Pensiero fisso
Gentili Dottori,
sono una ragazza di 25 anni, sto attraversando un periodo piuttosto difficile e Vi chiedo gentilmente un parere. E' un periodo in cui a difficoltà esterne (problemi economici in famiglia, principalmente, un imminente trasloco per sfratto, scarsa o cattiva comunicazione) si uniscono problemi totalmente soggettivi, che mi condizionano fortemente. Mi spiego meglio: questi problemi che ho chiamato "esterni" sono presenti da un anno, forse più, ma finchè io non ne ho sentito l'effetto su di me, sulla mia psiche ed il mio umore, tutto mi pareva possibile e affrontabile. Anzi, nel corso dell'ultimo anno ho trovato un lavoro, un uomo che amo moltissimo, e anche se a casa c'erano problemi, essendo poi io una persona particolarmente positiva ed ottimista, trovavo mille motivi per gioire, apprezzare la vita, divertirmi, distrarmi.
Ad un tratto, una sera, lo stress si dev'essere manifestato tutto insieme (non voglio fare un'autodiagnosi, ma immagino che sia stato lo stress psicologico a causarmi tutto ciò): stavo studiando per un'esame e, al pensiero che al mio ragazzo potesse essere successo qualcosa (era andato al mare in moto) ho avuto un attacco d'ansia. Tutto "regolare", se l'agitazione fosse stata prettamente contingente e fosse stata spazzata via dal suo ritorno. Invece è scattato qualcosa, che ad un mese di distanza, ancora persiste.
Oltre a sbalzi d'umore - mi sento spessisimo, durante tutta la giornata, sull'orlo del pianto, e molte volte piango infatti -, nervosismo, difficoltà a prendere sonno, ciò che mi condiziona maggiormente è un pensiero fisso, talmente assurdo che è persino difficile da spiegare: il fatto che nn vedo me stessa, ma vedo sempre "in soggettiva". E' talmente ovvio da sembrare assurdo che mi crei ansia, lo so. Eppure è così, mi condiziona in tutto quello che faccio, solo raramente la mia mente si distoglie da questo e vivo normalmente, altrimenti in ogni azione mi sento ingabbiata da questo pensiero, da questa condizione. Ripercorro momenti passati, felici, spensierati, in cui, pur essendo (ovviamente) nella stessa condizione, ciò nn mi creava un problema, e mi chiedo come fosse possibile.
Devo aggiungere un ultimo elemento: questo pensiero non mi è nuovo, non è nato un mese fa, ma mi venne all'improvviso due anni fa, nell'altro periodo difficile della mia vita, mentre accendevo una sigaretta. Mi guardavo la mano, mi sentii strana ad avere quella percezione di me e del mondo, "soggettiva", cosa che invece è la normalità più assoluta. Quel pensiero mi abbandonò sempre più quando mi ripresi, dopo qualche mese, fino a scomparire del tutto.
Questa volta credo che, all'attacco d'ansia, la mia mente lo abbia richiamato di proposito, come dire: "Ah, ecco, l'ansia. Oddio, non tornerà mica anche quel pensiero?" ed ecco, che è comparso di nuovo.
Continuo la mia vita come sempre,lavoro,studio,esco. Ma non sono serena.
Mi scuso per la lunga spiegazione, e Vi ringrazio anticipatamente per ogni consiglio vorrete darmi.
sono una ragazza di 25 anni, sto attraversando un periodo piuttosto difficile e Vi chiedo gentilmente un parere. E' un periodo in cui a difficoltà esterne (problemi economici in famiglia, principalmente, un imminente trasloco per sfratto, scarsa o cattiva comunicazione) si uniscono problemi totalmente soggettivi, che mi condizionano fortemente. Mi spiego meglio: questi problemi che ho chiamato "esterni" sono presenti da un anno, forse più, ma finchè io non ne ho sentito l'effetto su di me, sulla mia psiche ed il mio umore, tutto mi pareva possibile e affrontabile. Anzi, nel corso dell'ultimo anno ho trovato un lavoro, un uomo che amo moltissimo, e anche se a casa c'erano problemi, essendo poi io una persona particolarmente positiva ed ottimista, trovavo mille motivi per gioire, apprezzare la vita, divertirmi, distrarmi.
Ad un tratto, una sera, lo stress si dev'essere manifestato tutto insieme (non voglio fare un'autodiagnosi, ma immagino che sia stato lo stress psicologico a causarmi tutto ciò): stavo studiando per un'esame e, al pensiero che al mio ragazzo potesse essere successo qualcosa (era andato al mare in moto) ho avuto un attacco d'ansia. Tutto "regolare", se l'agitazione fosse stata prettamente contingente e fosse stata spazzata via dal suo ritorno. Invece è scattato qualcosa, che ad un mese di distanza, ancora persiste.
