Confuso su diagnosi
Ho 50 anni.
Sono anni che soffro di ansia e panico con i quali ho combattuto con mezza compressa di rizen all'occorrenza.
Negli ultimi 5 anni ho avuto però degli episodi più severi.
Da premettere che in tutti questi anni ho fatto tutto quello che dovevo con grandi difficoltà ed ho anche difficoltà ad allontanarmi da casa o stare senza la.
mia auto dove posso facilmente ritornare.
Ultimamente in seguito a degli accertamenti da fare ho iniziato ad andare giù di umore e ad avere sempre pensieri su questa problematica fisica.
Da premettere che sono sempre stato particolarmente pauroso per le malattie.
Consultato nell'ultimo anno tre psichiatri.
Il primo mi ha prescritto daparox ed en e poi eventualmente al controllo capire se aggiungere qualche goccia di haldol... non l'ho seguito.
Il secondo psichiatra abbiamo fatto psicoterapia via skipe e forse lui tendeva a darmi uno stabilizzatore dell'umore... non l'ho seguito più.
Il terzo non vuole darmi farmaci ma solo psicoterapia e la sto facendo da 5/6 mesi.
Quest'ultimo sostiene che abbia delle ossessioni e se proprio voglio assumere farmaci mi consiglierebbe seroquel a bassi dosaggi e trittico perché ho fratello con schizofrenia ed un altro con disturbo bipolare e che secondo lui solo gli antidepressivi potrebbero liberare un disturbo bipolare e darmi ancora più agitazione.
Sostiene che solo con la psicoterapia posso riuscire.
Opinioni?
Togliendo il secondo medico di cui neanche sappiamo con certezza la prescrizione, la terza non ha molta corrispondenza con la diagnosi. E come seconda cosa, dopo 6 mesi una psicoterapia, se non funziona, non ha senso che sia confermata senza almeno ridefinirla o abbinare una farmacoterapia (ma non vedo attinenza con le ossessioni in quella indicata).
Non so perché non segua alcune delle indicazioni e altre sì.
Fatto sta che se cambia cure perché non funzionano o non le tollera è un conto, se le scarta così sulla base probabilmente di paure o pregiudizi su qualcosa, ovvio che quelle dopo tenderanno a proporle cose diverse, il che non è detto che abbia senso.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Dr. F. S. Ruggiero
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Se il fine è di migliorare dal punto di vista dei sintomi, una terapia farmacologica ben impostata le consente un recupero in tempi relativamente brevi con risultati apprezzabili e duraturi.
L'utilizzo di terapie alternative per non trattare un disturbo solo per la presenza di familiarità per altre patologie non è indicativo ed anche se ci fossero eventuali slatentizzazioni sarebbe utile per definire ancor meglio l'orientamento diagnostico.
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SIccome star meglio significa poi sostanzialmente non avere quello che si aveva,
I discorsi "solo coi farmaci non risolve, solo con la psicanalisi si", francamente lasciano senza parole. Anche per la scelta poi di quale tipo di terapia non farmacologica, tra l'altro.
Poi si arriva a dire che appunto ha funzionato la cura, ci son ancora i limiti di prima, però ha funzionato... che vorrà dire poi ?
In psichiatria medica si fanno le diagnosi, con quelle si sceglie la cura, e probabilmente per la sua condizione esistono cure di riferimento. Non capisco perché si debba partire dal tentativo di non usarle, soprattutto se l'alternativa è qualcosa che non si capisce su che diagnosi debba essere applicato.
L'unico senso di terapia alternativa, ha ragione il collega, è "alternativa" alla scelta che sarebbe logico fare.
Dr.Matteo Pacini
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Liberamente può continuare questo tipo di approccio che è stato chiaramente indicato, con diverse motivazioni scientifiche, come fumoso e poco chiaro.
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E quindi il primo collega, se ha detto così, avrà avuto ottime ragioni magari. E se la diagnosi è di di disturbo ossessivo non sta da nessuna parte che si scelga quel tipo di psicoterapia, per giunta in assenza di terapia farmacologica (ma anche con, non avrebbe senso), e - ciò che è peggio - in una inesistente e inopportuna "contrapposizione" con la terapia farmacologica che nel doc è di prima linea e ben conosciuta, in teoria, da qualunque psichiatra.
Dr.Matteo Pacini
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