Acufeni e depressione

Salve, da circa 6 mesi la mia vita è cambiata e non sono più lo stesso.
Sono andato in burnout da stress dopo un evento, passato per ansia generalizzata ed ora depressione maggiore.
In tutto ciò mi sono nati degli insopportabili acufeni bilaterali che dopo varie visite ORL sono stati attributi a trauma acustico secondo uno specialista, a stress secondo un altro e a problemi atm da un terzo.
Attualmente e decisamente troppo tardi ho deciso di iniziare una cura con antidepressivo (citalopram) ma alla prima settimana sento solo gli effetti negativi e nessun beneficio.
Il mio corpo ha somatizzato tutta una serie di eventi che mi fanno stare male facendomi avere reflusso rinofageo da 6 mesi, acufene, bruxismo esagerato e rimurginare continuo sul non riconoscere più me stesso, arrivando a derealizzazioni e paura di vedere mie vecchie foto e ricordi.
La cura intrapresa (affiancata ad EN per riuscire a dormire e a togliermi gli attacchi di panico) può essere giusta?
Si tratta di attendere l inizio dei sintomi positivi del farmaco consapevole però di avere per sempre questi acufeni a tormentarmi o in letteratura degli ssri hanno anche diminuito i fischi?
Ho sviluppato anche doc e fobia dei luoghi silenziosi, le giornate sono orribili e sto cercando di trascorrerle evitando di fare il gesto estremo che purtroppo vedo come fine di questo tormento.
Salito l effetto dell antidepressivo potrò abbandonare le benzo?
Sono passato in 6 mesi da essere attivo e pieno di vita ad essere uno zombie senza stimoli e a disprezzare tutto ciò che avevo costruito.
GraZie a chi saprà rispondermi
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Il suo corpo non ha somatizzato, il suo corpo è il soma. I primi giorni i segnali relativi al corpo, anche se basati su un niente di periferico, possono peggiorare, anzi questo è solitamente correlato ad un decorso in cui poi compare l'effetto terapeutico.
Le diagnosi sono un po' troppe: burnout, ansia generalizzata, doc, fobie, attacchi di panico etc,: forse non corrispondono tutte a diagnosi fatte. Non capisco un punto: il trauma acustico a quale evento corrisponde ? E' stato esposto ad una sovrastimolazione acustica ?
Comunque, che sintomi somatici siano associati ai disturbi corrispondenti alle diagnosi sopra non è raro, e anche che si sviluppino "fissazioni" su elementi la cui consistenza aumenta proprio a seguito della fissazione.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Purtroppo, facendo il musicista di professione, è possibile che io abbia ricevuto un trauma acustico cronico, nonostante altri esperti ne diano le colpe ad altro (ho visto 3 ORL).
Dal punto di vista psichiatrico, ho sempre vissuto questi ultimi anni con un forte stress, fino ad arrivare ad un evento scatenante che mi ha fatto raggiungere un esaurimento nervoso, parestesie e formicolii, poi sono iniziati gli attacchi di panico (mai provati prima), sfociate adesso in questa depressione indotta dagli acufeni e dal non essere più la persona che ero prima. prima facevo uso di cannabis quotidianamente per scopo ludico e di ispirazione musicale, mi rendo conto che essa mi ha alterato il sistema nervoso e la mia gestione naturale dell'ansia, al momento di toglierla (mi faceva attacchi di panico e salire ancora di più l'acufene) il mio corpo è andato completamente in tilt. mi ritrovo mani e piedi sempre contratti, sono diventato violento (ero sempre calmo) e come le dicevo forse la cannabis mi ha fatto sviluppare un disturbo doc, in
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Utente
Utente
in quanto non riesco a godermi più mezzo momento senza controllare i miei acufeni o i miei respiri e tutti i sintomi fisici nati negli ultimi 6 mesi.
chiedevo quindi se la cura con citalopram possa essere adeguata, unita anche ad un altro farmaco del quale non ricordo il nome (credo sia un antipsicotico) e come debba rendermi conto dei primi effetti positivi dell antidepressivo in quanto adesso sento solamente l'intontimento e la sonnolenza.

