Può un tutore legale imporre finalmente a mio figlio di prendere i farmaci?
Salve dottori, mio figlio ha fatto 5 ricoveri in psichiatria a causa di un disturbo psicotico.
Ogni volta lui smette di prendere i farmaci e puntualmente dopo un pò di mesi in cui sembra stare bene viene di nuovo ricoverato perché sta male.
Volevo chiedere, se io riuscissi a ottenere la nomina di un tutore legale, questo potrebbe finalmente imporgli di prendere psicofarmaci in modo da farlo stare bene una volta per tutte?
E sennò come mi devo tutelare?
Io sono stanco di questi problemi, dottori per favore spiegatemi come faccio a fargli prendere i farmaci.
Lui sta male e non se ne rende conto, all' ultimo ricovero diceva di essere in contatto con gli alieni.
Esiste un modo per obbligarlo a prendere i farmaci?
Ogni volta lui smette di prendere i farmaci e puntualmente dopo un pò di mesi in cui sembra stare bene viene di nuovo ricoverato perché sta male.
Volevo chiedere, se io riuscissi a ottenere la nomina di un tutore legale, questo potrebbe finalmente imporgli di prendere psicofarmaci in modo da farlo stare bene una volta per tutte?
E sennò come mi devo tutelare?
Io sono stanco di questi problemi, dottori per favore spiegatemi come faccio a fargli prendere i farmaci.
Lui sta male e non se ne rende conto, all' ultimo ricovero diceva di essere in contatto con gli alieni.
Esiste un modo per obbligarlo a prendere i farmaci?
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E' un problema controverso, però sì, se ci fosse una richiesta approvata dal giudice che qualcuno decida sulle sue cure anche a livello preventivo, cioè ne garantisca la prosecuzione, e lui fosse dichiarato non capace di auto-determinarsi, la cosa potrebbe funzionare.
Nei casi in cui la collaborazione non c'è, si tenta di somministrare i preparati a lento rilascio, per ridurre i momenti critici a un o ogni tre mesi, ma in quei casi dovrebbe esserci un dispositivo automatico per cui se lui non si presenta a fare l'iniezione lo vanno a prelevare coattamente.
Questo però in teoria è controverso perché l'obbligo preventivo dovrebbe dimostrare ogni volta che c'è un rischio per far scattare una misura coatta. Penso però che se la persona è dichiarata in maniera permanete non in grado di intendere e volere, questo nodo possa essere risolto.
Nei casi in cui la collaborazione non c'è, si tenta di somministrare i preparati a lento rilascio, per ridurre i momenti critici a un o ogni tre mesi, ma in quei casi dovrebbe esserci un dispositivo automatico per cui se lui non si presenta a fare l'iniezione lo vanno a prelevare coattamente.
Questo però in teoria è controverso perché l'obbligo preventivo dovrebbe dimostrare ogni volta che c'è un rischio per far scattare una misura coatta. Penso però che se la persona è dichiarata in maniera permanete non in grado di intendere e volere, questo nodo possa essere risolto.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.3k visite dal 15/02/2022.
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