Problemi con sospensione fluoxetina

Gentilissimi dottori di medicitalia.
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Sono una donna di 40 anni, insegnante e psicologa che però ha sempre avuto molti problemi che mi hanno portato ad andare in analisi a 25 anni (studiavo psicologia all'epoca) a diverse sedute alla settimana per molti anni, e poi sempre a sottopormi a psicoterapia per disturbi alimentari e ancora attualmente con un bravo analista.
Nonostante tutti i miei numerosi tentativi di farcela da sola negli anni, da qualche anno ho dovuto accettare di prendere psicofarmaci.
Ho iniziato dopo una delusione amorosa che è stato un vero e proprio lutto 12 anni fa, poi smessi quando non più necessari e ripresi in periodi alterni ogni volta che provavo a smetterli su decisione comune col mio terapeuta poiché ogni volta stavo troppo male.
Cosa mi succede e cosa prendo: da qualche anno avendo disturbi alimentari continui in particolare binge eating che non riesco a controllare e tricotillomania feroce che spesso mi ha portato a rovinarmi la mia bella chioma di capelli, umore depresso, spossatezza fortissima e bassissimo valore di me, ho sposato felicemente la fluoxetina, arrivando a stabilire con la mia psichiatra un dosaggio di 30 mg (1 pastiglia e mezza), 3x300 di Gabapentin come stabilizzatore dell'umore (inizialmente prendevo il Lyrica che mi faceva stare benissimo, quasi come se fossi sotto l'effetto di due bicchieri si vino, ma l'ho cambiato perché mi faceva fare abbuffate terribile serali e notturne incontrollate) e Xanax 30 gocce alla sera per dormire.
Specifico che anche se devo fare un pisolino, lo devo prendere altrimenti rimango sveglia come un fringuello e a me piace molto dormire! Qualche tempo fa ho iniziato a pensare di diminuire la fluoxetina, era mesi che stavo valutando la questione, perché da settembre ho finalmente un bravo compagno che mi da stabilità e gli antidepressivi non mi fanno sentire niente sessualmente (non provo desiderio e non riesco assolutamente ad avere un orgasmo, è come se fossi anestetizzata, così come non riesco a piangere, si sa che perdi la tua sensibilità...).
Così, per farla breve, sto iniziando a togliere 5 mg da due settimane ma sto malissimo, mi sembra di essere tornata nell'abisso più profondo, non riesco a non avere fame e a non mangiare carboidrati avendo sempre craving e ho sempre le mani in testa a toccarmi e strapparmi i capelli.
Non deve succedere! Perché?
Io credo di essere borderline, non sono stupida e credo che avrò sempre bisogno per essere stabile e funzionare di prendere farmaci a vita! Lunedì avrò colloquio col mio terapeuta (lui dice che ora che sto bene possiamo provare a ridurre i farmaci per affrontare la mia emotività, ma io non posso rovinarmi!) e con la mia psichiatra per un controllo dove le racconterò come sta andando.
Lei è del parere che il farmaco è un salvavita come l'insulina e come tale se è necessario si prende.
Io sono divisa, se lo prendo sto bene ma non sento niente, ma sono apatica e insensibile.
Vi ringrazio dell'ascolto.
Qualche gentile parere?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k
"lui dice che ora che sto bene possiamo provare a ridurre i farmaci per affrontare la mia emotività, "
Affrontare che cosa ? I sintomi di un disturbo... cioè ci sono tecniche per cui se uno ha umore alterato può fare che cosa ? Non è chiaro il termine "affrontarlo" che cosa debba significare.

La psichiatra fondamentalmente può aver ragione, se una cosa serve, senza si sta male.
Il problema suo però mi pare sia che con la fluoxetina ha degli effetti collaterali: e si è provato a cambiarla con altro ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Buongiorno dottor Pacini, grazie per avermi tempestivamente risposto. Speravo in un suo riscontro. Dunque, il mio psicoterapeuta, di formazione psicodinamica, dice che i farmaci ottundono (come non dargli torto), e non ti permettono di sentire quell'emotivita' che il farmaco reprime e quindi non permette di affrontare il mio disagio psicologicamente. Mi ha detto più volte che, con calma, con la psicoterapia, ne usciremo e riusciremo a lasciare il farmaco, ma io dopo tanti tantissimi anni di lavoro su di me, se smetto i farmaci inizio a cadere in uno stato rovinoso di passività totale, dipendenze rovinose, incluso soprattutto il discontrollo del cibo, dello shopping compulsivo senza freni e della trico. Sono una docente te, una donna piacente, ho una bella casa, un ottimo rapporto di coppia, perché mandare tutto all'aria? Sostituirlo... non saprei... con che cosa? Gli SSRI li ho provati tutti, paroxetina, serialità, cipralex. Non inibiscono la fame. La fluoxetina mi fa stare bene, mi attiva un po' troppo forse ma al dosaggio di 30 io sono stabile e sembro una persona normale.e. altro... non saprei. Aggiu go anche che la mia psichiatra è una neurologa, forse dovrei rivolgermi a uno psichiatra? Mi creda, li ho provato quasi tutti i farmaci ma se lei ha delle proposte sarei ben contenta di un consulto con lei. IOosono a Pavia però..Grazie mille.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k
"Dunque, il mio psicoterapeuta, di formazione psicodinamica, dice che i farmaci ottundono (come non dargli torto), e non ti permettono di sentire quell'emotivita' che il farmaco reprime e quindi non permette di affrontare il mio disagio psicologicamente. "

Come dargli torto ? Una delle cose più facili del mondo direi. Ma si tratta non di un medico presumo. Comunque il concetto sopra espresso è falso, formulato all'epoca dei primi farmaci, probabilmente riferito alle benzodiazepine, e funzionale solo a campagne di sviluppo separato tra psicologia e psichiatria, che invece sono due piani di considerazione della biologia del cervello e del comportamento.

Detto questo, non so che medicine abbia preso, ma gli antidepressivi non sono solo ssri, e nei disturbi di tipo bulimico non sono disponibili sono antidepressivi.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Non è un medico, ovviamente no, è uno psicoanalista. Non demonizza i farmaci, anzi. Sa che in alcuni casi o in alcuni periodi possono essere utili, ma non ritiene le cause dei miei disturbi biologiche, bensì semmai biologizzate nel tempo in seguito ai vari traumi che ho incontrato durante la mia crescita. Detto questo, io penso che a volte sopravvaluti la mia capacità di dismetterli, perché io mi accorgo che solo prendendoli riesco a vivere. Quanto ai farmaci precedenti, ho provato quasi tutti gli antidepressivi negli anni, anche un vecchio triciclico, ma il disturbo dell'appetito peggiorava sempre e mi hanno sempre detto che per la bulimia la fluoxetina è il farmaco di eccellenza, ovviamente io le dico quello che ho imparato. Anni fa avevano provato con bassissime dosi di qualche antipsicotico, Tolep, Abilify, ma non ho avuto nessun beneficio significativo. Per me l'idea di doverli smettere mi spaventa molto. Credo che dovrò prenderli tutta la vita.
La ringrazio per la sua risposta.
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