l'unico effetto positivo per ora è che fra EN e citalopram sono tornato almeno a dormire decentemente, ma dal punto di vista umorale o di speranza nessun miglioramento.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
La sua percezione della funzione della cannabis probabilmente ne sopravvaluta la funzione terapeutica, identificandola in quella sintomatica. Ciò non toglie che su alcuni sintomi i cannabinoidi abbiano funzioni terapeutiche, ma la cannabis presa per piacere a livello psichiatrico in generale ha degli attesi effetti negativi.
La cura antidepressivo-antipsicotico non mi sorprende rispetto al tipo di situazione. Prima di un mese il primo non ha un effetto giudicabile.

Dr.Matteo Pacini
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Utente
Utente
La ringrazio,
ovviamente con la cannabis ho dovuto smettere, anche con quella "terapeutica non psicotropa"
se possibile le chiederei che tipologia di risposta sintomatica aspettarmi fra un mese, per giudicare se il farmaco stia facendo il giusto effetto. Purtroppo l'acufene dovrò tenermelo a vita, ma con l antidepressivo in circolo riuscirò ad accettarlo più volentieri e dovrebbero sparire anche tutte le complicanze respiratorie, di digestione ecc ecc collegate a tutta questa situazione di disagio?
chiedo tutto questo poichè ora sono nella fase in cui passerei volentieri tutta la giornata a dormire, nonostante mi sforzi di mantenermi comunque un minimo attivo e lavorare quel minimo che riesco a fare nonostante ora sembri tutto difficile.
non avendo mai utilizzato farmaci di questo tipo nella mia vita non so cosa aspettarmi, riconosco l'effetto dell'EN perchè simile all'effetto calmante che provavo dopo aver fumato, ma che svanisce relativamente poco dopo
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Nessuno ha detto che l'acufene debba tenerlo a vita, dipende molto anche da cosa è, se corrisponde ad un sintomo o il sintomo è che lo controlla.
Questi farmaci hanno un effetto ritardato, non è necessario aspettarsi nulla, dovrà riferire come sta e la cosa sarà chiara a Lei anche senza averci riflettuto. La domanda di per sé richiama una matrice di pensiero di tipo ossessivo, con tendenza al controllo.

Dr.Matteo Pacini
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Utente
Utente
Ovviamente dottore, questo mio periodo ha portato a galla tanti difetti psichici che ora si sono concretizzati al massimo della loro forma, fra cui la mia ossessione che era prima in ambito lavorativo ed ora sulla speranza di far sparire il prima possibile tutti questi sintomi, cosa che vedo ahimè molto difficile perchè continuo a vivere la stessa giornata loop da mesi senza nessun cambio drastico in nessun aspetto e senza miglioramento neanche di una base sinusite. è come se qualche mio malessere dell'animo non mi permettesse di aver successo nelle cure sintomatiche. spero almeno l'antidepressivo possa riuscire a farmi calmare e a "perdere il controllo" e ad iniziare un processo di cura anche successivamente del resto dei problemi fisici.
per ora sono alla seconda settimana di 9 gocce a dose di 40, l antipsicotico è invece il sulamid, ma come dicevo, sonnolenza a parte non sento ancora nulla di diverso ma ho fiducia nella cura.
Volevo chiederle anche quanto, secondo lei, un drastico cambio di fattori ambientali potesse influire nel migliorare questa situazione, pensando ad esempio a prendermi un lungo periodo di ferie e ritrovare hobby oppure sia meglio non perdere il contatto con la quotidianeità e continuare a dedicarmi al lavoro anche se ora lo detesto e lo faccio con difficoltà
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Ma non è che si debba cercare una giustificazione morale per i sintomi. Né sopravvalutare l'effetto che gli eventi hanno sulla loro effettiva genesi.

Un drastico cambio di fattori ambientali quale potrebbe essere concretamente ? Per esempio, se uno vincesse alla lotteria e non dovesse più lavorare, magari alcuni tipi di sindromi andrebbero via, non è detto solo psichiatriche, ma chi concretamente può ragionare su una tale prospettiva ?

Dr.Matteo Pacini
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