Punto di non ritorno? abilify

Buongiorno a tutti,
chiedo scusa se questa richiesta sarà lunga e a tratti immodesta, ma non so davvero cosa fare.
Sono una persona estremamente brillante ed intelligente, la classica persona che riesce benissimo in tutto quello che fa, nei campi più diversi.
La migliore della classe, quella che fa ingegneria con una gamba sola, che entra fra i 30 di un master prestigioso in una selezione di migliaia di partecipanti, che da zero inizia a scrivere canzoni e ottiene un contratto con una major finendo al festivalbar, che vince per anni, senza nessuna formazione, decine e decine di contest online di ideazione di prodotto, marketing e creatività, che si butta nel fashion design e riesce meglio di chi l'ha studiato per anni... immodestia massima che però è una lecita premessa all'orrore che segue, e che controbilancia il tutto.
Sono sempre stata la leader naturale, la simpatica, la "speciale", latrascinatrice.
Questa ERO io.

Dall'altro lato, da tutta la vita soffro di un'ipocondria devastante di tipo ossessivo compulsivo.
Vado alla ricerca delle ragioni di ogni più piccolo sintomo o valore sballato, ogni conclusione è catastrofica, e vivo tutto questo con un tasso di agitazione, dramma e stress che nemmeno Shakespeare riuscirebbe a render loro giustizia.
Ho una tendenza familiare alla depressione e all'ansia: sono cresciuta in una famiglia altamente performante, tutti molto intelligenti e colti ma tutti o depressi, o ansiosi, o apprensivi... mio padre ingegnere nucleare, depresso da una vita, rigidissimo, anaffettivo quando ero piccola, esigentissimo in ogni cosa che facevo... mamma ansiosa, ipocondriaca, apprensiva e fragile... zii primari qui e là duri come roccia... ero una bambina vivacissima e sveglissima ma anche ipersensibile, e il risultato è stato questo.
Intimamente sono due persone (non bipolare!) , una narcisista, e una che si sente la peggiore **** del mondo, immeritevole di amore, piena di sensi di colpa (per cosa?) , convinta di dover stare male, di non meritare di essere serena, al punto che se oso esserlo anche solo per 10 minuti mi viene un'ansia assurda.

Salto la parentesi del mio percorso psichiatrico precedente per ragioni di spazio, se vorrete approfondirò dopo... Ora sono arrivata ad un punto della mia ipocondria inaccettabile.
Nell'ultimo anno ho speso 7000 tra visite/esami, ognuno preceduto da agonie, pianti e disastri.
Sono con uno psichiatra illustre a cui sono molto affezionata (e lui a me), ma a cui ho sempre posto paletti (non ingrassare fra tutti).
Attualmente prendo solo En e zoloft 25mg, cioè niente.
Ora però sto veramente male.
Non sono più io.
Non faccio che piangere, disperarmi, fare esami, pensare al suicidio.
Per cui ieri, oltre a farmi portare zoloft a 75, mi ha prescritto prima 1/4, poi 1/2 di Abilify 5.
Ha detto l'unica cosa che potrebbe venirti è acatisia.
Ora, ho letto e non esiste al mondo che io rischi la discinesia tardiva irreversibile.
Vorrei saperene di + su questa possibilità.
Non ho + spazio.
Grazie...
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Di più nel senso in cui lo vuol sapere Lei non è possibile. Potremmo star qui a darle ogni dettaglio, ma il massimo che si può dire in termini di rischio e segnalare che esiste.
Il punto è che di tutto quello che c'è scritto è andato a isolare e evidenziare quello. Lo stesso potrebbe fare per altri rischi sull'altro farmaco. La cosa non ha un senso logico, è semplicemente una modalità di lettura allarmistica dei foglietti.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
Utente
Utente
Buongiorno,
ho riportato questo perché non è raro che sia irreversibile, anzi, a volte compare - rimanendo- anche dopo la sospensione del trattamento (riportato sul sito ufficiale ma anche da numerosissime testimonianze che ho letto).
Come posso accettare una cosa che mi espone a un simile rischio?
Tra l’altro è l’unica cosa che mi ha segnalato il mio psichiatra, che di solito minimizza tutto.
Non mi pare una lettura allarmistica dei foglietti (mi sarei dovuta allarmare per enne milioni di cose altrimenti), ma il diritto di fare una scelta consapevole.
Io con la discinesia non ci voglio restare (e nemmeno sperimentarla , a dirla tutta).

Voi avete esperienza diretta di Abilify su pazienti che avete avuto in cura?
Non vedo via d’uscita :(((
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
"Come posso accettare una cosa che mi espone a un simile rischio?"

In teoria, come accetta tutte le altre che la espongono a rischi. Qualsiasi altra medicina, guidare l'auto, prendere l'aereo etc.

"Non mi pare una lettura allarmistica dei foglietti (mi sarei dovuta allarmare per enne milioni di cose altrimenti), ma il diritto di fare una scelta consapevole."

Allora il suo diritto lo può esercitare quando crede. Le informazioni le ha avute. Per quanto concerne la lettura, si è allarmistica, proprio perché non si allarma per mille altre cose, e per questa sì.

Non credo che avrebbe questo atteggiamento nei riguardi di un antibiotico o di un farmaco per la pressione. Secondo me è il solito problema, il peso relativo che si dà alla diagnosi psichiatrica e il fatto che in stato ansioso il rischio diviene inaccettabile come concetto.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#4]
Utente
Utente
Guardi, io trovo il tono dei suoi interventi veramente fastidioso.
Il classico atteggiamento di chi considera l'interlocutore uno che "ha dei problemi", e quindi ogni cosa viene inserita in quel contesto, privando di valore domande o osservazioni, svilendole, riducendole ad un errore di pensiero.

