mesi.
E' una diagnosi approssimativa. E' sicuramente preferibile un contatto diretto, anche perché una volta fatta la diagnosi e impostata una o due ipotesi di terapia, non è che occorra vedersi ripetutamente. La validità di una terapia per un DOC per esempio è sensato verificarla a due mesi.
[#12]
Gentile utente,
sarebbe piu' utile per lei farsi visitare direttamente da uno specialista in psichiatria che possa fare una diagnosi accurata e darle il sostegno ed il trattamento necessari.
Per via telematica non e' possibile giungere a conclusioni diagnostiche ne' a prescrizione di trattamenti.
sarebbe piu' utile per lei farsi visitare direttamente da uno specialista in psichiatria che possa fare una diagnosi accurata e darle il sostegno ed il trattamento necessari.
Per via telematica non e' possibile giungere a conclusioni diagnostiche ne' a prescrizione di trattamenti.
[#13]
Utente
Un grazie a tutti per quanto risposto fin ora. Ma vorrei chiedervi un aiuto rispetto ad una questione collegata ai miei precedenti post.
Dopo essermi fatto visitare a Luglio il dottore decide di abbassare a 15 mg al giorno l'eutimil (in principio 30mg) e aggiunge due serpax al giorno(mattino e sera). Soprattutto mi propone di eseguire con una sua collaboratrice sedute di psicoterapia cognitivo comportamentale.
L'estate passa abbastanza bene e la nuova profilassi sembra dare maggiori sicurezze.
Inizio la psicoterapia e come arriva l'autunno il mio umore comincia a scendere di nuovo e con lui tornano paure e pensieri ossessivi. Incontro nuovamente il mio psichiatra pochi giorni fa, che mi corregge la profilassi aumentando a 20 mg l'eutimil e eliminando una compressa di serpax. Poi mi propone di iniziare con un nuovo farmaco per stabilizzare l'umore. Il farmaco è Tolep e ho iniziato con 15 mg due volte al giorno. Il primo giorno noto diverse difficoltà come il sentirmi strano nervoso e confuso. Questi sintomi mi mandano in allarme e chiamo il dottore che mi fa momentaneamente smettere. Per poi ricominciare settina prossima. Io attualmente provo un pò di paura per inserire altri farmaci nel mio percorso, perchè temo che mi porteranno sempre più lontano da una situazione stabile e duratura. Come ho avuto l'esperienza con eutimil che ha sistemato una cosa e sfasciato dieci cose (libido, transaminasi, ritenzione idrica). Ho paura di fronte a questo dilemma e ho bisogno di un consiglio.
Grazie
Dopo essermi fatto visitare a Luglio il dottore decide di abbassare a 15 mg al giorno l'eutimil (in principio 30mg) e aggiunge due serpax al giorno(mattino e sera). Soprattutto mi propone di eseguire con una sua collaboratrice sedute di psicoterapia cognitivo comportamentale.
L'estate passa abbastanza bene e la nuova profilassi sembra dare maggiori sicurezze.
Inizio la psicoterapia e come arriva l'autunno il mio umore comincia a scendere di nuovo e con lui tornano paure e pensieri ossessivi. Incontro nuovamente il mio psichiatra pochi giorni fa, che mi corregge la profilassi aumentando a 20 mg l'eutimil e eliminando una compressa di serpax. Poi mi propone di iniziare con un nuovo farmaco per stabilizzare l'umore. Il farmaco è Tolep e ho iniziato con 15 mg due volte al giorno. Il primo giorno noto diverse difficoltà come il sentirmi strano nervoso e confuso. Questi sintomi mi mandano in allarme e chiamo il dottore che mi fa momentaneamente smettere. Per poi ricominciare settina prossima. Io attualmente provo un pò di paura per inserire altri farmaci nel mio percorso, perchè temo che mi porteranno sempre più lontano da una situazione stabile e duratura. Come ho avuto l'esperienza con eutimil che ha sistemato una cosa e sfasciato dieci cose (libido, transaminasi, ritenzione idrica). Ho paura di fronte a questo dilemma e ho bisogno di un consiglio.
Grazie
[#15]
Gentile utente,
Lei assume un farmaco per una diagnosi imprecisata, mettiamo che abbia a che fare con il DOC, ma non è chiaro.
