Psicosi da cannabis e prescrizione antipsicotici

Gentili dottori, scrivo in merito ad un dubbio sorto nelle ultime settimane.

Cerco di spiegare meglio la mia situazione:
Tra i 13 ed i 15 anni ho fatto un uso continuativo di alcol, hashish e marijuana di scarsa qualità e probabilmente tagliati con altre sostanze.
Ai tempi (ed anche in seguito) ero in cura da un neuropsichiatra della asl che notando la mia dipendenza, ed essendo io minorenne, mi diede un aut aut: o smettevo con con l'abuso di queste sostanze o avrebbe fatto richiesta per una comunità.
Essendomi spaventata decisi di smettere.
Purtroppo però, riuscii solo per una settimana alla fine della quale provai di nuovo a fumare ed ebbi una psicosi molto grave (ero convinta ci fosse satana in casa).
Smisi di nuovo e riprovai nuovamente dopo una settimana, anche in questo caso ebbi una psicosi durante la quale chiamai il neuropsichiatra che mi seguiva che mi prescrisse immediatamente abilify.
Questo farmaco iniziai a prenderlo il giorno dopo l'ultima psicosi indotta da cannabis con un dosaggio di 2.5mg.
, primi giorni, poi 5, poi 10... in due settimane ero arrivata a 20mg.
(Continuando poi ad assumere il medesimo farmaco con lo stesso dosaggio per 5 anni).
Compiuti i 18 anni ci fu l'inevitabile trasferimento dal al csm e anche la diagnosi ufficiale fatta dal medico del tsmree: disturbo borderline con tratti bipolari ed ossessivi.

Iniziai così un percorso al csm, cambiando vari psichiatri causa trasferimento.
La terapia antipsicotica rimase invariata fino alla seconda dottoressa che aggiunse zoloft da 100mg, poi abbassato a 50mg dall'attuale psichiatra che mi segue.
Tutti gli psichiatri confluivano sulla diagnosi di disturbo borderline di personalità, con assenza psicosi probabilmente dovuto al fatto che ero in cura con antipsicotici.

In seguito al trasferimento al csm iniziai anche un percorso terapeutico con uno psicologo privato che dopo un anno mi sottopose a vari test, primo fra tutti mmpi-2.
L'esito conclusivo del test fu "possibile presenza di disturbo schizoaffettivo".
Ciò che ne consegui dal punto di vista psicoterapico fu un cambio di approccio terapeutico nel miei confronti da parte dello psicologo.
Dal punto di vista farmacologico non ci furono conseguenze.

Per un motivo o per un'altro, circa un mese fa, rimasi senza farmaci per 9 giorni, alla fine dei quali ebbi la visita dallo psichiatra che, vedendomi bene evitò di prescrivermeli di nuovo.

Come già anticipato è un mese che sono senza farmaci antipsicotici e antidepressivi e l'unico sintomo riscontrato è un lieve aumento dell'ansia e della tristezza.
Niente psicosi e/o allucinazioni.
Inoltre non sento più quella stanchezza perenne, probabilmente indotta dai farmaci.
Quindi vi chiedo: è possibile che da un momento all'altro possa avere episodi psicotici o è più probabile che non abbia mai sofferto di effettive psicosi?
Magari il mio fu un esordio psicotico indotto da sostanze e ora rientrato?
Inoltre, ammesso che non soffra di psicosi, che effetti può aver avuto l'abilify?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Mi scusi ma cosa vuol dire "che non abbia mai sofferto di effettive psicosi?"
Lei scrive: "ebbi una psicosi molto grave (ero convinta ci fosse satana in casa)."
....

Le psicosi non sono soltanto di quelle continue, ce ne sono anche che vanno a episodi. La diagnosi in verità vorrebbe dire di no, che ci sono sempre dei sintomi psicotici, se non c'è la terapia. Essendoci stata la terapia, non è sempre possibile sapere se ci sarebbero stati o meno.

Le diagnosi non sono univoche, schizoaffettivo è una cosa e bipolare è un'altra, anche se ci sono sovrapposizioni.

Non è strano che senza cura uno possa avere dei periodi senza fasi psicotiche, e questo non dà alcuna garanzia sul fatto che non possano tornare. Il fatto che dubiti di averne avute però farebbe pensare che non riconosca più la fase passata, il che non è positivo. Anche perché se uno è psicotico, ovviamente non ritiene di esserlo, quindi può benissimo affermare che al momento non c'è psicosi, e invece è in piena fase.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Gentile dottore, innanzitutto la ringrazio per la risposta tempestiva.
Forse non mi sono spiegata bene. Nel messaggio precedente che ho scritto, ho sottolineato che le psicosi che ho avuto sono sempre state in concomitanza dell'uso di hashish e/o marijuana e alcol.
Inoltre lei scrive "schizoaffettivo è una cosa bipolare è un'altra", mi potrebbe gentilmente spiegare cosa c'entra il disturbo bipolare? Nella richiesta ho parlato solo di personalità borderline...
Ad ogni modo ho una grande consapevolezza del disturbo e della sintomatologia che ne deriva (cosa che mi ripetono sia psicologo sia psichiatra). Infatti la domanda che ho posto, evidentemente in un modo poco chiaro, è un'altra: è possibile che l'uso e l'abuso di cannabis siano le cause di quelle uniche psicosi che ho avuto? Oppure è più possibile che ci sia un disturbo psicotico di fondo "portato a galla" dalle medesime sostanze?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Il bipolare c'entra perché lo ha menzionato Lei tra le diagnosi ( borderline con tratti bipolari, già boderline per molti equivale ad una forma di disturbo bipolare, qui con sintomi psicotici e "tratti" bipolari, parrebbe una diagnosi di disturbo bipolare insomma)
Il fatto che si siano verificate le psicosi sotto effetto di sostanze quindi significa che Lei intendeva di non essere soggetto psicosi spontanee ?
In questo caso comunque quel che si sa è che il rischio di recidiva esiste anche se la prima psicosi era indotta. Anche qui, se la diagnosi è schizoaffettivo addirittura si intende che i sintomi psicotici sono presenti in maniera continua, anche quando non si è agitati o depressi.

Dr.Matteo Pacini
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