Mio fratello ha detta sua e sembra verosimilmente anche a noi soffre di attacchi di panico

Questo è solo un quesito a titolo informativo. Mio fratello ha detta sua e sembra verosimilmente anche a noi soffre di attacchi di panico. Tuttavia non ha mai chiesto una esplicita dignosi al suo psichiatra. Tuttavia ha come terapia: Zolofot 100 mg, en 3/4 di pastiglia. E' compatibile col disturbo di attacchi di panico?. Inoltre, a livello i discussione che abbiamo intrattenuto, si puo ritenere e classificare come ritengo io una "malattia mentale"? Non lo dico per mio pregiudizio a lui, ma per chiarezza, in quanto lui lo ritiene come un temperamento caratteriale, io e credo la medicina in generale, come una patologia. Cordiali saluti
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
Gentile utente,
lo zoloft è indicato per il disturbo da attacchi di panico. L'en può essere usato nelle fasi iniziali ma poi dovrebbe essere sospeso. Il termine malattia mentale implica un significato dispregiativo e pregiudizievole, che spesso è una delle cause principali del mancato riconoscimento di tali patologie e del ritardo nelle cure. Il DAP è un disturbo molto comune che può avere una predisposizione genetica e che è molto influenzato dalla struttura della personalità. E' curabile e completamente guaribile, anche se chi ne ha sofferto ha un rischio maggiore di ricadere rispetto a chi non ha mai presentato il disturbo. Non capisco la sua necessità di chiarire a suo fratello che soffre di una malattia mentale, come la chiama lei. Suo fratello ha un disturbo, lo cura e ha ritenuto opportuno parlarne in famiglia. La vostra reazione dovrebbe essere quella di supportarlo in questo suo percorso e non di puntualizzare definizioni inutili se non dannose.
cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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Attivo dal 2009 al 2010
Ex utente
Gentile dottore mi spiego meglio. L'ultima prescrizione dello psichiatra è stata 100mg di zolofot, mentre lui insiste nel volerne assumere solo 50mg. Questo per il fatto che "lui si conosce, conosce la sua persona, cos'ha, e sa anche da solo come rimediare". Il mio è stato un inetrvento in tal senso, per cercare di fargli capire e in un certo senso accettare il fatto che egli abbia una malattia, dicendogli tu sei malato, e hai una malattia mentale (detto col sorriso!). So che malattia mentale è un'espressione fortemente pregiudizievole, è probabilmente ho esagerato con la "provocazione", magari l' ho fatto rimanere male. Solo che era un tentativo di invito alla consapevolezza. Poi non volevo sbeffeggiare e denigrare nessuno. Purtroppo "malattia mentale" è carica di pregiudizi, lo so bene, ma forse non è ora di sradicarli?!! Come non ci si vergogna di curare una malattia al polmone non ci si dovrebbe avere vergogna di curare una malattia alla mente! La ringrazio. Un cordiale saluto. A.M.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.3k 1k
Ma lei quali strumenti ha per invitare un'altra persona alla consapevolezza?


Suo fratello, fino a prova contraria, ha anche la facolta' di non voler assumere il suo trattamento senza che nessuno possa dirgli nulla.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

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Attivo dal 2009 al 2010
Ex utente
Gentilissimo dottore. Ottima domanda, quali strumenti ho per portare alla consapevolezza mio fratello. Il semplice strumento della parola e della persuasione è l'unico utilizzabile. Credo che anche lei non ne abbia molti di più! Scontato che lui è libero, può anche scegliere di non assumere nessuna cura, portando per assurdo il ragionamento è anche libero di buttarsi giù dalla finstra. Mi sembra logico però che un parente stretto che gli vuole del bene cerchi di portarlo a curarsi regolarmente seguendo i consigli del medico. Quindi nella MIA FAMIGLIA lui può pienamente utilizzare la facoltà di non curarsi "parzialmente" o nulla, ma qualosa gli e la si dice, visto che lo si fa per lui, e visto che il medico e le medicine non le paga lui (questo è secondario). Cordialmente. A.M.
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