Oltre a sbalzi d'umore - mi sento spessisimo, durante tutta la giornata, sull'orlo del pianto, e molte volte piango infatti -, nervosismo, difficoltà a prendere sonno, ciò che mi condiziona maggiormente è un pensiero fisso, talmente assurdo che è persino difficile da spiegare: il fatto che nn vedo me stessa, ma vedo sempre "in soggettiva". E' talmente ovvio da sembrare assurdo che mi crei ansia, lo so. Eppure è così, mi condiziona in tutto quello che faccio, solo raramente la mia mente si distoglie da questo e vivo normalmente, altrimenti in ogni azione mi sento ingabbiata da questo pensiero, da questa condizione. Ripercorro momenti passati, felici, spensierati, in cui, pur essendo (ovviamente) nella stessa condizione, ciò nn mi creava un problema, e mi chiedo come fosse possibile.
Devo aggiungere un ultimo elemento: questo pensiero non mi è nuovo, non è nato un mese fa, ma mi venne all'improvviso due anni fa, nell'altro periodo difficile della mia vita, mentre accendevo una sigaretta. Mi guardavo la mano, mi sentii strana ad avere quella percezione di me e del mondo, "soggettiva", cosa che invece è la normalità più assoluta. Quel pensiero mi abbandonò sempre più quando mi ripresi, dopo qualche mese, fino a scomparire del tutto.
Questa volta credo che, all'attacco d'ansia, la mia mente lo abbia richiamato di proposito, come dire: "Ah, ecco, l'ansia. Oddio, non tornerà mica anche quel pensiero?" ed ecco, che è comparso di nuovo.
Continuo la mia vita come sempre,lavoro,studio,esco. Ma non sono serena.
Mi scuso per la lunga spiegazione, e Vi ringrazio anticipatamente per ogni consiglio vorrete darmi.
[#1]
Gentile utente,
descrive una condizione compatibile con un disturbo d'ansia specifico non escludendosi possibili alterazioni del tono dell'umore.
L'evento se singolo, puo' scomparire in breve tempo come due anni fa, se invece si ripresenta in modo sempre piu' incisivo nella sua vita potrebbe non scomparire nuovamente ed e' necessaria una visita specialistica di approfondimento nonche' di trattamento adeguato alla situazione.
descrive una condizione compatibile con un disturbo d'ansia specifico non escludendosi possibili alterazioni del tono dell'umore.
L'evento se singolo, puo' scomparire in breve tempo come due anni fa, se invece si ripresenta in modo sempre piu' incisivo nella sua vita potrebbe non scomparire nuovamente ed e' necessaria una visita specialistica di approfondimento nonche' di trattamento adeguato alla situazione.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Utente
Gentile Dr. Ruggiero,
La ringrazio per la Sua risposta. Cosa intende per evento singolo? l'innesco di questo pensiero è avvenuto in un istante, ma purtroppo è più di un mese ormai che non me ne libero del tutto.
Volevo chiederLe più direttamente se secondo Lei questo genere di pensiero è compatibile con una situazione di stress psicologico, se in pratica pensa che possa essere scaturito da questo o da altro.
Ho letto che in alcune situazioni o fasi della vita la nostra mente può attivare e catalizzarsi su un pensiero fisso per distogliersi dai problemi reali, potrebbe essere il mio caso?
So che non può effettuare una diagnosi a distanza, Le chiedo solo un ulteriore parere e eventualmente quali pensa che possano essere blandi rimedi per essere più serena? putroppo, anche se non ho forti attacchi d'ansia come magari ho avuto un paio d'anni fa, questo pensiero mi "blocca" anche in momenti felici e apparentemente spensierati, basta un attimo ed è come se io stessa lo richiamassi, andandolo a cercare, per ritrovarlo sempre lì. E' come se qualcosa stonasse rispetto a prima, impedendomi di vivere senza questo "filtro".
La ringrazio nuovamente,
cordiali saluti
La ringrazio per la Sua risposta. Cosa intende per evento singolo? l'innesco di questo pensiero è avvenuto in un istante, ma purtroppo è più di un mese ormai che non me ne libero del tutto.
Volevo chiederLe più direttamente se secondo Lei questo genere di pensiero è compatibile con una situazione di stress psicologico, se in pratica pensa che possa essere scaturito da questo o da altro.
Ho letto che in alcune situazioni o fasi della vita la nostra mente può attivare e catalizzarsi su un pensiero fisso per distogliersi dai problemi reali, potrebbe essere il mio caso?
So che non può effettuare una diagnosi a distanza, Le chiedo solo un ulteriore parere e eventualmente quali pensa che possano essere blandi rimedi per essere più serena? putroppo, anche se non ho forti attacchi d'ansia come magari ho avuto un paio d'anni fa, questo pensiero mi "blocca" anche in momenti felici e apparentemente spensierati, basta un attimo ed è come se io stessa lo richiamassi, andandolo a cercare, per ritrovarlo sempre lì. E' come se qualcosa stonasse rispetto a prima, impedendomi di vivere senza questo "filtro".
La ringrazio nuovamente,
cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 5.9k visite dal 16/06/2009.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.