Invece la modifica terapeutica ultima depone per un disturbo bipolare, allora è ancora meno chiaro, non credo che il medico proceda a tentoni, avrà una sua idea e magari ha fatto una diagnosi precisa, che non le ha ufficialmente comunicato.
Invece, per quanto riguarda la riduzione dell'eutimil con introduzione di serpax e psicoterapia, è un controsenso se stessimo parlando di un DOC o di una depressione o di un disturbo d'ansia in generale. Primo, perché si riduce la cura però supponendo che l'ansia ritorni, e per tamponare si introduce un farmaco ansiolitoco, senza un programma definito. Inoltre, la psicoterapia funzionerà presumibilmente peggio se si depotenzia la terapia farmacologica.
Lei assume un farmaco per una diagnosi imprecisata, mettiamo che abbia a che fare con il DOC, ma non è chiaro.
Invece la modifica terapeutica ultima depone per un disturbo bipolare, allora è ancora meno chiaro, non credo che il medico proceda a tentoni, avrà una sua idea e magari ha fatto una diagnosi precisa, che non le ha ufficialmente comunicato.
Invece, per quanto riguarda la riduzione dell'eutimil con introduzione di serpax e psicoterapia, è un controsenso se stessimo parlando di un DOC o di una depressione o di un disturbo d'ansia in generale. Primo, perché si riduce la cura però supponendo che l'ansia ritorni, e per tamponare si introduce un farmaco ansiolitoco, senza un programma definito. Inoltre, la psicoterapia funzionerà presumibilmente peggio se si depotenzia la terapia farmacologica.
[#20]
Utente
In più di una occasione mi ha detto che la mia situazione non è semplicissima. Ha parlato di bipolare e ciclotomia dell'umore.
Ma come è possibile che questo accadi con l'arrivo dell'autunno e finisce per attenuarsi in estate? Sto perdendo un pò di fiducia..anche se fa parte del mio periodo triste che sto attraversando.
Ma come è possibile che questo accadi con l'arrivo dell'autunno e finisce per attenuarsi in estate? Sto perdendo un pò di fiducia..anche se fa parte del mio periodo triste che sto attraversando.
[#21]
Bipolare, quindi. E' un disturbo ciclico dell'umore, che risente tipicamente delle stagioni, può essere regolarmente stagionale. Il DOC è una manifestazione associata e in qualche caso completamente indipendente.
Il problema è che i farmaci antiossessivi, essendo anche antidepressivi, sono pro-bipolari.
Il problema è che i farmaci antiossessivi, essendo anche antidepressivi, sono pro-bipolari.
[#26]
Non credo abbia capito molto della sua diagnosi, la depressione è una delle manifestazione di un disturbo bipolare. La malattia depressiva è un'altra malattia. hanno tutte e due alcuni sintomi depressivi in comune, fasi depressive tutte e due ma per il resto sono cose diverse.
[#27]
Utente
Ok, la ringrazio infinitamente..Quindi faccio bene a fidarmi del mio specialista? Una domanda che mi sorge è...ma se io pensando positivo con la psicoterapia riesco ad uscire dalle fasi di forte paura e ansia, il rimbalzo depressivo non può essere frutto di un utilizzo sbagliato del mio pensiero? e non proprio frutto di una malattia vera e propria??
Non so perchè però questo disturbo bipolare mi spaventa molto.
grazie
Non so perchè però questo disturbo bipolare mi spaventa molto.
grazie
[#28]
Nessuno di noi utilizza i propri pensieri. Li produce e basta. la parte di cervello che produce i pensieri, opportunamente guidata dalla psicoterapia, può influenzare anche altre funzioni, ma questo non accade attraverso i pensieri, accade attraverso un "nodo" biologico che da una parte si manifesta con pensieri "positivi" e dall'altra magari con -faccio per dire- la riduzione del nodo alla gola "psicosomatico". Lo stesso fanno le medicine, e il tutto si svolge secondo leggi automatiche.
Questo consulto ha ricevuto 32 risposte e 7.1k visite dal 22/06/2009.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Emicrania
L'emicrania è una delle forme più diffuse di cefalea primaria, può essere con aura o senz'aura. Sintomi, cause e caratteristiche delle emicranie.