Disturbi e somatizzazioni causati dall'ipocondria

Gentili Dottori,

come potrete facilmente sospettare dalla cronologia dei miei consulti, io soffro da svariati anni di ipocondria.
Nel mio caso si manifesta a più "livelli" a seconda delle circostanze.
Generalmente è latente e poco destabilizzante e si manifesta sotto forma di lieve iper-attenzione nei confronti di tutto ciò che potrebbe rappresentare un pericolo per la mia salute, ma, in concomitanza con disturbi o con evenienze mediche (sintomi aspecifici magari anche blandi, stati di malattia anche non grave mia o dei miei familiari o con controlli ed esami di routine) tende a sfociare ad un livello successivo fatto di vere e proprie crisi ansiose in cui tendo a somatizzare sintomi di malattie che metto in qualche modo in associazione con quella precisa circostanza, solitamente sulla base di roba letta in rete.
Ad esempio, come potete leggere dal mio ultimo consulto, ultimamente sono in paranoia in quanto ho eseguito degli esami del sangue e alcuni valori sono risultati modicamente fuori dai range di normalità.
Nonostante gli esami eseguiti siano stati valutati da ben 3 medici diversi che mi hanno detto di stare tranquillo, io non riesco a stare tranquillo e temo la presenza di patologie gravi a fegato e pancreas e probabilmente finirò per sottopormi ad un ecografia addome completo sebbene non mi sia stata in alcun modo prescritta (io l'ho addirittura richiesta esplicitamente ai medici che mi hanno risposto che non è proprio il caso, sebbene si tratti di un esame non invasivo).
E ho incominciato a manifestare nausea, inappetenza, tensione ai muscoli addominali, senso di peso sullo stomaco, eruttazioni, meteorismo, mi sveglio nel cuore della notte in stato di agitazione, ecc.
Tutto questo è stato un crescendo a partire dai giorni successivi alla visione dei risultati delle analisi.
Prima non ricordo di aver avuto nulla di tutto ciò.


Robe come quella appena descritta si sono verificate spesso nel corso della mia vita, potrei farne un nutrito elenco.
E credo proprio che sia arrivato per me il momento di fare qualcosa.
Questi disturbi ansiosi, sebbene limitati per lo più a circostanze precise, stanno influendo negativamente sia sulla mia vita che su quella delle persone a me care (genitori e fidanzata in primis) che fanno sempre più fatica a "sopportarmi".


Volevo pertanto chiedervi:
1) devo rivolgermi ad uno psicologo o ad uno psichiatra?

2) che suggerimenti/strategie posso adottare nell'immediato per attenuare il problema?

3) devo oppormi o devo assecondare l'impulso di sottopormi ad ulteriori test contro il parere medico, avendo però come limite la non invasività degli stessi?

4) in che modo solitamente gli specialisti (psicologi o psichiatri) intervengono in casi come il mio?

5) solitamente i disturbi come il mio hanno alla base un evento scatenante legato al vissuto o posso insorgere anche casualmente per motivi magari caratteriali?


In attesa di una risposta, vi auguro buon anno nuovo.
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Vada pure da uno psichiatra. Non ha senso che concepisca il cervello come un organo che è contemporaneamente malato e in grado di controllare i meccanismi che sono "presi" dalla malattia. Se vuol sapere se fa bene cercare informazioni o avere rassicurazioni nell'ipocondria, no. Peggiora l'ipocondria. Ma questo non può significare che allora l'ipocondriaco smette di farlo, se no non sarebbe tale.
Le cure disponibili dipendono dalla diagnosi precisa.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
La ringrazio per la risposta. Mi perdoni se le faccio un'ulteriore domanda. Spero di non approfittare troppo della sua disponibilità. Fermo restando che le cure disponibili dipendano dalla diagnosi, esse prevedono tutte un ausilio farmacologico oppure vi sono anche dei casi in cui si interviene solo a livello magari comportamentale o qualcosa di simile?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Perché un "ausilio" farmacologico ? Come si può intervenire solo a livello psicologico, così si può intervenire anche solo a livello farmacologico.

Dr.Matteo Pacini
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Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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