Zyprexa e paroxetina. situazione grave.

Mio figlio di 24 anni assume 10 mg di zyprexa a sera e 10 mg di paroxetina la mattina. Da quando il suo medico ha aggiunto questo secondo farmaco mio figlio non ha più voglia di far niente non riesce a concludere le frasi, si dimentica le cose che stava dicendo,non riesce neanche più a fare la pasta ed è entrato in uno stato di tristezza che spaventa. Vorrei sapere che sta succedendo e se i due farmaci insieme potrebbero creare dei problemi. Mio figlio fino ad una settimana fa, prima di cominciare a prendere la paroxetina aveva ripreso ad andare in palestra dopo un periodo di crisi dovuto all'interruzione di un rapporto di quattro anni con una ragazza. Mio figlio è in cura da quattro anni dopo che per assunzione di sostanze stupefacenti (fumava 10 canne al giorno, non so per quanto tempo) ha sofferto di crisi psicotiche. Il medico un mese fa ha diagnosticato una piccola ricaduta perchè ha detto qualcosa di particolare come "ho paura che mi leggano nel pensiero" o "per arginare le mie insicurezze interpreto il vociare delle persone". Il medico gli ha nuovamente somministrato quindi lo zyprexa e ora aggiunto la paroxetina. Quando un mese fa ho chiesto a mio figlio se pensava fosse vero che gli leggessero nel pensiero mi ha risposto di no. Vorrei inoltre chiedere se posso far vedere mio figlio ad un altro medico per avere una diagnosi e un ulteriore consulto visto che ancora il suo medico non mi ha detto cosa abbia.
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4k 201
Gentile utente,
il medico di cui parla è uno specialista in psichiatria?
Le consiglio comunque di parlargli per chiarire la situazione e chiedere la diagnosi. Poi naturalmente potete sentire un secondo parere.
Se ho capito, suo figlio aveva sospeso lo Zyprexa (di sua iniziativa o d'accordo col medico?) e ora ha avuto una ricaduta psicotica; la paroxetina non provoca i disturbi che lei riferisce, tutt'al più nelle fasi iniziali aumenta un po' l'ansia.
E' importante che lei riferisca al curante comportamenti anomali di suo figlio. Il fatto che al medico abbia riferito delle cose strane e poi con lei sia "rientrato" non vuol dire niente, la paura che leggano nel pensiero è un sintomo preoccupante, e anche la "tristezza", che ha indotto il medico a prescrivere paroxetina, un antidepressivo che però impiega almeno tre settimane a fare effetto.
Saluti

Franca Scapellato

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k
Gentile utente,

Intuisco che a grandi linee la diagnosi è stata quella di una psicosi legata all'uso di sostanze, che in una gran parte dei casi è una psicosi affettiva, almeno statisticamente parlando. Farmaci come zyprexa sono utili ma possono risultare sedativi.
Nei casi di abuso di sostanze spesso il pensiero fluttua tra un dubbio e un delirio, sono psicosi meno "classiche". La diagnosi però attualmente si fa cercando di inquadrare la situazione secondo un modello noto, anche per prevederne il decorso nel tempo.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Grazie infinite per le risposte. Lo Zyprexa era stato interrotto per volere del medico a gennaio scorso, dopo un lungo periodo di assunzione della dose minima 2,5.
Mio figlio stava, quindi, bene era attivo ha solamente, purtroppo, a febbraio, lasciato la ragazza e poi accorgendosi di essere rimasto solo, ha cominciato a soffrire.
Ho riferito al medico lo stato psicologico in cui si trova adesso e mi ha risposto che è normale perchè si è reso consapevole di avere avuto una ricaduta e quindi si deprime. Ho il DSMIV ma è difficile consultarlo per verificare i veri sintomi e inquadrare la situazione secondo un modello noto. Immagino che se chiedessi un ulteriore consulto dovrei inventare qualche scusa che giustifichi a mio figlio questa decisione che potrebbe provocargli insicurezza e sfiducia nel medico che lo cura che è uno psichiatra.
Grazie ancora per la vostra attenzione.
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Utente
Utente
Grazie infinite per le risposte. Lo Zyprexa era stato interrotto per volere del medico a gennaio scorso, dopo un lungo periodo di assunzione della dose minima 2,5.
Mio figlio stava, quindi, bene era attivo ha solamente, purtroppo, a febbraio, lasciato la ragazza e poi accorgendosi di essere rimasto solo, ha cominciato a soffrire.
Ho riferito al medico lo stato psicologico in cui si trova adesso e mi ha risposto che è normale perchè si è reso consapevole di avere avuto una ricaduta e quindi si deprime. Ho il DSMIV ma è difficile consultarlo per verificare i veri sintomi e inquadrare la situazione secondo un modello noto. Immagino che se chiedessi un ulteriore consulto dovrei inventare qualche scusa che giustifichi a mio figlio questa decisione che potrebbe provocargli insicurezza e sfiducia nel medico che lo cura che è uno psichiatra.
Grazie ancora per la vostra attenzione.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k
Ci mancherebbe, non è uno strumento (il DSM) che può utilizzare Lei, le crea solo confusione presumo.
Ci sono due psicosi maggiori, la schizofrenia e il disturbo bipolare. la seconda è la più frequente, e lo è anche negli utilizzatori di sostanze.
I sintomi delle psicosi da cannabis sono un po' più simili ad una forma affettiva, ma spesso il pensiero continua a mantenersi fluttuante. Spesso dopo l'episodio psicotico c'è una depressione, che può essere parte di uno stesso ciclo.
Se vuole può leggere nella categoria MinForma una serie di informazioni che ho riassunto sulla psicosi da cannabis. Nei giovani è una variante frequente perché l'uso di sostanze è uno dei fattori che induce più spesso questo tipo di sindromi in soggetti predisposti.
[#6]
Utente
Utente
Gentile Dott. Pacini, volevo ringraziarLa per la risposta che mi ha dato ieri. Le scrivo solo oggi perchè nel frattempo ho letto alcuni suoi articoli e cercato di trovare delle risposte. Ho controllato anche il disturbo bipolare ed anche se l'insonnia ha caratterizzato nei mesi scorsi il comportamento di mio figlio non trovo rispondenza negli altri sintomi elencati. Ieri abbiamo parlato a lungo, anche di politica, e, oltre a ragionare bene, ho notato che la sua preoccupazione più grande è che se il medico gli ha di nuovo prescritto dei farmaci vuol dire che è malato e probabilmente ha paura di non uscirne. Magari, quando ha tempo, mi può dire se lo zyprexa sia, secondo lei, un farmaco adatto anche per curare il disturbo bipolare.
Grazie per tutto.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k
Gentile utente,

In generale le cure per cui sono prescritti questi farmaci sono cure per disturbi che non tendono a finire da soli nel tempo, quindi per un certo periodo comunque le cure è bene che le faccia.
Ora resta da stabilire per che cosa. Il disturbo bipolare non è facile da riconoscere perché ci cercano i sintomi singoli o si fraintende il significato dei termini.
La persona bipolare in genere si descrive come depressa cronica.
Lo zyprexa è uno dei farmaci per le fasi maniacali del disturbo bipolare, e nel mantenimento. Ma non è l'unico e da solo è una soluzione che si percorre non come prima scelta. Di solito si osserva aumento di peso importante e questo può indurre demoralizzazione nella persona.

In conclusione, per ragionare sulle terapie migliori, la diagnosi va definita.
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