Terapia ansia generalizzata e depressione minore
Buongiorno a tutti e mi scuso se mi dilungherò.
Purtroppo soffro di ansia generalizzata e leggera depressione.
Questa è la mia quinta ricaduta nell'arco di circa venti anni.
Ho 45 anni.
Sono seguito dallo stesso psichiatra sin dal primo episodio.
La terapia è stata sempre la medesima, sospesa quando finalmente stavo bene: Cymbalta 60, deniban per 20 giorni e Tavor oro al bisogno.
Quattro anni fa ho avuto la mia quarta ricaduta.
Da allora ho assunto cymbalta 60 per poi scalarlo a 30 come mantenimento.
Durante gli ultimi due anni ho assunto alcol e fumato marijuana quotidianamente.
A settembre 2021 ho avuto una fibrillazione atriale causata da ernia iatale.
Ho eseguito emocromo risultate nella norma, (anche la tiroide) gastroscopia (esofagite, ernia iatale e reflusso), ecografia dell'addome per transaminasi leggermente alte con risultato leggera steatosi ma nulla di preoccupante e visita cardiologica che ha riscontrato tutto nella norme tranne una leggera ipertensione.
Tra pandemia e questo evento l'ansia è tornata a farmi visita.
Ho iniziato ad assumere Lucen per la gastrite (adesso va tutto meglio, non tocco alcol da tre mesi e non fumo canne sempre da tre mesi), pleunazide per la pressione (adesso nella norma), mentre per la parte psichiatrica sono tornato ad assumere cymbalta 60.
Sono quasi tre mesi che sono tornato a questo dosaggio.
Solitamente dopo un mese e mezzo la voglia di fare e il buon umore tornavano e l'ansia scompariva.
Sono leggermente fobico e cado in una fase di apatia che soprattutto mi impedisce di viaggiare (per lavoro viaggio molto).
Quello che è accaduto con quest'ultima ricaduta è però differente.
A quasi tre mesi di distanza non avverto la stessa spinta di sempre, come se il cymbalta non fosse sufficiente.
Tornato dallo psichiatra abbiamo provato ad aumentare cymbalta a 90.
Purtroppo mi è tornata un'ansia terribile durata per circa una settimana.
Dopo quattro giorni ho sospeso il 90 per tornare al 60.
Lo psichiatra allora ha aggiunto cinque gocce di EN al mattino e dieci alla sera, e Levopraid 25 due volte al giorno.
Sono circa due settimane e mezzo che seguo questa cura.
L'ansia è sparita ma resta sempre una leggera apatia e la difficoltà nell'affrontare i viaggi.
Ovviamente sto facendo un percorso psicologico comportamentale e seguendo tecniche di mindfullness.
Certo mi sento come se stessi assumendo una farmacia intera, ma se serve lo faccio.
L'umore è le sensazioni di ansia anticipatoria purtroppo rimangono.
Lo sviluppo della terapia è il seguente: continuare per un'altra settimana, iniziare a scalare le EN e sospendere il levopraid terminato lo scalaggio delle EN (il tutto in un mesetto circa).
Alla terapia è stato aggiunto Brintellix cinque gocce per tre giorni per poi arrivare ad otto gocce.
Ed ecco le fatidiche domande: temo che sospese EN e Levopraid l'ansia ritorni.
Brillentix avrà effetto sull'umore?
Il motivo per cui Cymbalta non agisce come al solito è legato alla ricaduta?
Grazie mille e scusate il lungo post.
Purtroppo soffro di ansia generalizzata e leggera depressione.
Questa è la mia quinta ricaduta nell'arco di circa venti anni.
Ho 45 anni.
Sono seguito dallo stesso psichiatra sin dal primo episodio.
La terapia è stata sempre la medesima, sospesa quando finalmente stavo bene: Cymbalta 60, deniban per 20 giorni e Tavor oro al bisogno.
Quattro anni fa ho avuto la mia quarta ricaduta.
Da allora ho assunto cymbalta 60 per poi scalarlo a 30 come mantenimento.
Durante gli ultimi due anni ho assunto alcol e fumato marijuana quotidianamente.
A settembre 2021 ho avuto una fibrillazione atriale causata da ernia iatale.
Ho eseguito emocromo risultate nella norma, (anche la tiroide) gastroscopia (esofagite, ernia iatale e reflusso), ecografia dell'addome per transaminasi leggermente alte con risultato leggera steatosi ma nulla di preoccupante e visita cardiologica che ha riscontrato tutto nella norme tranne una leggera ipertensione.
Tra pandemia e questo evento l'ansia è tornata a farmi visita.
Ho iniziato ad assumere Lucen per la gastrite (adesso va tutto meglio, non tocco alcol da tre mesi e non fumo canne sempre da tre mesi), pleunazide per la pressione (adesso nella norma), mentre per la parte psichiatrica sono tornato ad assumere cymbalta 60.
Sono quasi tre mesi che sono tornato a questo dosaggio.
Solitamente dopo un mese e mezzo la voglia di fare e il buon umore tornavano e l'ansia scompariva.
Sono leggermente fobico e cado in una fase di apatia che soprattutto mi impedisce di viaggiare (per lavoro viaggio molto).
Quello che è accaduto con quest'ultima ricaduta è però differente.
A quasi tre mesi di distanza non avverto la stessa spinta di sempre, come se il cymbalta non fosse sufficiente.
Tornato dallo psichiatra abbiamo provato ad aumentare cymbalta a 90.
Purtroppo mi è tornata un'ansia terribile durata per circa una settimana.
Dopo quattro giorni ho sospeso il 90 per tornare al 60.
Lo psichiatra allora ha aggiunto cinque gocce di EN al mattino e dieci alla sera, e Levopraid 25 due volte al giorno.
Sono circa due settimane e mezzo che seguo questa cura.
L'ansia è sparita ma resta sempre una leggera apatia e la difficoltà nell'affrontare i viaggi.
Ovviamente sto facendo un percorso psicologico comportamentale e seguendo tecniche di mindfullness.
Certo mi sento come se stessi assumendo una farmacia intera, ma se serve lo faccio.
L'umore è le sensazioni di ansia anticipatoria purtroppo rimangono.
Lo sviluppo della terapia è il seguente: continuare per un'altra settimana, iniziare a scalare le EN e sospendere il levopraid terminato lo scalaggio delle EN (il tutto in un mesetto circa).
Alla terapia è stato aggiunto Brintellix cinque gocce per tre giorni per poi arrivare ad otto gocce.
Ed ecco le fatidiche domande: temo che sospese EN e Levopraid l'ansia ritorni.
Brillentix avrà effetto sull'umore?
Il motivo per cui Cymbalta non agisce come al solito è legato alla ricaduta?
Grazie mille e scusate il lungo post.
[#1]
Buongiorno.
Il suo specialista si sta muovendo bene, segua i suoi consigli.
Che un farmaco perda con il tempo efficacia può accadere. In questi casi si aumenta il dosaggio (come ha fatto lei) oppure si associa un'altra molecola.
Aggiungo che dovrebbe modificare il suo stile di vita. Alcol e cannabis non fanno bene a chi soffre di depressione ricorrente.
Il suo specialista si sta muovendo bene, segua i suoi consigli.
Che un farmaco perda con il tempo efficacia può accadere. In questi casi si aumenta il dosaggio (come ha fatto lei) oppure si associa un'altra molecola.
Aggiungo che dovrebbe modificare il suo stile di vita. Alcol e cannabis non fanno bene a chi soffre di depressione ricorrente.
Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.1k visite dal 01/02/2022.
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