Apatia, alcool, droga

Salve, sono una ragazza di 18 anni e sto da un anno e mezzo con un ragazzo. Fin da quando l'ho conosciuto mostra insoddisfazione, depressione e tendenza a risolvere i problemi che ha utilizzando alcool. Ci sono stati periodi sereni, ma appena gli capita qualcosa, subito si butta giù senza reagire, e se gli dico: "reagisci" lui risponde: " ma sto reagendo.. lasciatemi in pace! se voglio bere bevo!". Il fatto è ke ha una famiglia molto benestante alle spalle, dei genitori che nn mostrano alcun interesse nei suoi confronti, che giustificano la sua depressione con la frase: " è l'adolescenza". Poi lui per 14 anni ha fatto pianoforte e finito il liceo si stava preparando per entrare al conservatorio ma i genitori, che per 14 anni lo hanno appoggiato in questa cosa, gli hanno voltato le spalle, e lo hanno costretto e fare una facoltà che volevano loro. Gli hanno tolto i soldi per le lezioni, qnd lui si è arreso. Dopo questa botta, vedendo che stavo male anche io per lui, mi ha lasciata a gennaio. Poi a febbraio ci siamo rimessi insieme, ma dopo qualche mese è successo di nuovo qualcosa: ha perso l'anno universitario, gli è morta la nonna, ha avuto un incidente in barca e la madre lo ha costretto a mandare via il coniglio a cui si era affezzionato per due mesi. Sono tutte cose piccole, ma lui è molto fragile,reagisce male. A tutti questi dolori ha reagito diventando apatico, mi dice: " non provo più niente, non so neanche se ti amo più, non mi diverto, sono sempre arrabbiato, non trovo più nulla che mi soddisfi" e questo l ha portato di nuovo a sfogarsi con l'alcool. Per lui la soluzione è l'alcool, sul suo blog ha scritto " Vorrei trovare qualcosa che mi faccia più male, così da farmi dimenticare il dolore di adesso.. Lei è un angelo( riferendosi a me), ma dovrei trovare qualcosa che faccia più male". Il fatto è ke non reagisce a questa situazione! continua a dire: "sono apatico" ma poi esce e va a bere, pensando che sia la soluzione, ma nn cerca soluzioni concrete, nonostante io glielo dica. Sembra quasi che ci stia bene nel suo dolore, nella sua parte del "depresso". Io ho provato a farlo distrarre quando stiamo insieme, di nn parlare dei suoi problemi, di farlo stare bene, sperando che magari capisse che quello di cui ha bisogno è di trovare qualcosa che lo faccia stare bene. Ma nn ha funzionato, e io sto male, perchè il nostro rapporto sta degenerando, come tutti i rapporti che ha con gli amici e con il mondo in generale. Cosa devo fare? perchè lui nn andrà mai da uno psichiatra! E non posso costringerlo. Avevo pensato di lasciarlo, per dargli un'altra botta e questo magari lo farà concentrare su un'altra cosa; ma temo che lo farebbe buttare ancora di più sull'alcool. devo cercare di farlo parlare? o di farlo distrarre senza parlarne? o di non farmi sentire più per fargli rendere conto che così sta perdendo ciò che di più caro ha? cosa devo fare? perfavore, nn mi dica di farlo andare da uno psichiatra, perchè nn ci andrà. Mi dica cosa posso far io.
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4k 201
Lasciarlo, punto e basta.
Non lo può curare, non lo può adottare, non sarà mai il suo ragazzo finché non si cura perché è malato, e attualmente incapace di amare. Lei pensa di avere amore per tutti e due, ma non funziona così.
"Ciò che di più caro ha" non è lei ma la sua malattia e le sue mille giustificazioni.
Con simpatia

Franca Scapellato

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Utente
Utente
e se non volessi lasciarlo? ho gli esami di maturità e vorrei stare tranquilla. Se smettessi di farmi sentire? magari questo lo distrae.. non so
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4k 201
Prima di tutto pensi agli esami, non deve decidere subito.
Però per aiutare una persona così disturbata occorre un aiuto esterno, amici, parenti o "morose" non possono, perché coinvolti emotivamente, sono parte del gioco.
Quando avrà finito con la scuola, provi lei a chiedere consiglio al Sert oppure alle associazioni di autoaiuto (Alcolisti Anonimi, Club di Alcolisti in trattamento).
Il modello "io ti salverò", ripeto ancora, non funziona mai.
Saluti
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Utente
Utente
quindi potrei andare io al posto suo? o devo proporre a lui di andare lì?
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4k 201
Più che al suo posto, potrebbe telefonare per informarsi e chiedere consiglio, poi eventualmente accompagnarlo per una prima visita, o un primo incontro. "Vai lì" è un conto, "ti accompagno" è forse più accettabile.
Saluti