Le spiego subito perché mi sono allarmata per questo sintomo in particolare: perchè è visibile, invalidante non solo per se stessi, ma anche agli occhi altrui, stigmtizzante. E irreversibile in alcuni casi. Minerebbe completamente la mia autostima, la mia accettazione di me, azzererebbe ogni possibilità di contatto sociale, perchè non oserei mai presentarmi in questo modo. Io. E penso che sia perfettamente comprensibile quello che intendo dire, senza entrare nei dettagli per rispetto delle altre persone.

Comunque ho già fatto presente al mio psichiatra che non lo prenderò, perciò spero che l'aumento di Zolft sia sufficiente a farmi uscire almeno un po' da questo loop micidiale.
[#5]
Utente
Utente
ps. per renderle più chiara la questione, NEL MIO SPECIFICO CASO, PER COME SONO FATTA IO, PER QUELLO CHE SONO DISPOSTA AD ACCETTARE, ad esempio, se mai dovessi avere la sfortuna micidiale di avere un tumore non mi curerei mai, nemmeno se ci fossero buone possibilità di guarigione, ma la farei finita direttamente subito. Stessa cosa per le (temutissime) malattie neurologiche degenerative. Perché? Perchè non sarei mai disposta ad accettare l'effetto delle cure, non solo a livello di malessere fisico, ma anche di deperimento estetico (perdita di capelli, etc.).

Questa mia convinzione può suonare irrispettosa verso chi combatte con tutte le proprie forze, ma non è affatto così. Io non penso nulla di brutto quando vedo persone in terapia, anzi... ne ho seguite diverse sui blog, morendo di ammirazione per la loro positività e tenacia. Io sto parlando di ME, della mia incapacità di tollerarlo su di me per mancanza di autostima, di forza, e per una non accettazione dell'imperfezione -mia, non altrui - che ho sin da bambina, e che in fondo è la causa di tutti i miei problemi.

Perciò vede, tutto è sempre relativo alla singola persona ed al suo quadro personale. Troppo facile parlare sempre di svilimento della diagnosi psichiatrica rispetto ad altre patologie. Come le ho detto, io mi farei fuori anche con una patologia seria.
[#6]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
La sua suscettibilità è un problema che non può indurmi a dar risposte sbagliate o insensate.
Non è che deve spiegare perché la discinesia è indesiderabile. Mi pare ovvio.
Detto questo, Lei non capisce che sta semplicemente contemplando un rischio alla ricerca di una risposta che le dia il nulla osta, ma non la troverà. Come anche se chiedesse il rischio di un effetto banale e innocuo.

Non c'è ragione che si irriti perché esercita la sua libertà di scegliere. Sappia che però si nota che un determinato tipo di diffidenza ha una matrice di tipo fobico, e quindi tipicamente prende un elemento isolato e si concentra su quello, per motivi che potrebbero esistere anche per mille altri effetti.

E' un dato di fatto che l'attenzione agli effetti collaterali e il tipo di valutazione dipende anche dalla concezione che uno ha della propria malattia. E nelle malattie psichiche spesso non c'è una visione concreta e biologica del problema.

Se questa risposta la irrita o meno, non lo so visto che non è questo lo scopo con cui spendo tempo a scrivere.
Eviti di essere maleducata perché non ce n'è motivo.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Non mi irrito, ma lei si ostina 1) a diagnosticarmi matrici e fobie senza nemmeno conoscermi, usando le poche informazioni scritte qua 2) a pensare che io sia una che non ha la minima idea di cosa siano le malattie o i disturbi psichiatrici.

La rassicuro, non penso che le malattie della mente non esistano, o che siano il risultato di un'aura sbilenca, del colore dell'anima che va aggiustato o altre scemenze, e che possano essere curate con un "ma dai piantala che ce la fai!".
Sono abbastanza intelligente ed informata per sapere benissimo che alla base ci sono meccanismi biologici, organici, fisiologici, usi lei i termini più appropriati perchè non è il mio campo. Non per niente i farmaci psichiatrici possono letteralmente trasformare una persona da A a B, fino - addirittura - a lobotomizzarla. Lei mi insegna. Quindi stia tranquillo che non penso che siano malattie immaginarie con un peso specifico inferiore a quelle di altri organi.

Quello che mi permetto invece di pensare è che, per loro natura, il loro inquadramento e definizione, in molti casi, è infinitamente più opinabile di altre malattie. E quindi anche la possbile cura ed i rischi accettabili.
Certo, se uno vede i santi e la Madonna, è un conto. Esempio per indicare casi eclatanti che lasciano poco spazio a dubbi, sia in fase di diagnosi che di intervento.
Ma in mille altri casi la situazione è più sfumata... la gravità ha componenti soggettive, il paziente può avere risorse alternative inaspettate che possono essere "richiamate" in qualche modo, i pro e i contro di una cura non sono facilmente definibili, la relazione paziente/psichiatra è per natura limitata alle sedute e alle chiamate e può avere dei buchi informativi... insomma, ci sono casi complessi. Questo per rispondere al suo "E nelle malattie psichiche spesso non c'è una visione concreta e biologica del problema"
(mi ha trasformato nell'orribile ingegnere che è in me. Colpa sua)

Stia certo che anche se fosse stato un problema di altra natura, col cavolo che avrei accettato il rischio della discinesia tardiva...

Quello che chiedevo qui erano semplicemente, se esistono, rassicurazioni del tipo "a quel dosaggio non si è mai vista" o "a quel dosaggio è sempre irreversibile" o cose del genere. Ma vedo che non c'è nulla di tutto ciò.
Putroppo.
[#8]
Utente
Utente
ovviamente intendevo "a quel dosaggio è sempre REVERSIBILE"...
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